BLOOD
AXIS & Mariae Nascenti @ CAFE PROCOPE – Torino
10 Aprile 2005
testo
e foto by Oflorenz
Notevole
presenza di pubblico da gran parte del Nord Italia ed anche
dall’estero per questa seconda data di Blood Axis, la cui
assenza dalle scene italiche dal lontano 1998 (allora fu Genova
la prescelta) crea notevoli aspettative nell’audience nostrana.
Apre di fronte ad un Procope già pressoché gremito il grande
Mariae Nascenti, che con il suo oscuro dark ambient dalle
forti tinte industriali minimali ci intrattiene per circa
tre quarti d’ora, presentandoci un succoso assaggio del lavoro
di prossima pubblicazione dal titolo “Fey”. Alle spalle di
Ango scorre un video originale quanto equivoco, nella migliore
tradizione di MN, mentre nella seconda parte dello show il
set si arricchisce grazie all’ingresso in scena del “Larsen”
Fabrizio Modenese Palumbo, per l’occasione voce e chitarra
sognante e lisergica più che mai. Giusto il tempo per alcuni
aggiustamenti sul palco ed ecco i 5 americani in azione, e
fin da subito la mia incredulità è notevole: mi attendevo
un impatto visivo e sonoro quanto mai sinistro e marziale,
mentre il gruppo che mi trovo di fronte, più che gli autori
di “Gospel oh Inhumanity” mi ricorda piuttosto… i Forseti!
addirittura fatico a riconoscere Michael, e solo dopo un paio
di minuti mi capacito che sì, è proprio lui, il “mormone”
al centro del palco in camicia bianca e gilet, con barba e
capelli lunghi, è proprio il mitico Moynihan! Spiazzante direi,
spiazzante ma affatto male.
Michael e la compagna Annabelle, supportati dagli altri tre
prodi rispettivamente a chitarra, basso e percussioni, suonano
compatti e si intendono a memoria. Il pubblico sembra gradire,
forse un po’ sbigottito per l’inatteso spettacolo (almeno
così immagino), ma deliziato dalle antiche ballate tradizionali
proposte con maestria, che si alternano ad alcuni brani già
noti risalenti all’imprescindibile capolavoro “Gospel of Inhumanity”
del ’95 ed al più recente live “Blot”.
Niente sinistre sperimentazioni e divagazioni elettronico
industriali stile Joyaux de la Princesse, né tanto meno divagazioni
lisergiche sull’amato assenzio, mentre anche i brani di “Gospel”
mi suonano differenti dalle versioni del disco, quasi a volte
stento a riconoscerli. Il violino di Annabelle, peraltro padroneggiato
divinamente, prende in taluni casi la regia del suono del
gruppo, dando un’impronta piuttosto inedita a questo Blood
Axis targato 2005.
In altri brani invece, soprattutto quelli di “Gospel”, basso
e chitarra picchiano duro, dando vita ad un muro elettrico
piuttosto d’impatto. Nessuna traccia nemmeno di quell’iconografia
equivoca che spesso in passato tanti problemi ha creato al
nostro, con accuse nemmeno troppo velate di eccessive simpatie
per ideologie totalitarie di estrema destra. Non manca comunque
una dedica, verso la fine della gig, a “tutti coloro che in
Italia vivono ancora con l’originario spirito dell’antica
Roma nel cuore”.
Ed è proprio verso la fine del set che l’entusiasmo del pubblico
torinese raggiunge l’apoteosi: la cover di “Walked in line”
travolge tutto e tutti, e la discesa italiana di Blood Axis
può chiudersi così in grande e meritata gloria. Questi 8 anni
di vuoto dalle scene, in definitiva, ci restituiscono un Blood
Axis nuovo di zecca, a quanto sembra sotto certi aspetti alquanto
distante dal suo passato, ma non per questo meno valido ed
apprezzabile.
Ho l’impressione che una parte dello zoccolo duro di fans
della prima ora non apprezzerà particolarmente questa svolta,
ma tutto sommato mi auguro che le mie impressioni possano
essere smentite: sarebbe senz’altro un segno di maturazione
ed apertura mentale da parte del pubblico della “Grey Area”.