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AUTUNNA ET SA ROSE + LIA FAIL + HAUTVILLE

2 Aprile 2011 @ Teatro S. Vincenzo de’ Paoli, Bologna

Testo di Gabrydark
Foto di Giancarlo Donatini

 

All’inizio un po’ sonnolento di questa primavera osservando bene nel vasto prato delle proposte musicali, si scorge lo sbocciare di un fiore, fresco ed inusitato nell’ elenco della flora di stagione.
Un evento sicuramente interessante per chi segue il mondo della musica genericamente dark in cui si sono esibiti due band neo-folk ed un “ensemble “, con il violoncellista, Simone Montanari, Il pianista, compositore e voce recitante, Saverio Tesolato, e la soprano, Sonia Visentin.

Ha aperto ilive, un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, la band Hautville di origine lucana, che ha interpretato sei brani tratti dal loro primo album No milk for babies : sound malinconico ed oscuro liberamente ispirato alla tradizione Neo- folk con prevalenza di brani acustici. Tuttavia alcuni pezzi,come Otranto, sono intrisi di sonorità più italiche, riecheggianti quasi la pizzica in alcune accelerazioni ritmiche; anche la scelta di cantare spesso in italiano richiama questo aspetto. Gradevole e dolcemente armoniosa la voce di Simona Bonavita evoca una natura verdeggiante, primitiv . Ben amalgamati i musicisti: Leonardo Lonigro alla chitarra, Francesco Dinnella alle tastiere, Paolo Bitonto al basso e batteria interpretano i loro pezzi con misura, nella ricerca costante di un equilibrio tra musica di origine nordica e la tradizione classica del sud, richiamata da Sapientza 2 ed Età del ferro, l’ultimo brano forse anche il più selvatico ed aspro.

 

Un breve intervallo di cambio strumenti precede l’uscita sul palcoscenico di Autunna et sa Rose, un “ensemble “ originale ed intellettualmente raffinat , che alterna recitazione a brani di musica da camera, cito “… che cerca un connubio tra rappresentazione teatrale e concerto d’avanguardia dove le due forme d’arte tendono ad integrarsi l’una con l’altra, rincorrendo a vicenda i vari significati, sensi ed emozioni che insieme intendono comunicare . “ Tesolato ha il carisma dell’attore, del musicista, dell’istrione che offre versi drammatici sulla morte, sulla sofferenza della vita, dell’amore, sulla ricerca di libertà dello spirito, sulla desolazione della realtà. E il recitato si tramuta nelle note del suo pianoforte e del violoncello di Montanari, accompagnati talvolta dai gorgheggi della Visentin. Questo spettacolo trascina gli spettatori a cercare nella profondità del loro spirito i segni di una sensibilità che scaturisce trasognata ed eterea, ma di una pienezza frastornante pur nella sua astrazione total . Mi sono tornate alla mente alcune parole di Kandinskji sulla spiritualità nell’arte
“ il colore è il tasto, l'occhio è il martelletto, l'anima è un pianoforte con molte corde.” Qui il verso , l’orecchio sono i dati concreti e gli strumenti sono i mezzi attraverso i quali l’anima emerge all’esterno.
Momenti intensi quindi creati da brani quali L’art et la mort ispirati da un estratto degli scritti di Artaud ancora Caresses Aux Coeurs, Seele im Spielkartenschloss, in cui l’anima è prigioniera di un castello di carte, che rende ancora ambigua la sua situazione. Slow rain, Sofferto pulsare , Sussurro melodioso , le note cristalline degli strumenti e della voce resa anch’essa strumento si snodano nel proseguio dello spettacolo, che pur a malincuore è costretto ad essere interrotto e concluso inopinatamente dalla ristrettezza degli orari concessi. Lo scontro tra arte e materia si conclude con una bieca vittoria di quest’ultima, lasciando qualcosa di non-finito nell’aria.

 


E di ciò soffriranno anche gli ultimi protagonisti dell’evento i Lia fail , qui convenuti con la loro nota passione a presentare il loro prossimo album d’esordio .
Iniziano la loro esibizione con Restess eyes e subito si sente in loro una nuova energia, data dalla consapevolezza forse di aver raggiunto il traguardo ormai prossimo dell’uscita del loro primo cd o dall’ormai consolidata esperienza dei molteplici concerti fin qui realizzati. Il basso di Nico accompagna con le voci ormai rodate e sempre piacevoli di Sabella Spiga e di Andrea Carboni , la chitarra di Edoardo Franco arpeggia in primo piano con passione, mentre Giuseppe Sansolino cura i drums con vivacità. Vengono suonate poi Lost in the wind, sempre suggestiva ed il cavallo di battaglia Leipzig, l’inedito New dimension e Lonely Anguish, presente nel demo del 200 .
In tutto comunque si ascoltano sei brani dei Lia Fail , invece che i previsti undici, poiché il concerto si conclude per l’ora tarda; gli altri, soprattutto gli inediti, li ascolteremo nel loro cd!

Il divertimento c’è stato e gli organizzatori meritano un plauso per aver realizzato una serata di ottima musica, uno spettacolo vario ed insolito, a cui hanno aggiunto negli intervalli, molto gradite anche dalla sottoscritta, birra e patatine. In uno scenario generale che appare sempre più povero di novità si può dire che questo live è sbocciato come un rorido fiore con la voglia di prolungare il più possibile per gli spettatori l’aura del suo profumo.