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AUTUNNA ET SA ROSE
S. M. Maddalena (Rovigo)

La curiosità di vedere dal vivo questa "band" era molta, tanto da farmi rinunciare ad un altro concerto (Humanoid Army) e ad un dark party, entrambi vicini a casa, e a sfidare la nebbia che avvolge notoriamente la pianura padana. Sì, perché il concerto si è svolto in un auditorium a S. M. Maddalena, in provincia di Rovigo, ma a cinque chilometri da Ferrara. Autunna et sa Rose, fortemente influenzati dal teatro e da Antonin Artaud, propongono una nuova forma-concerto con un palcoscenico coperto di foglie secche di platano, un dipinto di Klimt, fiori, candele e una forte presenza scenica legata strettamente nelle movenze e nei significati alle stesse composizioni musicali. Tutto questo appare molto radicato non solo nel concerto che vedrò, ma soprattutto nell'ultimo cd "Sturm", opera di teatro-musica dal quale saranno poi tratte quattro "canzoni".
Verso le 22:30 il concerto inizia, di fronte a non più di trenta persone che sembrano essere per lo più amici della band e persone del paese che, non sapendo cosa fare, hanno tentato l'avventura, visto anche l'ingresso gratuito. "L'art et la Mort", canzone (una delle migliori) tratta dal primo album, apre il concerto e subito le influenze teatrali del cantato di Disorder si f
anno vedere e sentire, come anche la passione di quest'ultimo per A. Artaud, del quale vengono tratti scritti dalla raccolta omonima che dà il titolo al pezzo. Le canzoni alla fine saranno 11 più due bis per circa un'ora di spettacolo e non si può dire certo che il concerto sia scivolato via dolcemente. L'eccessiva e a tratti forzata teatralità e seriosità della performance ha penalizzato e forse annoiato il già esiguo pubblico (alcune persone si sono addormentate), il tutto aggravato, per quanto mi riguarda, dalla non eccellente impronta vocale di Disorder, che dovrebbe decidere se recitare o cantare. Certi pezzi, come "Gentiane percluse", "Sarabande" di Bach adattata con dei passi (campionati) su un selciato e Disorder che volontariamente calpestava le foglie secche imitando un cammino riflessivo, l'ottima versione di "Egypt" (Tuxedomoon) e l'eccezionale "Decline and fall" con testo di A. Artaud e musica dei Virgin Prunes (If I die, I die) hanno suscitato vibrazioni ed emozioni forti ed intense, ma forse non è bastato. Un applauso accorato a Gianluca Lo Presti che con le sue electro-manipolazioni e noise-guitar ha colmato e riadattato le canzoni in chiave più sperimentale e avanguardistica: bravo! In definitiva credo di preferire di gran lunga le registrazioni su cd, più complete e vibranti, ad una performance live a dir la verità un po' fredda (Disorder mi sembrava molto emozionato... strano però!). Disorder è visibilmente partecipe, emotivamente e gestualmente, al concept scenico e musicale da lui ideato, e da qui traspare "La ricerca della pura Bellezza, ricongiungendo il proprio spirito con le supreme forze della Natura nell'ideale dell'Amore Cosmico"..... un po' pretenzioso anche se molto nobile! E' bello fare del proprio credo una bandiera, ma non di certo una ragione di vita, infatti è proprio da qui che vengono i problemi di A. & S. R.!
Non vorrei che la mia opinione fosse quella di aver assistito ad un concerto non bello, ma quello che è trasparso è il non perfetto connubio tra teatro e musica applicato da A. & S. R., inoltre mi domando chi li faccia suonare in un posto che sinceramente non è il loro (troppo provinciale), come secondo me non lo è il Vampyria, dove suoneranno ad aprile (come farà Disorder a recitare in un non-palco?!). Comunque bravi, e quando riusciranno ad affinare questa nuova forma di concerto non li vedremo più suonare nei clubs, ma in piccoli teatri, sede che permetterà loro di esprimere tutta la sensualità, l'universalità, la simbolicità e l'estetica delle "visionarie azioni ambienteatrali" dei quadri dipinti da Autunna et sa Rose.
( Testo e foto Noctiluca /
noctiluca@katamail.com)

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