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NORMA LOY – SWANN DANGER – VIDI AQUAM

@ Noise Club - Torino 30/06/2007

Testo by Oflorenz

 

Attendevo trepidante l’appuntamento del 30 giugno per 3 diversi motivi: rivedere i Vidi Aquam “nuovo corso” dopo ben 4 anni di inattività, gustare per la prima volta un mito della vecchia ondata wave transalpina degli albori, ed infine scoprire un progetto post-punk “made in USA” per il sottoscritto assolutamente nuovo.

Ebbene, le tre aspettative sono state pienamente soddisfatte, ed resta un po’ di rammarico solamente per la scarsa affluenza di pubblico torinese, che ad onor del vero si è perso una serata coi fiocchi; buona parte dei presenti giunge da Milano, qualcuno addirittura da Roma,mentre i sabaudi – ahimé - latitano pericolosamente.

Ma veniamo a Vidi Aquam, cui tocca aprire la soirée verso le 23.30 con la nuova formazione guidata come sempre da Nikita, e comprendente anche i membri storici Fabio Degiorgi al basso e Daniele Viola alla chitarra, con in più gli apprezzati ed inediti interventi alla tromba di Parzo aka “GOJ7”. Il gruppo che vedo questa sera è sotto certi aspetti abbastanza lontano da quello in azione qualche anno fa a Magenta od al Transilvania di Milano, nell’epoca in cui Serena si occupava delle vocals. Nonostante ciò altrettanto valido è l’impatto rispetto ad allora: il basso di Fabio, sempre in ottima evidenza, e la chitarra tagliente di Daniele fanno sempre la loro “sporca figura”, mentre Nikita ritorna a noi nel ruolo di vero e proprio frontman dedicandosi al cantato ed in alcuni frangenti alle percussioni, come nella marziale “I Dannati“. Oltre a quest’ultima altri 3 sono i brani di un tempo che il gruppo meneghino-novarese ci ripropone: la sempre bellissima ed ipnotica “Lost in Time”, “The world dies” (la “Good Healt di un tempo) e “Shadowman”, quella dello split con The Unfaithful. Nel complesso la band di “Apocalisse” si ripropone a noi in maniera convincente ed in piena forma, e personalmente auspico che possa continuare anche la collaborazione con Giulio, i cui sperimentali inserti di tromba si incasellano alla grande nel sound di Nikita & co.

Foto by Oflorenz
Foto by Violetta



Swann Danger, creautura originariamente di Cynthia Mansourian ed Andy Zevallos da Oakland – California, sono ora un trio che si avvale anche dell’indemoniato batterista Jim Andersen, un tizio che con la sua t-shirt dei Sex Pistols e la bionda zazzeretta ossigenata sembra appena uscito dal movimento Punk 77! Mi piacciono i tre, eccome. I loro brani sono lunghi, ipnotici, dilatati, con il basso cattivissimo di Zevallos che regge la struttura ritmica dei brani , e le staffilate di chitarra elettrica di Cynthia che non lasciano respiro. La voce della ragazza è forse l’elemento più “Post-punk” del gruppo, mentre per il resto il sound è molto ”americano”, in alcuni frangenti vicino ai gruppi desertici dell’Ovest spesso inquadrati nella corrente cosiddetta “stoner”. A tratti mi vengono alla mente anche i favolosi Melvins degli inizi, insomma…un bel tiro non c’è che dire! L’ultimo lavoro “Deep North”, come scoprirò a casa ascoltando il cd appena acquistato, la fa da padrone, rivelandoci un gruppo che per che scrive è davvero una lieta scoperta.

Foto by Oflorenz

 

Il cambio palco pre Norma Loy si fa attendere più del dovuto (il gruppo tra l’altro aveva già provato per due ore in un infinito sound-check!) ma lo show dei 4 ci fa presto dimenticare l’ora ormai impossibile e la fatica, con una performance sonico-visiva che è un vero calcio in faccia! Chelsea, completamente rasato, è una sagoma pazzesca: corre e salta come un matto per tutto lo show, interagendo col pubblico in balli e danze divertentissime che ci coinvolgono tutti soprattutto nei pezzi più tirati . Le immagini proiettate alle spalle del gruppo sono fantastiche, e rasentano temi che vanno dall’assurdo-dadaista alla blasfemia più spinta: per questo però vi rimando alla gallery fotografica…funge meglio delle parole!

Una vera sorpresa anche i 4 distinti interventi di figure femminili travestite con maschere che vanno dal fetish all’orrido/allucinante, come nella cover della velvetiana “Venus in furs”, in cui la mistress frusta , a ritmo di musica, il singer-slave implorante ai suoi piedi. Una delle altre comparse, se non ricordo male l’ultima ad entrare in scena, mi ricorda addirittura i personaggi assurdi dei fantastici Genesis “prog” dell’era di Gabriel, quando ancora erano un gruppo serio e con le palle…ma questa è un’altra storia!

Foto by Oflorenz


Norma Loy, insieme Clair Obscur, Kas Product, Opera Multi-Steel, Martin Dupont e molti altri furono la punta di diamante dell’avanguardia post-punk francese, e questa sera non se lo sono di certo dimenticato, nonostante la trentina d’anni trascorsa da quell’epoca così affascinante in cui Chelsea ed Usher si incontrarono per la prima volta in un liceo francese, accomunati da un’insana passione per tali Alan Vega e Martin Rev…