ANITA
SILVA
Intervista by Nikita
Al
nostro secondo "Rosa Selvaggia Obscure Fest" al
Bloom, Venerdì 30 Aprile, esporra i suoi dipinti
a olio l'artista Anita Silva con la mostra "Claustofilia".
In attesa dell'evento gli porgiamo alcune domande.
Ciao
Anita, Quando hai iniziato a dipingere e quale è
stato lo stimolo che ti ha portato verso questo tipo di
arte?
E' difficile dire cosa mi abbia dato lo stimolo a dipingere,
o forse è troppo facile, nel senso che dipingere
la considero una funzione fisiologica. Considero fisiologico
tutto ciò che si può definire arte. L'arte
che vedo e che sento mi nutre e l'arte che faccio è
qualcosa che ha bisogno d'essere espulso e credo sia così
da quando sono nata. In termini più concreti però
ho iniziato a dipingere ad olio nel 1999 da totale autodidatta
e temo d'esser autodidatta in praticamente ogni cosa che
faccio; questo perchè sono una pessima allieva, ma
amo scoprire e coltivare i miei talenti senza correre il
rischio di farmi contaminare da eventuali "maestri".
La tua mostra è intitolata
"Claustofilia", perchè?
Nella mia infinita superbia considero "claustrofilia" più
di un titolo per una mostra, bensì il nome di una
correntre pittorica. La mia corrente.
Nasce insieme alla necessità fisiologica di cui parlavo
prima, di espellere qualcosa che dentro di me è maturato
prendendo forma, sono i miei incubi, le incertezze e le
certezze che spesso sono ancora più scomode delle
incertezze e il nome che sembra un paradosso e siglifica
banalmente: amore per gli spazi chiusi, fà riferimento
sia allo spazio interiore che al piccolo spazio in cui ognuno
di noi si rifugia quando il mondo esterno costringe a costruire
muri sempre più serrati intorno a sè. Claustrofilia
parla dell'amore per la solitudine, dell'isolamento come
scelta e del buio come condizione ottimale dalla quale osservare
la luce.
Quale emozioni vuoi trasmettere
con i tuoi dipinti?
Vorrei che i miei quadri esprimessero qualcosa di più
rispetto a ciò che stavo esprimendo io mentre dipingevo.
Vorrei che chi li guarda vi trovasse qualcosa di sè
stesso e che questo lo rassicurasse. Vorrei che le persone,
guardando i miei quadri si sentissero meno sole. Che smettessero
per un attimo di pensare che il proprio dolore è
diverso o più grande del dolore degli altri, ma che
il dolore è una questione condivisa ... è
di tutti, che non vi è per esempio differenza tra
il dolore che procuriamo e quello che riceviamo e che ovviamente
la stessa teoria vale per tutti gli altri sentimenti.
E soprattutto, il mio desiderio più ambizioso è
riuscire a tradurre il dolore in chiave ottimistica, perchè
secondo me in esso è racchiusa molta più vita
che in tutte le altre sensazioni che possiamo provare nella
vita terrena e ci tengo a puntualizzare che in questa filosofia
io non mi avvicino nè al masochismo nè al
misticismo.
Ma molto più semplicemente vorrei che la gente non
si limitasse a guardare, ma provasse a sentire, perchè
quando dipingo io stò raccontando una storia, più
spesso è una poesia o una canzone. Purtroppo, malgrado
il mio amore viscerale per la musica, non ho alcun talento
musicale e per quanto riguarda lo scrivere, mi piace farlo
ma sono troppo ignorante per farlo bene e quindi tutto quello
che ho da esprimere lo faccio dipingendo, dove non serve
essere bravi per poter dire cose importanti.
In quali eventi hai finora
esposto?
Espongo i miei quadri al pubblico da solo un anno e il mio
"battesimo" è stato proprio al Bloom, lo scorso anno.
Durante quest'anno ho fatto in modo di esporre sempre in
ambienti dove fosse possibile accompagnare la mostra con
della musica. Lo considero fondamentale perchè la
musica accompagna quasi tutta la mia vita e non ho mai steso
una pennellata senza farmi accompagnare da della musica
accuratamente selezionata e spero di riuscire a farlo sempre
anche se le gallerie d'arte attrezzate o disponibili ad
accettare questa condizione non sono molte, ma diciamo pure
che questo è un problema più loro che mio.
E' una mia impressione ma in
molti tuoi dipinti il soggetto è spesso una donna?
Se si come mai?
Credo d'aver implicitamente già risposto a questa
domanda. Il soggetto è una donna perchè io
parlo di mè, parlo di sensazioni vissute attraverso
il mio corpo e perchè in me non esiste una scissione
tra la mente e il corpo. Sò che se la mia mente è
ferita il mio corpo si ammalerà e che se il mio corpo
verrà ferito allora si ammalerà la mia mente.
Per questo uso il corpo come chiave di lettura e uso il
fisico per rappresentare il metafisico.
Hai contatti con altri artisti?
Si può dire che io abbia contatti "solo" con altri
artisti. Faccio molta fatica a relazionarmi con persone
che non abbiano una mente creativa e reattiva, però
la maggior parte sono musicisti, scrittori e registi ...
qualche fotografo, ma mi tocca dire, haimè, i fotgrafi
con qualche vena artistica sono piuttosto rari. Nella cerchia
delle mie frequentazioni i pittori invece li posso contare
su una mano e questo perchè la maggior parte dei
pittori ha un atteggiamento che io definirei "competitivo",
nei confronti degli altri pittori. Questo è un atteggiamento
che ho notato anche tra i musicisti e onestamente non lo
comprendo. Io credo che nell'arte ognuno esprima le proprie
idee e sensazioni e quindi non può esistere competizione
se non con sè stessi ... ho come l'impressione che
questo astio competitivo dipenda da un'insicurezza personale
di chi in realtà, di proprio, ha poco da dire.
Oltre a dipingere, sei anche
una modella, fotografa, scrivi poesie, fai vetrate artistiche
e tatuaggi. Qual'è di queste attività artistiche
ti completa di più?
Sicuramente dipingere. Anche scrivere mi piace molto ma
credo che sia impossibile dire cosa mi gratifica di più,
perchè in realtà mi gratifica proprio fare
ciascuna di queste cose ... ho una necessità incombente
di comunicare, userei ed uso ogni mezzo a mia disposizione
per farlo: la recitazione, la danza, la scrittura, la pittura,
mi piacerebbe moltissimo cantare ... nella sfera più
intima anche cucinare è un modo per esprimersi e
per trasmettere qualcosa a chi mangerà. Anche il
sesso può diventare un'opera d'arte se uno di arte
ne ha. Insomma, invece di lasciare che la vita passi per
poi rendermi conto che è durata pochissimo, faccio
in modo di trasformarla in una gigantesca opera d'arte riconosciuta
tale almeno da me stessa ... che poi, è l'unico giudizio
che conta veramente.
Quale differenza ci sarà
come esposizione dalla tua precedente mostra al Bloom?
Quest'anno riproporrò delle opere che avevo già
esposto lo scorso anno, ma anche delle novità, tra
cui anche una serie di fotografie in bianco e nero che ho
fatto sfruttando la chiusura lenta del diaframma e che trovo
abbiano un forte impatto. Sono molto curiosa di sentire
che cosa faranno pensare a chi le guarderà e soprattutto
sono felice di esporre ancora una volta durante un evento
così ricco di arte multisensoriale (ride).
Ti ringrazio per l'intervista e ringrazio anche chi ha avuto
la voglia e la pazienza di leggerla fino in fondo e arrivederci
al Bloom il 30 Aprile.
Sito
web: http://www.myspace.com/nachtmodel