A quattro anni dalla “part one”, tornano gli
Albireon con il secondo episodio di “A mirror for
ashen ghosts”.
Quello di suddividere una
tematica in diverse uscite nel corso degli anni č
sempre qualcosa di ambizioso e complesso nella
carriera di una band, e normalmente, pur
conservando le principali linee guida, la proposta
musicale spesso muta e talvolta evolve in qualcosa
che nulla ha pių a che fare con le parti
precedenti del concept. Questo č il caso degli
Albireon: negli anni il loro sound ha imboccato
molteplici vie, approdando a lidi impensabili come
il metal estremo, giungendo ora ad una deriva
minimalista e a tratti industrial, pur conservando
pienamente le atmosfere degli esordi e la profonda
malinconia che deriva soprattutto
dall’inconfondibile voce di Davide Borghi.
Diversamente i testi, in piena coerenza con la
prima parte, si dedicano ancora una volta
all’estrema sofferenza, talvolta all’agonia, prima
di una morte lacerante, di una serie di
personaggi, alcuni famosi, altri che lo divennero,
coinvolti loro malgrado in fatti di cronaca che
ebbero notevole risalto. Ci sono quindi Anna
Pardini, la pių giovane vittima a soli 20 giorni
di vita, dell’eccidio nazista di S. Anna di
Stazzema, Gunther Messner, Luigi XVII, forse il
momento di tutto l’album pių legato al passato
folk degli Albireon, ma anche il compianto Marco
Corbelli, celebrato con uno strumentale che
incorpora alcune delle celebri “rasoiate” dei suoi
Atrax Morgue. Permane il sodalizio con Massimo
Romagnoli che ha curato coi suoi dipinti le
copertine di quasi tutti gli album, incluso
quest’ultimo che esce su cd in confezione
digifile, limitato a sole 100 copie.
Link:
https://albireon.wordpress.com