YGGDRASILL
Conversazione
informale con gli Yggdrasill: una
piccola grande realtà musicale bolognese
Intervista by Gabrydark
Fotografie by Giancarlo Donatini
Dopo
aver sentito il gruppo degli Yggdrasill a Nerorchestra ed
avere saputo che è di Bologna , mi ha preso la curiosità
di sapere come mai dei bolognesi siano diventati interpreti
di musica Neofolk e quali siano state le loro fonti d’ispirazione.
Perciò,
dopo averli contattati, ho proposto ai componenti della band
un incontro per un’intervista, che si è trasformata
in un’ interessante e piacevole conversazione sulla musica,
le opinioni , gli obiettivi del gruppo, seduti su una panchina
dei Giardini Margherita, il parco più vasto e bello
della città, ristorati da un lieve zefiro, sollievo
alla calura del tardo pomeriggio estivo.
Sono
arrivati in tre dei cinque componenti il gruppo : la cantante
Virgina,al secolo Valentina, Federica, una delle musiciste,
ed Ahndy, voce maschile e percussioni e ,se così si
può chiamare leader del gruppo; gli assenti erano impegnati,
chi all’Università , chi al lavoro… vorrei sottolineare
come tutti abbiano altri impegni e siano uniti dalla passione
e dall’interesse per la musica.
Gabrydark
: “Qual è l’origine del vostro nome e come si è
formato il gruppo?”
Ahndy:
- Beh… dobbiamo ringraziare Federica; si cercava un nome
che suggerisse contenuti esoterici e si collegasse al tipo
di musica che facciamo e lei suggerì il nome che deriva
dalla cultura norrena e che in quella mitologia rappresenta
l’albero che regola l’equilibrio dei mondi, si tratta comunque
di una cultura sassone, proveniente dalla Germania e dall’Irlanda.
Invece
gli albori del gruppo risalgono al ’99. Infatti dopo un’esperienza
con i Lia Fail, che fondai con un amico, Nico, oggi ancora
leader di quella band, me ne andai per punti di vista diversi
e formai il gruppo odierno con i musicisti dei Lia che mi
seguirono , Evelina e la qui presente Federica. Nel 2007 subentrò
la cantante Virgina, che dopo aver assistito ad un concerto
, si propose poiché le piaceva molto il progetto. La
sua voce ci parve particolarmente adatta e quindi eccola qui
con noi e con il suo repertorio di conoscenze della musica
che facciamo..
Gabry
: Componete voi le vostre canzoni e quali sono le influenze
o le fonti del vostro sound?
Virgina:-
Intanto diversi sono gli apporti di Ahndy; con me sono cambiate
le influenze. Tuttavia desidero premettere che musica e testi
nascono da un lavoro in sinergia. Ci riuniamo, discutiamo
sulle nostre diverse idee, quindi si elabora: non c’è uno
che decide per gli altri, si condivide tutto. E’ un vero e
proprio lavoro di gruppo.
Federica:-
Se qualcosa non piace o non va bene , si ricomincia da capo
senza risentimenti o pentimenti . I testi comunque sono perlopiù
di Ahndy e Virgina . Si lavora con passione e si mettono le
idee a confronto con spirito innovativo. La nostra è
una continua ricerca di nuove espressioni e una crescita continua.
Gabry:
Ho notato che nella vostra formazione ci sono dei cambiamenti
: ad esempio nel vostro sito si parla di tastiere , ma a Nerorchestra
non c‘erano , vi era invece un altro percussionista. Come
mai queste variazioni?
Ahndy:–
La nostra formazione varia da quattro a cinque componenti:
ci sono sempre due chitarre , percussioni e naturalmente la
cantante a cui si aggiungono talvolta le tastiere o altre
percussioni, oppure rimaniamo in quattro.
Virgina
: – Dipende anche da come vogliamo gestire la serata .
In alcuni casi abbiamo suonato in acustico senza percussioni
.
Gabry:
Non avete ancora pubblicato CD. E’ una vostra scelta?
Virgina:-
Ci piace lavorare in live. Un concerto dà sensazioni
uniche, ma presto arriverà un CD: si sta cercando la
formula giusta per non avere controlli ed imposizioni , come
oggi spesso capita a chi fa musica . Non vogliamo che cambino
la nostra impostazione!
Gabry:
scusa , il discorso è interessante, magari ci torniamo
sopra . Ora vorrei concludere il discorso sulle fonti d’ispirazione.
Ahndy :- All’inizio sì , mi ispiravo
a molti gruppi, poi ho cercato un suono mio. Siccome nulla
nasce da nulla , bene o male c’è un’ impronta di sonorità
classiche del genere neo folk. Dai Camerata Mediolanense per
esempio è venuta l’idea delle percussioni.
Virgina:
– Però non è detto che per forza ci debbano
essere tutti gli strumenti . Il senso della canzone e ciò
che vogliamo comunicare , ci fa decidere che strumenti usare.
Ognuno di noi ha varie passioni musicali ed è chiaro
che queste entrano nel nostro modo di fare musica , ma in
modo personale : non si tratta di una imitazione nel senso
di mimesi, ma una rielaborazione di ciò che si ama
nella ricerca di un suono originale e nostro . Per esempio
cerchiamo effetti più melodici rispetto anche alla
musica medievale, che è nel nostro repertorio.
Federica
:-Anche le covers che abbiamo in repertorio, e sono un bel
po’, ci piace arrangiarle secondo il nostro modo di percepire
e comunicare . Ci piace proporre una bella canzone che è
gradita a tutti noi anche se non è nostra.
Gabry:-
Cosa pensate della situazione musicale bolognese ? Poi, se
vi va , possiamo allargarci alla situazione italiana…
Virgina: - Vivo a Bologna solo da tre anni
per ragioni di studio , però mi sono resa conto che
non c’è incentivo per le piccole realtà musicali, cosicché
è molto difficile mettersi in luce e con il passare
del tempo lo è sempre di più . Ora è
cambiata anche la gestione di uno spazio come Bolognetti,
dove vi era la possibilità di esibirsi per i gruppi
come il nostro. Qui c’è poco desiderio d’investire sulle piccole
realtà, come invece avviene all’estero. La Romania
è molto più avanti di noi in questo senso. E’
deprimente che ci sia qui in Italia poca mobilità:
si viaggia poco per andare ai concerti e paradossalmente si
va più all’estero , perché da noi costa tutto
di più, anche i biglietti per i concerti . Se avviene
ciò per i nomi famosi , immagina per i più piccoli
cosa accade . Per organizzare un live ci si deve gestire attraverso
le amicizie!! E a Bari da dove vengo, la situazione è
anche peggiore .. nessuno fa musica sua , ma covers dei Cure
o dei Depeche Mode , solo così puoi sperare di suonare
da qualche parte. Poi c’è la questione dell’orario: da noi
s’inizia sempre troppo tardi.
Federica :- Ma anche per i nomi importanti ci sono
problemi qui per l’orario : per esempio al concerto dei Depeche
Mode a Milano non si sentiva nulla se ti trovavi lontano dal
palco , perché per legge si devono tenere bassi i volumi
degli amplificatori dopo una certa ora. E’ il colmo!
Ahndy:- Sono d’’accordo con Virgina : non c’è spazio
per i gruppi emergenti e c’è di conseguenza poca gente a seguirli.
Tuttavia se ne dessero la possibilità, ci si potrebbe
trovare , come è capitato a noi a Budrio in una piazza
di gente anziana , di essere in un contesto che sembra non
c’entrare nulla e di avere un successo ed un ‘emozione insperati
veramente gratificanti!
Virgina :- Poi c’è poca umiltà qui tra le bands
italiane
famose: chi ha anche una certa cultura, pensa di essere superiore
ed emargina la piccola realtà musicale.
Ahndy :- Quando abbiamo suonato con i Faun (N.d.A:
Dark festival Bologna 2008) c’ è stato un ottimo rapporto
e a scambio di esperienze. Gli stranieri sono molto disponibili
ed aperti.
Federica
:- Con gli italiani è più difficile a parte
certe eccezioni . Oltretutto anche i critici musicali o le
riviste del settore tendono a scrivere critiche sterili piuttosto
che aiutare o dare dei consigli per migliorare e progredire.
Guarda: la vera gratificazione ti viene dalla partecipazione
di persone che magari ti sentono per la prima volta e che
ti trasmettono energia ed entusiasmo, perché senti
il loro apprezzamento.
Gabry.
Molti gruppi fanno spettacolo oltre la musica ; voi cosa ne
pensate, è necessaria questa spettacolarizzazione?
Virgina:
- Uno stile lo devi tenere: certo che il 90% dei gruppi che
fanno affidamento sull’apparenza o lo spettacolo , nascondono
con esso delle carenze… lo spettacolo riceve quell’attenzione
da parte del pubblico che viene distolta dalla musica . Quando
c’è qualità, l’apparenza è un dettaglio.
Federica
: - Però c’è chi fa eccezione: in alcuni gruppi,
come nei Cinema Strange, lo spettacolo serve per approfondire
il loro pensiero e spesso sei più preso da ciò
che stanno facendo che da quello che stanno suonando , ma
sono dei menestrelli , fanno teatro , si rifanno spesso a
Brecht, aumentano l’enfasi. Oppure come negli Einsturzende
, lo spettacolo è dato da oggetti bizzarri utilizzati
come strumenti: tubi metallici , compressori e altro di simile!
Ahndy:-
Io invece quando ascolto un gruppo , sento solo la musica,
tutto il resto per me è marginale ; probabilmente ciò
è dato dalla mia formazione come Dj.
Gabry:
Progetti futuri? Cosa dobbiamo aspettarci dagli Yggdrasill?
Ahndy:- Il progetto immediato è un disco
: i pezzi ci sono . Se ci fosse la possibilità ci piacerebbe
un vinile . Ma priorità assoluta per tutti noi è
creare un prodotto particolare , che attragga l’appassionato
di musica e lo spinga ad acquistare. Si sta pensando ad un
prodotto multisensoriale, con una buona grafica in confezione
piacevole. Insomma qualcosa per cui valga la pena di spendere
dei soldi in un periodo, non nascondiamocelo , in cui tutti
preferiscono scaricare le tracce da Internet, piuttosto che
rischiare di comperare un CD in cui solo pochi pezzi sono
veramente buoni e gli altri scadenti.
Virgina
: - E’ una vera sfida per noi anche in termini economici,
perché facciamo musica per passione , non per guadagno
e tutto qui in Italia è condizionato dalle case discografiche
che impongono certe linee. Noi vogliamo potere esprimere la
nostra arte liberamente senza essere etichettati per forza
in un genere, dare emozioni , non porci mai dei limiti, andare
avanti in ciò che crediamo. Non ha senso l’arte, se
non parte da una tradizione , una cultura , che però
non è detto sia quella che l’industria discografica
oggi impone qui.. L’arte deve avere un ampio respiro : non
è circoscrivibile,né omologata. E’ perciò
che cerchiamo una strada e ci sentiamo in continua evoluzione.
E’ difficile e spesso avvilente non essere supportati in questo
da coloro che avrebbero la possibilità di farlo.
Gabry:
- Come siete arrivati voi alla musica?
Virgina :- Ho sempre amato l’arte ,
in tutte le sue manifestazioni. Il canto è arrivato
quasi come una vocazione in età precoce , a 12 anni,
ho preso lezioni per la respirazione , poi ascoltando tanta
musica buona, cantautori anni ’60 :,Tenco , De Andrè
, Jazz, New wave, New folk, ho cercato la mia strada.
Federica
: -Ho iniziato, non sto scherzando, in parrocchia a suonare
la chitarra . dopodiché ho continuato a studiare e
a volere suonare ciò che sentivo e mi piaceva. Una
volta che hai in mano lo strumento, viene spontaneo cercare
di produrre ciò che ami. Io ascolto tutto: metal ,
gothic, generi movimentati e anche De Andrè che faceva
della vera poesia . Secondo me come lui , bisogna essere semplici
e puntare sul comunicare, dare emozioni e dove non arriva
il testo, arriva la musica!
Ahndy:
- Dire che la musica è la mia vita, non è un
eufemismo: ci lavoro anche con la musica; e per farti capire
cosa abbia significato e significhi ancora oggi ,ti cito una
frase che mi dicevano in famiglia quando ero adolescente:
mi esortavano a parlare più con la gente che con la
musica..
E
con queste parole si è chiusa la conversazione . Molti
sono stati gli argomenti su cui si potrebbe ancora discutere,
ma, se mi è lecito, vorrei concludere con un apprezzamento,
che desidererei trasmettere ai lettori , sulla passione che
anima questi musicisti, e come loro tanti altri ,che al di
là degli ostacoli, continuano a fare musica, più
professionali dei professionisti , a portare avanti i loro
sogni e a comunicarli, nonostante gli innegabili sacrifici
a cui sono costretti dall’odierna situazione italiana e dalla
poca considerazione dei media . Sosteniamoli allora con la
nostra stima di pubblico!
My
Space: http://www.myspace.com/yggdrasill3