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XXI
WAVE GOTHIK TREFFEN Testo
di Fabio Degiorgi VENERDI’
25 MAGGIO Tocca
poi agli attesi PRESS GANG METROPOL (foto in alto) :
già dal soundcheck e dalla strumentazione utilizzata subodoro qualcosa
di positivo, l’esibizione mi conferma la bontà della nuova creatura
di Sebastién Pietrapiana,
Christophe Baudrion e Franck Amendola. Belle melodie, bei giri di basso, una voce
inconfondibile, e, con grande tripudio del pubblico, eseguono anche
alcuni pezzi dei Corpus Delicti tratti dai
due album più celebri, “Twilight” e “Sylphes”.
Certo, i brani dei PGM sono decisamente un’altra cosa, hanno una buona
base post-punk ma virano spesso verso un indie contemporaneo e sono
quindi privi di quella cupezza mortifera che aveva reso grandi i CD
negli anni ’90. Penso che comunque i nostri abbiano fatto bene a rinnovarsi
e a tentare nuove strade. Gli
EDEN HOUSE (foto a sinistra)
sono una sorta di supergruppo
fondato dal bassista dei Fields of the Nephilim Tony Pettitt, dal chitarrista
degli Adoration Stephen Carey e dall’ingegnere
del suono dei Pink Floyd Andy Jackson (chitarrista anche lui, ma il
suo curriculum completo porterebbe via una pagina intera), che in
studio vanta una lista di collaboratori illustri fra i quali l’arcinota
Monica Richards. Dopo una sistemata ai volumi inizialmente sballati
(l’acustica del Felsenkeller poi non è certo
il massimo), si rivelano una delle migliori sorprese del WGT 2012:
psichedelici ed eterei, mi catturano sia per il flusso sonoro, sia
per la voce della bionda Evi Vine, che non ha bisogno di stupire con gli effetti speciali
delle sue colleghe. Molto bravi insomma. SABATO
26 MAGGIO L’arrivo
al Parkbuhne di oggi è per me il momento
più atteso di tutto il festival, ma anche quello con maggior riserva:
i DANSE SOCIETY (foto
a destra) sono uno dei gruppi dark con cui sono cresciuto e tutti
i loro dischi sono stati per me fondamentali. Quando l’anno scorso
avevo saputo della pubblicazione di un nuovo CD
conMaethelyia
dei Blooding Mask al posto di Steve
Rawlings mi era venuto un colpo, poi leggendo
le motivazioni li avevo capiti, del resto, che fareste voi se, dopo
aver registrato tutte le parti strumentali per un album, il vostro
cantate vi mollasse sul più bello fuggendo oltreoceano? Devo dire
anche che il brano “Revelation”, il cui video gira su Youtube dalla scorsa estate, non mi aveva invogliato a procurarmi
il nuovo disco “Change of Skin”, quindi questa esibizione
al Treffen rappresenta una sorta di prova
del nove della nuova formazione. E l’impressione purtroppo è piuttosto
negativa, per due fattori distinti. Primo: Maethelyia
ha oggettivamente una bella voce, posso soprassedere sulla sua tenuta
kitsch stile vedova mediterranea, ma come sostituta di Rawlings non
ce la vedo proprio. Per quanto si impegni, sentire brani come “Somewhere”,
“Come Inside”, “Heaven Is
Waiting” e “2000 Light Years From Home” cantati da lei è un qualcosa di innaturale. Secondo
pollice verso: il fonico! Chi conosce i DS sa quanto erano importanti
le tastiere e il basso, ebbene, qui sono a malapena udibili entrambi
in qualunque angolo del Parkbunhe io mi
sposti, i brani risultano così svuotati e stuprati da un suono tipico
dei concertoni rock e metal tutti chitarra e batteria pestona.
Ovviamente di questo non ha colpa la band, almeno spero. Così anche
la cover di “White Rabbit” dei Jefferson Airplane (che
fu ottimamente reinterpretata dai Damned)
sembra un pezzo degli Evanescence. Mi spiace,
magari in studio hanno una resa dignitosa, e se avessero cambiato
nome (come gli ex Corpus Delicti diventati
Press Gang Metropol ad esempio) non sarei così severo.
Arrivo in tempo per ascoltare i VELVET CONDOM (foto a sinistra) , un duo francese cantante/chitarrista più tastierista con basi, che fa un mix di elettronica, shoegaze e indie. I primi brani mi piacciono molto: nonostante non apprezzi più di tanto chi suona dal vivo con troppa roba pre-registrata, basta un synth alla Suicide e una chitarra alla My Bloody Valentine per accontentarmi. Ma alla lunga mi annoiano leggermente, troppo ripetitivi e per forza di cose poco coinvolgenti sul palco. Sono uno di quei progetti che forse è meglio ascoltare in versione studio. I
superveterani OPERA MULTI
STEEL (foto a destra), francesi pure loro,
sono ritornati in attività nel 2010 con un nuovo
album, dopo un decennio dedito a svariati altri progetti, il più noto
dei quali è O Quam Tristis. Purtroppo anche qui
devo dare cartellino rosso al fonico (ma come li scelgono? Dubito
che ogni gruppo si porti il proprio di fiducia). Tutta l’impalcatura
fondamentale di tastiere/basi ha un volume così debole che sembra
di ascoltare musica in un appartamento, mentre voci, flauti e basso
(quando c’è) sono altissimi in confronto, con un effetto davvero fastidioso.
Il pubblico, almeno sulle prime file, sembra in estasi, e alla fine
i quattro musicisti salutano e ringraziano come a teatro, mah, forse
sarò troppo pignolo io, certo che su disco hanno tutt’altra resa. LUNEDI’
28 MAGGIO I
CRIMSON GHOST (foto a
sinistra)sono simpaticamente pacchiani, tanto nell’aspetto trash carnevalesco,
quanto nel suono, una miscela di gothic
rock teutonico, metal, poco punk, e qualche accelerazione hardcore
di tanto in tanto. I
CREEPSHOW (foto a sinistra)
dall’Ontario, Canada, sono un celebrità nel loro genere, tanto che
buona parte del pubblico conosce e canta tutte le canzoni. La cantante/chitarrista
Sarah è ancora più esile di quella degli Horrorfreaks,
sembra una bambina di 12 anni, eppure ha un’energia incredibile, bravissimi
pure gli altri tre membri, il cui aspetto non ha niente di “dark”
o “gotico”. Anche loro nel suono sono decisamente punk, con evidenti
componenti rock’n’roll e country, ed un organo che
aggiunge ulteriori pennellate di colore. Sicuramente una delle band
che ho preferito fra
tutte quelle viste in questi giorni. |