The WAEVE
The Waeve
LP/CD (Transgressive
records)
Anticipato da alcuni
singoli e da alcuni video dal refrain cupo, lo
scorso 3 Febbraio The Waeve, band o meglio duo
nato dall’incontro artistico-sentimentale del
chitarrista Graham Coxon e della cantante
ex-Pipettes Rose Ellinor Dougall, hanno pubblicato
il loro omonimo album d’esordio, disco che
evidenzia le enormi capacità compositive di Coxon
completate dai cristalli canori della Douglas.
“The Waeve” è un lavoro dalla forte e complessa
identità britannica, per menti fluide e palati
fini, con numerosi riferimenti all’acqua (infatti
il nome scelto è preso da una vecchia ortografia
inglese della parola mare) e musicalmente di
difficile collocazione. Graham,nonostante deve la
sua notorietà all’esplosione dei Blur, gruppo di
cui è stato co-fondatore con Damon Albarn, e di
conseguenza dell’Indie-Rock, ha nel Jazz le radici
da strumentista ed il suo background attraversa
l’elegante tappeto sonoro adagiato per i dieci
concisi estratti (lo stesso suona il Sax in più di
un brano). Ascoltando “Can I Call You” e “Kill Me
Again” viene naturale l’accostamento con i
Radiohead e nella canzone iniziale, Rose Ellinor
ricorda Sandy Denny nella parentesi Fairport
Convention. “Over and Over” è un brano elegante
che mi riporta nelle sonorità ad un altro duo, i
francesi AIR. Nella sezione fiati dell’inquieto
walzer di “Drowning”, nei violini di
“Sleepwalking” e negli archi di “Undine”, il
singolare linguaggio di Coxon si avvale degli
arrangiamenti di James Ford, il quale ha
sostituito le originarie parti di sintetizzatore
con veri strumenti senza, però, stravolgere la
stesura finale. “Someone Up There” sorprende per
la ritmica quasi Post-Punk, forte dell’uso di un
basso a sei corde appartenuto alla Sly and the
Family Stone, “Alone and Free” incontra Bowie,
“All Along” è un Folk-Rock onirico alla Clive
Palmer, songwriter londinese ex-componente
dell’eclettica community Incredible String Band:
la conclusiva “You’re All I Want to Know” è un
classico duetto, pregevole epilogo pop
esplicitamente carnale. Fin qui l’esposizione (o
la percezione) dei contenuti ma consentitemi
un’excursus personale: non sono solito a
proclamare anzitempo ‘playlist individuali’ ma
“The Weave”, molto semplicemente, è una delle
produzioni più belle e di qualità ascoltate di
recente (2022 compreso) che quindi consiglio,
certo di non deludervi.
(Luca Sponzilli)
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