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Intervista by
Gianmario Mattacheo)

Abbiamo incontrato Gianluca Piscitello, voce dei Viridanse il cui recentissimo "Hansel, Gretel e la strega cannibale" ha da pochi giorni fatto l'ingresso sul mercato discografico.



Gianmario:
ciao Gianluca! Felice di trovarti.
Gianluca: :Ciao Gianmario! Felice di fare quattro chiacchiere con te

Partiamo dalle notizie recenti. È uscito "Hansel, Gretel e la strega cannibale". Vuoi parlarci un po' di questo lavoro? Perché non dai ai lettori una guida all'ascolto?
Molto volentieri. Diciamo subito che è un album non "semplice". Non perché non abbia una sua fruizione, piuttosto perché è un lavoro complesso, articolato, decisamente più duro del precedente. I brani sono tutti piuttosto lunghi, con molti cambi d'atmosfera e quindi necessitano di ascolti approfonditi. Non è un album da ascoltare in sottofondo ecco. E' un'evoluzione del precedente. Chi ha apprezzato "VIRIDANSE" del 2015 sicuramente non rimarrà deluso anche se al primo impatto qualcuno potrebbe trovarsi un tantino spiazzato. Inoltre, a livello artistico anche in questo album vorrei segnalare le opere pittoriche contenute nel libretto realizzate da Antonio De Nardis (come nel precedente) e di AEno China. Opere che ovviamente non sono a se stanti ma viaggiano sulle stesse lunghezze d'onda delle musiche e dei testi e contribuiscono a completare il climax dell'intero lavoro.

L'album viaggia sul leitmotiv del declino della civiltà. Realizzare un lavoro come questo è sicuramente una sfida, se consideriamo che i concept erano figli di quella cultura musicale nata negli anni '70. Cosa rende, allora, vincente e non anacronistico il nuovo "Viridanse"?

Penso ci sia la necessità di un ritorno ad un certo tipo di proposta musicale. Oggi gli ascolti e la maggior parte delle produzioni sono "veloci", non dico usa e getta ma sicuramente più immediate. Anche in certi ambiti rock si è un pochino persa la voglia di sperimentare, di spingersi più in la del minutaggio e della struttura classica. Questo non vuol dire che non ci siano proposte valide eh, solo che nel nostro caso abbiamo scelto la strada del concept proprio perché non volevamo disperdere quel messaggio di cui accennavi nella domanda. Quindi realizzare un lavoro che contenesse un filo comune tra tutti i pezzi, anche se non è un racconto vero e proprio, suddiviso in parti. A non renderlo anacronistico sono sicuramente i suoni. La produzione di Lorenzo Stecconi (ZU, Ufo Mammuth e Lento) ha dato quell'impronta molto moderna. Potente e allo stesso tempo ricercata, in linea con certe produzioni "heavy" di oggi, cosi come era nelle nostre intenzioni. Siamo enormemente contenti di aver avuto l'onore di lavorare con lui. Non è un azzardo considerarlo il sesto elemento di questa formazione.

"Hansel Gretel e la strega cannibale", come ho avuto modo di sottolineare nella recensione, è una album che parte dalla musica per spingersi in altri territori; un "Altrove" artistico parimenti affascinante. Se fosse un romanzo, che romanzo potrebbe essere il nuovo disco del gruppo? E se fosse un film?
Beh.. se fosse un romanzo potrebbe bastare già il titolo (anche se è una fiaba), ma anche qualunque lavoro di HP Lovecraft, visto che comunque un paio di pezzi sono ispirati a suoi racconti. Se fosse un film?... bella domanda :. Cosi istintivamente, mi verrebbe in mente una fusione strana.. penso ad "Arancia Meccanica" con Tim Burton che collabora con Kubrick alla regia. Ma il super esperto in cinematografia del gruppo è sicuramente Flavio. Ti potrebbe regalare paragoni sorprendenti :) .

Flavio Gemma ci aveva detto come le registrazioni fossero avvenute "live" ed in soli tre giorni. Insomma, non si poteva sbagliare nulla e tutto doveva essere perfetto. Raccontaci un po' di più di quei momenti.
E' stata un'esperienza fantastica. Lavorare per quasi una settimana e per parecchie ore al giorno a stretto contatto, ha creato una coesione e allo stesso tempo un'intimità molto forti. Condizione necessaria, secondo me per la riuscita di un lavoro d'insieme come la registrazione di un disco. Certo non è stato semplice. Il non potersi permettere troppi errori può condizionarti durante le esecuzioni. Però siamo arrivati alle registrazioni ben preparati ecco : quindi tutto è filato via molto tranquillamente. E anche qui permettimi, un ringraziamento ulteriore a Lorenzo che ha saputo gestire le varie fasi con una professionalità incredibile, senza risultare freddo e distaccato, anzi. Poi ci siamo anche temprati fisicamente, visto che abbiamo registrato, a Novembre, nel Teatro Comunale di Alessandria, con una temperatura decisamente "bassa". Ricordo ancora i multistrati di felpe e giubbotti : e l'atmosfera di un teatro completamente vuoto, inquietante ma allo stesso tempo unica, nei riverberi degli strumenti, delle voci, sembrava davvero di essere in un'altra dimensione..

Ascoltando il lavoro ci accorgiamo di quanto "Viridanse" sia (per quanto straordinario) una sorta di preparazione al nuovo disco. Come se con il precedente iniziaste a capire le reali potenzialità dei Viridanse, compiutamente rivelatesi ora.
Sicuramente. Il precedente disco ci è servito per capire quali potessero essere i confini musicali da tracciare. Come ti ho accennato prima, il nuovo lavoro è un'evoluzione del precedente. Qualche riferimento new-wave , che ancora poteva essere presente in VIRIDANSE, nel nuovo lavoro non esiste più. Ma non in senso denigratorio del genere, sia chiaro, solo che le nuove capacità espressive avevano bisogno di coordinate diverse. E' un lavoro molto scuro, molto più pesante, anche se comunque le melodie hanno lo stesso la loro importanza. Ma è cmq un processo in divenire. Cercheremo sempre di sorprendere. Non ci riteniamo incastrati in un genere preciso. Dare un'identità personale al suono, quello si, ma non ci vogliamo porre limiti compositivi.

Quanto è stato difficile creare le giuste alchimie tra le tue parole e le musiche di Flavio e soci? È stato questo il momento più difficile della tua "creazione"?
Molto più che nel precedente lavoro sicuramente. Innanzitutto in quest'album mi sono cimentato per la prima volta nello scrivere testi basati su racconti. Cosa che per me è una novità assoluta, visto che ho sempre scritto liriche basate su esperienze e sensazioni personali. E poi a livello metrico, ho dovuto un po' mettere da parte la scrittura canonica per qualcosa di più "free" incoraggiato comunque da Flavio che mi ha spinto sin dalle prime prove a osare senza porsi limiti particolari. Un recupero di certi cantati in italiano tipici del prog anni' 70. E' stata una bella sfida.

Qual è il pezzo del nuovo album che senti "più tuo"? Quello che non vedi l'ora di proporlo dal vivo.
Bella domanda.. Sinceramente li sento tutti miei, anche se a livello esecutivo ARKHAM e SCOMUNICA sono quelli che mi permettono di liberare la voce in più livelli. A livello lirico e personale ti direi MADRE TERRA che pur essendo collegato " spiritualmente" al resto del lavoro, è stato concepito come ricordo di mia madre, quindi per me ha un significato molto forte.

Rimaniamo un po' sui concerti. Avete finalmente iniziato a calcare palchi importanti (vedi il LoFi di Milano); quanta voglia c'è di "mostrare i muscoli" davanti ad un pubblico? I Viridanse sono una band live?
I Viridanse sono ASSOLUTAMENTE una band live. Quando sei su un palco alla fine non pensi troppo a dove stai suonando. Convogli ogni energia per far rendere al meglio i tuoi pezzi. Certo non possiamo nascondere il fatto che in Italia la situazione della musica live, stia passando un periodo non proprio bellissimo, come sai benissimo anche tu. Si lavora duro e si cerca sempre di dare il massimo ogni volta che ne hai la possibilità. E si butta un occhio anche ai palcoscenici esteri dove sicuramente hanno qualche difficoltà in meno. Ma non voglio creare polemiche sia chiaro. E' una constatazione delle realtà attuali del nostro paese, non solo in ambito musicale.

Un passo indietro, adesso. Sei entrato nei Viridanse nel 2014, in un gruppo che aveva fatto epoca e aveva segnato pagine importanti nella musica degli anni '80. Come avvenne il tuo reclutamento? Come ha cambiato la tua vita far parte di una band come questa?

Avvenne tramite un messaggio di Enrico nel quale mi chiedeva se fossi interessato al progetto. Aveva avuto il mio contatto da Paolo (Boveri ) col quale nel corso degl'anni avevo avuto la possibilità di suonare insieme. Ovviamente quando ero più giovane ero un loro fan quindi ricevere quel messaggio mi aveva un attimino lasciato senza parole :. Cosa ha cambiato della mia vita? Beh, sicuramente parecchie cose. Io ho iniziato a cantare intorno ai 30 anni, prima con un gruppo di brani originali e poi con un gruppo di cover grunge. Trovarsi a 43 anni a cantare in un gruppo che aveva scritto una pagina importante della scena rock italiana, ti cambia in tante cose. L'applicazione, l'intensità, la voglia di migliorare prova dopo prova è completamente diversa. A Flavio ed Enrico sarò eternamente grato per avermi regalato questa possibilità. Sono due professionisti seri e preparati, con un'anima"artistica" assoluta, oltre che amici, ovvio.

La tua voce (pulita, forte, virtuosa, urlata) ha pochi elementi in comune con quella del tuo predecessore. Hai mai sentito il peso di un confronto con Paolo Boveri?
Assolutamente no. Paolo è un mio carissimo amico e come ti dicevo prima era stato lui a segnalare il mio nome a Flavio ed Enrico. Non ho mai cantato con loro pensando in qualche modo ad un confronto con lui, non per presunzione sia chiaro, ma proprio perché non ne esiste il motivo.

Ancora un momento sul tuo strumento. Il tuo cantato si è mai ispirato a qualcuno in particolare? Quanto hai lavorato, o lavori tuttora, per affinare e dare un'impronta propria alla voce?
Ognuno ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità. Per quanto riguarda le mie fonti di ispirazione sono diversissime. Tra i miei cantanti preferiti posso citarti Chris Cornell, Dave Gahan, Eddie Vedder, Maynard Keenan ( TOOL ) e un nostro orgoglio nazionale com'era il compianto Demetrio Stratos. Ma cerco comunque di seguire in modo naturale l'espressività della mia voce senza troppi richiami. Ovviamente ho lavorato in questi anni per migliorarla e tanto,tra lezioni private ed esercizio personale. Praticamente canto tutti i giorni, tra le prove e in casa non smetto mai. Diciamo che come ogni strumento ha bisogno di esercizio quotidiano ;)

Cerchiamo di capire una paio di cose in più di Gianluca fuori dal palco. Cosa ti piace fare quando non usi le tue corde vocali al servizio del gruppo?
Sono un tipo molto tranquillo :. Trascorro il tempo con la famiglia, gli amici, le letture e ovviamente l'ascolto della musica.. non potrei farne a meno.

L 'ultimo disco acquistato …. L'ultimo concerto visto … e, se vuoi, il tuo sogno che si deve ancora realizzare.
GL: Ultimi dischi acquistati sono il nuovo dei Sepultura e quello di Umberto Maria Giardini. Due dischi praticamente uguali :. Ultimo concerto visto: gli Zen Circus qui in Alessandria la scorsa settimana. Un sogno da realizzare? Ti rispondo subito: un tour di una 60ina di date in giro per l'Europa insieme ai ragazzi. Ma non lo voglio considerare troppo un sogno.

Esiste un gruppo che consideri simile od affine ai Viridanse nel panorama musicale contemporaneo?
Guarda.. non è semplice risponderti. Se guardiamo i nostri ascolti è normale che puoi anche inconsciamente riversarli nelle composizioni.
Forse un certo tipo di prog-metal scandinavo (potrei citarti Arcturus o Leprous ) oppure certe atmosfere di gruppi come i Porcupine Tree o gli stessi gruppi di prog Italiano dei '70, come anche gruppi storici come i Killing Joke. Comunque le coordinate sono queste anche se poi lascerei volentieri a chi ci ascolta la possibilità di farsi una sua idea.

Perché non ripeti i contatti della band, per i fan che non vogliono perdersi news e appuntamenti live?
Certamente. Direi sicuramente il nostro sito ufficiale che è www.viridanse.com e poi la nostra pagina su Facebook ovviamente VIRIDANSE.

Grazie mille per la tua cortesia Gianluca, in bocca al lupo!!!

Grazie mille a te Gianmario! A presto e un saluto a tutti i lettori di Rosaselvaggia!

VIRIDANSE
Hansel, Gretel e la Strega Cannibale
CD

Eccolo il nuovo Viridanse! Ad un solo anno di distanza dall'omonimo lavoro che aveva segnato un inaspettato ritorno discografico, i Viridanse pubblicano un coraggioso concept, "Hansel, Gretel e la strega cannibale". Con l'unica eccezione di Erik Nalin che sostituisce ai tamburi Fabrizio Calabrese, i Viridanse 2.0 sono la medesima band che suona insieme dal 2014: Flavio Gemma al basso, Enrico Ferraris alle chitarre, Gianluca Piscitello alla voce e Giancarlo Sansone alle tastiere. Anticipato dalla title track, il lavoro si presenta immediatamente forte, difficile e non disposto a facili compromessi. Le musiche di Flavio Gemma portano, fin dai primi secondi, un sound potente, energico e chitarristico, in cui le liriche di Gianluca Piscitello si sposano alla perfezione. Il video registrato presso il teatro comunale di Alessandria è il giusto e suggestivo incipit del futuro disco: le immagini caotiche che provano a rincorrere le musiche, insieme alla recitazione di Sara Siri e Francesca Mantelli, rappresentano un perfetto aperitivo violento. È hard rock scritto cinquanta anni dopo i classici; è grunge spontaneo come se ci trovassimo catapultati agli inizi degli anni '90; sarebbe proto punk condito di tastiere se ci trovassimo nel 1970 al tempo dei primi Stooges. Se già eravate rimasti shockati da "Viridanse", certamente rimarrete sconvolti dal brano d'apertura e dall'album tutto. L'antico ricordo di una band che suonava wave e che ebbe l'indiscusso merito di avere portato in alto un genere, fin dai primi anni '80, rimane proprio questo, solo un ricordo. Bello, ineliminabile (ed aggiungiamo sempre riascoltabile!), ma sempre e solo un ricordo. Dalle parole spese con il leader bassista Gemma, capimmo, già un anno fa, che il successore di "Viridanse" non poteva tornare indietro, ingentilendo le musiche in luogo di qualche ascolto radiofonico o commerciale in più, ma solo inasprire ulteriormente il sound. "Tutto ciò che ignoto sai" è il monito d'apertura di "Arkham", brano in cui l'elemento trascinante è la voce potente di Piscitello che sembra fare a pugni con il resto dei compagni per dimostrare tutto il suo virtuosismo, mentre le tastiere sul finale sono quell'elemento in più per dare una non banale interruzione melodica. Ancora tastiere acide per aprire "Alle montagne della follia" (uno dei pezzi meno "violenti" del lavoro) e con "Scomunica" le chitarre creano un suadente e alienante momento. Scorrono le canzoni per raccontare, con questo concept, il declino della civiltà attuale e gli aspetti devastanti della società in cui viviamo. Un tema evidentemente così sentito dal gruppo che non poteva esaurirsi in pochi minuti o in una sola traccia, per definirsi appieno all'interno dei sette brani. "Aria" (se possibile) è ancora più evocativa delle altre e mette in risalto la muscolosa batteria di Nalin; con "Il grande freddo" Enrico Ferraris sembra trasformarsi una volta di più nel compianto Ron Ashton e con la conclusiva "Madre terra" arriva il miglior congedo attraverso un brano che pare rallentare i ritmi forsennati, ingentilendo il clima cupo dell'intero lavoro. Ancora indovinato il booklet in cui i disegni di Antonio De Nardis ed AEno non sono che la prolunga artistica di un album che ha anche la pretesa di andare ben oltre il discorso musicale. Un album da ascoltare ad alto volume (come suggerito dalla band) e noi aggiungiamo nel rispetto del vicinato. Perché questo è un lavoro che sa stordire.
(Gianmario Mattacheo)