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The SMILE
A Light For Attracting Attention
CD (XL Recordings)

di Luca Sponzilli

“Tutto dipende dalla Musica, se ti coinvolge o no” , con questa (sua) frase potremmo riassumere il complesso universo del personaggio Thom Yorke, uno degli artisti più geniali dell’intero panorama musicale ed uno dei pochi capaci di esprimersi/evolversi senza legarsi all’establishment. Avevo avuto modo di vedere i Radiohead, la creatura che gli ha dato notorietà, nei primi anni della loro carriera a Milano nel Tour di “The Bends” in piena esplosione Indie ed era ben evidente fossero dei predestinati al successo. Successo che arriva attraverso l’elettronica e la psichedelica a tratti floydiana di “OK Computer”, punto di svolta nelle sonorità della band”, consolidato dall’isolazionista “Kid A” ma nonostante la popolarità raggiunta (oltre ai numeri di vendita) la musica del gruppo di Oxford diviene sempre meno accessibile e lontana da quanto inizialmente proposto. Con il fido Nigel Godrich decostruisce il Rock Anni 90/2000 pubblicando numerosi dischi non solo con la sua formazione ma anche in veste solista o con alcuni progetti quali Atoms For Peace o questi ultimi, in ordine di tempo, The Smile, Ensemble dove figurano oltre allo storico produttore, il chitarrista Jonny Greenwood, anch’egli punto fermo dei Radiohead, la sezione archi della London Contemporary Orchestra e diversi musicisti dell’area Jazz d’oltremanica ad occuparsi della parte fiati.
 Il disco d’esordio “A Light For Attracting Attention” ripercorre in 13 tracce quanto fin’ora pubblicato nella sua trentennale carriera discografica, un processo inverso di rilettura del Rock Alternativo. Tra le oniriadi visioni di “The Same” e le bivalenze esistenziali di “Skrting On the Surface” rispettivamente le due canzoni che aprono e chiudono l’albo, un concept dove convivono più generi; “The Opposite” e “The Smoke” nel loro tribalismo rimandano ad un certo Post-Punk recondito di ritmi Funk, “You Will Never Work In Television Again” ricorda i Pavement, “Pana-Vison” e “Speech Bubbles” se pur in maniera differente sono composizioni Post-Rock mentre ipnotiche onde Trip-Hop oscillano nel nowhere di “A Hairdryer”. “Open the Floodgates” ha l’odore della pioggia in un tenue pomeriggio primaverile, la ballata Country-Folk di “Free In the Knowledge” ed il lirismo dal forte sense emozionale di “Waving A White Flag” hanno in comune gli umori introspettivi di Yorke (a riguardo ci sarebbe da aprire un capitolo a parte) enfatizzati nel leitmotiv di “We Don’t Konw What Tomorrow Brings” (“Non riesco a trovare una via d’uscita e non sappiamo cosa porterà il domani”) brano in antitesi con i vortici magnetici del noise di “Thin Thing”. Nel caleidoscopico set di “A Light For Attracting Attention” le complesse tematiche si muovono tra le parti strumentali, si entra in uno stato d’ipnosi quasi terapeutico, dove il titolo scelto (non a caso) nasconde nella sua difficile interpretazione un certo ottimismo. Potremmo parlare di questo lavoro in termini di “Opera Omnia” ed al momento per il sottoscritto è quanto di meglio ci sia in circolazione ma sono convinto che tale “opera” resterà unica e consigliarne l’acquisto è un atto dovuto; inoltre gli Smile suoneranno in Italia dal 14 al 20 Luglio nelle date programmate, per ordine di tempo, di Milano, Ferrara, Macerata, Roma, Taormina e l’occasione si presenta quanto mai ghiotta. In fondo cerco solo di essere obbiettivo quando scrivo di “musica coinvolgente”.