“Tutto dipende dalla Musica, se ti coinvolge o no”
, con questa (sua) frase potremmo riassumere il
complesso universo del personaggio Thom Yorke, uno
degli artisti più geniali dell’intero panorama
musicale ed uno dei pochi capaci di
esprimersi/evolversi senza legarsi
all’establishment. Avevo avuto modo di vedere i
Radiohead, la creatura che gli ha dato notorietà,
nei primi anni della loro carriera a Milano nel
Tour di “The Bends” in piena esplosione Indie ed
era ben evidente fossero dei predestinati al
successo. Successo che arriva attraverso
l’elettronica e la psichedelica a tratti floydiana
di “OK Computer”, punto di svolta nelle sonorità
della band”, consolidato dall’isolazionista “Kid
A” ma nonostante la popolarità raggiunta (oltre ai
numeri di vendita) la musica del gruppo di Oxford
diviene sempre meno accessibile e lontana da
quanto inizialmente proposto. Con il fido Nigel
Godrich decostruisce il Rock Anni 90/2000
pubblicando numerosi dischi non solo con la sua
formazione ma anche in veste solista o con alcuni
progetti quali Atoms For Peace o questi ultimi, in
ordine di tempo, The Smile,
Ensemble
dove figurano oltre allo storico produttore, il
chitarrista Jonny Greenwood, anch’egli punto fermo
dei Radiohead, la sezione archi della London
Contemporary Orchestra e diversi musicisti
dell’area Jazz d’oltremanica ad occuparsi della
parte fiati. Il disco d’esordio “A Light
For Attracting Attention” ripercorre in 13 tracce
quanto fin’ora pubblicato nella sua trentennale
carriera discografica, un processo inverso di
rilettura del Rock Alternativo. Tra le oniriadi
visioni di “The Same” e le bivalenze esistenziali
di “Skrting On the Surface” rispettivamente le due
canzoni che aprono e chiudono l’albo, un concept
dove convivono più generi; “The Opposite” e “The
Smoke” nel loro tribalismo rimandano ad un certo
Post-Punk recondito di ritmi Funk, “You Will Never
Work In Television Again” ricorda i Pavement,
“Pana-Vison” e “Speech Bubbles” se pur in maniera
differente sono composizioni Post-Rock mentre
ipnotiche onde Trip-Hop oscillano nel nowhere di
“A Hairdryer”. “Open the Floodgates” ha l’odore
della pioggia in un tenue pomeriggio primaverile,
la ballata Country-Folk di “Free In the Knowledge”
ed il lirismo dal forte sense emozionale di
“Waving A White Flag” hanno in comune gli umori
introspettivi di Yorke (a riguardo ci sarebbe da
aprire un capitolo a parte) enfatizzati nel
leitmotiv di “We Don’t Konw What Tomorrow Brings”
(“Non riesco a trovare una via d’uscita e non
sappiamo cosa porterà il domani”) brano in
antitesi con i vortici magnetici del noise di
“Thin Thing”. Nel caleidoscopico set di “A Light
For Attracting Attention” le complesse tematiche
si muovono tra le parti strumentali, si entra in
uno stato d’ipnosi quasi terapeutico, dove il
titolo scelto (non a caso) nasconde nella sua
difficile interpretazione un certo ottimismo.
Potremmo parlare di questo lavoro in termini di
“Opera Omnia” ed al momento per il sottoscritto è
quanto di meglio ci sia in circolazione ma sono
convinto che tale “opera” resterà unica e
consigliarne l’acquisto è un atto dovuto; inoltre
gli Smile suoneranno in Italia dal 14 al 20 Luglio
nelle date programmate, per ordine di tempo, di
Milano, Ferrara, Macerata, Roma, Taormina e
l’occasione si presenta quanto mai ghiotta. In
fondo cerco solo di essere obbiettivo quando
scrivo di “musica coinvolgente”.
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