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TRIVMVIRAT Festival
Yverdon Les Bains – Svizzera 15/16 aprile 2006 c/o Les Citrons Masqués


Testo e foto by Ofllorenz

Quest’anno per noi, dopo ben tre anni consecutivi di assoluta fedeltà, non ci sarà purtroppo il consueto appuntamento di Lipsia per il WGT, per cui accogliamo con gran festa la notizia di un superfestival organizzato in quel di Neuchatel, Svizzera francese, grazie agli sforzi congiunti di Soleil Noire, Schwarze Sonne e Sonorities Obscures.
L’appuntamento si presenta ghiottissimo, tanto da annoverare, non esagero, un maggior numero di bands a noi congeniali rispetto all’intera scaletta prevista per la prossima edizione del WGT! Questione di gusti ed inclinazioni personali, ci mancherebbe; ma per il sottoscritto, la consorte ed il compare di viaggio G., Joyaux de la Princesse, Blood Axis e Ianva valgono già da soli il prezzo del biglietto (caro!) e la fatica del viaggio. In 3 ore e mezza comunque ce la caviamo, e prendiamo alloggio in un bel motel della cittadina lacustre svizzera, tranquilla e pulita come da aspettative. Lo scopo della 3 giorni è più vacanziero che altro, per cui vedremo solamente i gruppi preferiti, dando precedenza, per il resto, a relax e a mastodontiche strippate di ottimo pesce persico del lago di Ginevra.
La prima delle due serate ci porta a conoscere questo simpatico locale dal buffo nome, Citrons Masqués: Limoni mascherati. Si sviluppa su tre piani, con il piano terreno adibito a zona pub-ristorante, il primo piano dedicato all’ottimo merchandise di gruppi ed etichette, mentre l’ultimo livello (per la verità un po’ troppo piccolo) dà spazio alle performances dei vari artisti in cartellone, con un buon palcoscenico e tutto sommato un’acustica più che accettabile.

Noi rompiamo il ghiaccio con un’autentica sorpresa: DIE WEISSE ROSE. Del progetto danese di Thomas non sappiamo praticamente nulla, e devo riconoscere che grazie anche all’aiuto sul palco del nostro “Wertham” Deplano e di “Allerseelen” Gerhard la sua performance lascia un bel segno nella nostra memoria.Potrei riassumere DWR come unasorta di summa globale, o se volete di bignami totale, del filone che nacque con Douglas P. e che rinacque con Albin Julius. Gli stilemi cari al genere ci sono tutti: divisa da Hitlerjugend, torce al vento, solenne marzialità condita sapientemente con rude elettronica e slogan vocali, mentre belle immagini in b/n di tempi che furono scorrono alle spalle dei 4 incessantemente. Il tutto davvero ben congegnato e mai stancante, se non per il fumo intensissimo sprigionato dalle 4 torce lasciate a consumarsi sul palco: ad un certo punto pensiamo quasi di svenire, ma entusiasmo e forza di spirito hanno il sopravvento.
Interessante anche l’apparente contrasto tra un’estetica così cara alla destra storica che fu ed il “concept” cui il gruppo deve il proprio moniker: la Rosa Bianca, ossia l’unico movimento che nella Germania degli anni 40 ebbe il coraggio di ribellarsi apertamente al credo nazionalsocialista. I suoi portavoce, ed in primis la leader Sophie Scholl con il fratello Hans, pagarono ovviamente con la vita i propri ideali.

E mentre le rose bianche attorcigliate aimicrofoni sul palco vengono lentamente rimosse, ci prepariamo al set acustico di Michael ed Annabel, in arte BLOOD AXIS. Su di loro non mi soffermo più di tanto, anche perché buona parte di voi avrà avuto modo, durante le date italiane di qualche tempo fa, di venire a contatto con il folk e ed i traditionals celtici proposti in gran numero dalla coppia statunitense. L’amore di Annabel per queste sonorità ha influito parecchio sulla trasformazione del progetto di Moynihan, scontentando qualcuno e facendo la felicità di altri. Personalmente adoro il mastodontico esordio del gruppo, ma apprezzo anche le cavalcate di violino e percussioni degli ultimi tempi. Questa sera ovviamente sono quest’ultime a farla da padrone, con “The March of Brian Boru” e “The Hangman and the Papist” a scatenare un autentico putiferio fra la folta audience giunta da tutta Europa.


Dopo qualche birretta ed un giro al piano di sotto per qualche compera, arriva l’ora per noi tutti di marciare uniti e compatti alla volta di Fiume, ossia signore e signori…: IANVA! L’incredibile progetto di Mercy, già quotatissimo grazie all’ottimo cd “Disobbedisco!” incentrato sulle gesta fiumane del Vate Gabriele D’Annunzio, conferma on stage la bravura dei suoi ben 9 effettivi. Un vero super-gruppo ci delizia per oltre un’ora suonando praticamente per intero l’unico lavoro uscito sino ad oggi, con Mercy e Stefania D’Alterio ad alternarsi ed a duettare sul palco nei panni del Maggiore Renzi e della chanteuse Elettra Stavros. La poesia sprigionata da questo ensemble è immensa, ed il pubblico apprezza talmente da farci sentire, una volta tanto, orgogliosi di essere degli Italiani in trasferta! Il finale con “O surdato ‘nnammurato” ed il bis richiesto a gran voce de “La Ballata dell’Ardito” sono le ultime note, almeno per noi, di questa fantastica serata d’esordio sul suolo svizzero.


La giornata successiva vola piacevolmente tra la visita delle favolose grotte di Vallorbe, al confine con la Francia, e deliziosi piatti Romandi, a base di pesce lacustre e agnellino pasquale. Purtroppo non facciamo in tempo ad aggregarci alla visita guidata del Forte militare di Vallorbe, che ci ripromettiamo di visitare alla prossima occasione.

I 200 del Citrons Masqués si ripresentano fedeli ed inquadrati anche per questo secondo appuntamento, che per me in particolare è sinonimo di 4 parole: JOYAUX DE LA PRINCESSE. Il progetto di Erik e Virginie costituisce una delle realtà più uniche e valide in questo filone, e la scarsità delle sue performances fa a maggior ragione di questo appuntamento una vera chicca. Il programma prevede l’esecuzione per intero di “Absynthe – La Folie Verte”, da parte di Erik con naturalmente Michael e Annabel di Blood Axis. Questo lisergico concept teatrale-musicale dedicato alle virtù del liquore all’anice dalle antiche e nobili radici, ci proietta per oltre un’ora su di un altro pianeta. Per chi conosce i lavori “Absynthia Tetra” ed Absynthe-La Folie Verte” credo di non raccontare nulla di nuovo: immaginate di ascoltarvi per intero queste opere dilatate e malefiche, ipnotizzati nel frattempo dalle lente movenze dei tre sul palco, che fra fumi ed effluvi alcolici suonano, declamano e brindano ai 200 accalcati di fronte a loro. Salute a voi, Michael, Annabel ed Erik, e lunga vita all’assenzio!!
La magia di “Absynthe”, per noi devo dire piuttosto inaspettatamente, ha una sua graditissima coda nell’esibizione di JDLP, apparentemente non prevista dal palinsesto di Soleil Noire. Quando sento l’intro d’organo, ed avvicinandomi al palco scorgo le bandiere della “Croix de Feux” sotto i tamburi, il cuore mi sussulta per l’emozione. Erik fa il suo ingresso sul palco brandendo la spada verso l’alto, mentre la compagna attacca alle percussioni con un ritmo incalzante e marziale. Le immagini di repertorio dedicate a La Rocque ed alla sua “Croix de Feu” (movimento patriottico nazionalista di ex decorati francesi al valor militare della prima guerra mondiale, poi in buona parte confluito nella Francia di Vichy del 1940-44) scivolano lentamente, mentre stralci immortali di “Aux petits Enfants de France”, “Croix de Bois” e “Philippe Henriot “ avvolgono la piccola sala del club svizzero. Grandissimi, non c’è altro termine che calzi meglio. Erik, occhi sbarrati, entra tra il pubblico innalzando le due spade incrociate con in mezzo il teschio sprigionante ali di fuoco, mentre noi, tutti intorno, prendiamo fuoco idealmente insieme a lui ed alle note maledette di JDLP.

CONCLUSIONI.
Chiediamo scusa per non essere stati in grado di fornire un resoconto completo di questo evento, ma come premesso si è trattato per noi di una vacanza pasquale prima di tutto, anche se…condita da un po’ di sano neo-folk ed industrial mittel-europeo! La scelta di non vedere alcune bands di primaria importanza inoltre (vedi Of the wand and the moon, od i connazionali Der Feuerkreiner, che mi hanno riferito essere stati bravissimi!), è stata anche dettata dall’aver già avuto modo di assistere, su altri palchi in giro per l’Europa, ad alcuni degli acts in questione. Ci sentiamo comunque di raccomandare le prossime edizioni degli eventi promossi da queste validissime organizzazioni transalpine, per la correttezza e l’ottima organizzazione ed accoglienza riservataci oltre che per la qualità assolutamente elevata delle proposte in scaletta.
Un arrivederci all’anno prossimo in riva al lago di Losanna dunque, o almeno ci speriamo!


Oflorenz (accompagnato in quest’avventura da Hanna e G.)

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