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PIL + The Horrors
8 Luglio 2011, Fiera della Musica, Azzano Decimo (UD)

foto e testo by Nikita

Era da più di un ventennio che attendevo di vedere in concerto i Public Image Limited e ci avevo anche provato due volte di vederli, ma senza riuscirci. Alla fine degli anni '80 avevo acquistato il biglietto per vederli al festival dell'Unità all'Arena di Milano, ma il concerto fu annullato solo un'ora prima del concerto senza alcuna spiegazione. L'anno successivo avrebbero dovuto suonare sempre a Milano al Rolling Stone ma anche questa volta la data fu cancellata all'ultimo momento. Quindi in seguito a queste due delusioni quando ho saputo della reunion in terra d'Albione, la mia felicità è arrivata alle stelle e soprattuto ho sperato che un eventuale tour toccasse anche l'Italia, e così fu: 8 luglio Azzano Decimo.
Spinti dall'entusiasmo abbiamo macinato centinaia di chilometri per raggiungere la cittadina e finalmente vedere i PIL ospiti della Fiera della Musica.
Arrivati sul posto subito rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla perfetta organizzazione del Festival, ritiriamo senza problemi gli accrediti stampa e, con molto piacere, ci facciamo una “passeggiata” sotto il tendone dove sono posizionati numerosi banchetti che offrono un vastissimo assortimento di “chicche” viniliche e non solo. Salutiamo qualche amico, mangiamo qualcosina e finalmente entriamo nella parte esterna adibita al concerto dove c'è montato un grande palco. Ormai siamo in fibrillazione. Manca veramente poco all'esibizione di John Lydon e soci.

Sono le 21 e salgono sul palco The Horrors! Una giovane band composta da cinque ragazzini che più che rockstar sembrano fotomodelli, una perfetta band da MTV.
La loro esibizione è piacevole e perfetta, sono bravi ma non mi trasmettono nulla e non riesco a capire come si possano avvicinare al movimento dark/wave, a mio avviso sia per le sonorità che per l'estetica sono più adatti al filone brit pop. L'esibizione finisce e ormai non sto più nella pelle la trepidante attesa sta per finire.


Gli strumenti dei The Horrors spariscono e il cambio di scenografia (supervisionato attentamente dal manager Johnny "Rambo" Stevens) preannuncia l'arrivo dei PIL. Viene installato un fondale che ricorda un enorme muro e poi issato l'enorme logo dei PIL. Alla vista di questo c'è chi rimane a bocca aperta e chi esulta e l'atmosfera si scalda.
Si percepisce una grande trepidazione. Le luci cambiano e finalmente irrompono sul palco i PIL capitanati dal grandissimo John Lydon. La formazione di questa sera vede dei mostri sacri della musica: alla chitarra Lu Edmonds (già membro della band dal 1986-88, ed ex chitarrista dei The Damned), alla batteria Bruce Smith (che dal 1986 al 1990 ha fatto parte dei PIL, ex The Pop Group e The Slits), e al basso Scott Firth (ha suonato con Steve Winwood, John Martyn, Elvis Costello).
Le note della famosissima "This is not love song", riarrangiata ma decisamente non meno potente, manda in delirio il pubblico che subito si rende conto di quanto i PIL siano in grande forma. Segue un scaletta fantastica e il muro di suono e potentissimo. Le pause tra un brano e l'altro sono quasi inesistenti e John Lydon ci trapana le orecchie con la sua voce potentissima e per nulla invecchiata. Da pezzi famosissimi come Albatross, Public Image, Poptones, Religion, Rise, Memories si passa ad altri di non facile ascolto ma che mi fanno venire i brividi. Impressionante è stata la performance di Scott Firth che in un pezzo abbandona il basso e si mette a martellare un contrabbasso. Il suono arriva a livelli altissimi, un fragoroso battito cardiaco che costringe il pubblico, stupefatto da tale potenza, a tapparsi le orecchie.
John Lydon sul palco ha un carisma impressionante come pochi altri hanno ancora, la bravura dei tre musicisti che l'accompagnano lascia me e il pubblico (la maggior parte over 35) senza fiato.
Questo live ha lasciato un segno indelebile nella mia vita e le emozioni che ho provato sono paragonabile solo a quelle di pochi altri live a cui ho assistito. Chissà quanto dovrò aspettare per provare di nuovo una così grande emozione.