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NamNamBulu
Castello del Vescovo, Arceto (RE) - 13 Marzo 2004

Dopo appena tre settimane dalla mia calata nel quel dell'Emilia, ritorno al Castello del Vescovo per una band molto distante dagli Ashram sia come genere musicale, che d'intenti di mercato e concettuali. Questo duo svizzero dal nome impronunziabile, e un po' ridicolo, si presenta in Italia con un'unica data nazionale.
I NNB non sanno però che il "popolo" dark o semplicemente electro-alternativo si nasconde come sempre ben bene in casa... Infatti al mio arrivo al locale intorno alle 23 (pensavo che fosse già tardi) trovo uno sconcertante vuoto che non lasciava presagire a nulla di buono. La preoccupazione tra gli organizzatori era allo stato d'allerta, ma per fortuna in un'ora sono arrivate un numero sufficiente di persone che ha salvato la serata. Posso capire che i NNB non siano Icon of coil, Apoptygma Berzerk... ma la pochezza di affluenza non so come spiegarmela, e non credo sia dovuta al genere proposto, visto che la cosa si era ripetuta con gli Asrham, anche se in modo meno evidente.
Italiani riflettete... prima vi lamentate che non ci sono sufficienti concerti in Italia e poi non ci andate...???

Veniamo al concerto. I NNB si presentano sul palco di fronte ad un pubblico un po' freddo e spaventato (immagino che quasi nessuno li conoscesse), ma Henrik Iversen (il cantante che cura anche la parte scenografica sul palco), e Vasi Vallis (autore di tutti i suoni della band, che durante il live ha suonato veramente tutto tranne le drum.), cercano subito di scaldarci con "Now or Never" canzone sicuramente dance-oriented (che fa sciogliere a tutti l'acido lattico). Seguono in velocità "Beaten" ed "Answers" (una delle mie preferite), finalmente il pubblico dopo i primi timori si lascia trascinare dolcemente in una danza synth-pop placida e distensiva. Questo è merito anche della presenza scenica del duo di un'eleganza sintetica, umile, sorridente e non forzata. Le sonorità del duo si muovono agilmente tra sonorità "Modiane", eighties e future-pop con raffinatezza e senza stancare (vedi recensione cd sul prossimo numero di Rosa Selvaggia); grazie a melodie orecchiabili e delicatamente soft, e alla voce di Vasi calda, profonda, equilibrata e ben dosata. Insomma siamo di fronte a due veri musicisti, dal background musicale radicato e di sicura esperienza, che riesce a fare pop senza cadere nel banale. Seguono"Guardian angel" che ha una lunga intro orchestrale, "Heaten"... è un bis durante il quale Henrik ha ballato con e tra il pubblico.
Tanti applausi a questa band, che secondo il mio parere andrà molto lontano e forse, e non necessariamente, in un ambito strettamente underground.

Per chi va Lipsia io non perderei l'occasione di vederli dal vivo.
(testo e foto by Noctiluca, noctiluca@katamail.com)

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