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MY FRIEND SKELETON

VERSIONE ITALIANA

Intervista by Anialf

Credevo di aver visto ed ascoltato ormai tutto, nei miei (come tutti ormai sanno) tanti anni di 'militanza' nella scena gotica: errore, mai essere presuntuosi a priori, c'è (e spero ci sarà) sempre qualcosa di nuovo da imparare. E chi ha avuto l'eccellente quanto inquietante idea di avvicinarsi ai “My Friend Skeleton”, miei ospiti in questa intervista, e al loro ultimo lavoro 'Vanitas', mi darà immediatamente ragione. Basta così, ora le domande, che non saranno mai abbastanza... anche perché questa non è solo un'intervista, ma contemporaneamente sarà anche una recensione del doppio cd…

Anzitutto, grazie in anticipo per la chiacchierata. Come ho scritto in apertura, a 45 anni, di cui la metà trascorsi nell'ambiente delle sonorità "gotiche" (perdonatemi il termine assai generico), pensavo sarebbe stato molto arduo trovare qualcosa di realmente originale e soprattutto così coinvolgente a livello emotivo. Per cui la prima domanda sarà anche la più banale: chi (o 'cosa') sono realmente i "My Friend Skeleton"? Come avete iniziato e con quali motivazioni e prospettive? Da quale luogo provenite, sia fisico che immaginifico?
Archimed: Ok, penso che inizierò dalla più facile. Siamo (o eravamo) creature della Terra, terzo pianeta del sistema solare vicino a Proxima Centaury :-) No, a parte gli scherzi, le radici di tutti i membri della famiglia Skeleton sono alquanto diverse. Siamo tutti europei, ma non ci sentiamo limitati in questo. E ciò è uno dei motivi per cui indossiamo le maschere: non vogliamo che la gente si limiti ad interessarsi sul nostro passato o le nostre origini. – vogliamo semplicemente comunicare attraverso la nostra arte. Non appena avremo stabilito questa modo di comunicare, riveleremo molti più particolare delle nostre origini.
I membri fondatori della famiglia Skeleton si incontrarono alcuni anni fa. Volevamo creare una famiglia artistica nella quale i componenti fossero legati più dal senso comune dell’Arte piuttosto che dai vincoli di sangue. Iniziammo con Amaya, Kay Ozz, Serena, Violetta ed io. E come in ogni famiglia artistica, ci fu un costante ricambio di persone - Serena e Violetta restarono durante la preparazione di “Vanitas”, Leontes ci fece visita per breve tempo, Asuveideto attualmente suona le percussioni, e ci sono altri membri che saranno presentati nei futuri progetti. Quindi c’è sempre una fonte per molti progetti diversi: My Friend Skeleton and My Skeleton Friend – ovviamente quelli predominanti – sono solo i primi di una speriamo lunga lista di collaborazioni a venire: talvolta si tratterà di una specie di gita familiare, alter volte saranno progetti più privati con solo un fratello o una sorella.

Sarò onesto: ho aperto il Vostro special-box intuendone da subito l'arcano contenuto, ma mai mi sarei aspettato un capolavoro del genere, una gioia/tormento visivi ed acustici. Poi ho visto l'etichetta della Danse Macabre e ho pensato <<Bruno Kramm... chi altro?>> e ho visto la sua introduzione in prima pagina: ditemi, come ha agito la sua lucida follia creativa nell’album, Vi ha direttamente ed in prima persona aiutato a realizzare "Vanitas", o è intervenuto solo come produttore? Vi ha anche 'scoperto' lui, come si dice in gergo, visto che non sarebbe la prima volta che il suo istinto lo porta lontano, e come siete entrati in contatto con lui?
Kay Ozz: Abbiamo creato e prodotto l’album in autonomia. Ma sin dall’inizio della nostra collaborazione con lui, Bruno ci ha veramente aiutati con le nostre idee. E’ stato bello vedere che le nostre intenzioni trovavano in lui terreno fertile, e così successe che Bruno scrisse l’intro del nostro libro. Siamo stati contenti di questo, perché lo apprezziamo molto ed abbiamo apprezzato il suo supporto.

A leggere il meraviglioso book allegato al box (di cui parlerò più avanti) si direbbe che, nonostante appariate come una band, dietro ai 'M.F.S.' ci sia di fatto principalmente Archimed, a cui le altre persone hanno apportato il loro fondamentale contributo: ho capito bene, o comunque 'Vanitas' è stato in ogni caso un lavoro abbastanza paritetico?
Archimed: Non vorrei definirmi la persona principale dietro ai “My Friend Skeleton”, ma a causa del fatto che ci siamo suddivisi i ruoli in modo preciso, posso aver avuto la parte di maggior influenza. Essendo un musicista e compositore ricordo bene che la mia parte di lavoro fu quella di costruire ed abbellire, arricchendole, tutte le incredibili storie che Amaya voleva raccontare. E senza il fantastico talento vocale di Kay Ozz ed il suo differente approccio musicale, My Skeleton Friend (il nostro alter-ego nella seconda parte di “Vanitas”) ciò non sarebbe mai stato possibile.
Così come per comporre la musica per ‘Vanitas’,  io ho sempre bisogno di spazio e tempo prima di costruire i paesaggi anche per le storie.. Lo scrivere musica ha molto in comune con lo scrivere per film o libri. Prima di tutto hai bisogno di una storia intrigante, dopodiché devi allestire una ‘scenografia’ interessante, trovare i giusti protagonisti (nel mio caso gli strumenti ed i suoni) ed infine assemblare il tutto. Per me, ogni strumento, ogni suono e addirittura ciascuna singola nota hanno ognuno il proprio significato.

Il box che possiedo contiene ben 3 cd di brani originali, un cd di remix anche di altri gruppi, e soprattutto il lungometraggio dvd del brano "Funeral of a broken doll": come ho già detto, il tutto lo avete chiamato 'Vanitas': perchè? Cosa intendete con questo termine, da prendere o meno alla lettera?
Kay Ozz: L’album è chiamato ‘Vanitas’ perché descrive il profondo senso che connette le storie una all’altra. Tutte mostrano la momentaneità della vita, e mostrano un punto di vista della morte da differenti posizioni.

Prima che della musica, parliamo un attimo dei testi: molto aperti a diverse interpretazioni ed emozioni, mai banali e scontati: ma perché in diversi casi avete usato il Tedesco? Alcune delle mie domande sono nate proprio per la mia incapacità di capire la Vostra lingua, e me ne dispiace: forse non era meglio l'inglese (o il francese) come lingua di più facile comprensione per il tipo di musica che create? O magari (come mi è già capitato di sentirmi dire da altri gruppi) quei brani non potevano fare a meno di esprimersi/essere espressi con quel fonema duro e spesso poco 'musicale' della lingua tedesca?
Amaya: La maggior parte dei nostri testi sono scritti in Inglese, ma come hai capito, alcuni brani richiedevano altre lingue. Il suono del linguaggio, l’intonazione ed il flusso del parlato, specialmente nell’intermezzo di ‘Alice’ danno un’ulteriore espressione della sensibilità della storia che viene narrata. Le parole che il coniglio dice ad Alice suonano più dure e più convulse in Tedesco, proprio come noi lo avevamo pensato – il ritornello è un po’ più malinconico. Ma al di là di questo, noi volevamo (e vogliamo) rendere ogni brano diverso uno dall’altro – e questo include anche la scelta di usare lingue diverse. E’ proprio un modo di esprimere le nostre storie in maniera sempre differente.

Ora veniamo ai due principali CD. Il primo "Hinter Der Maske Der Schonheit..." (“Dietro la maschera della bellezza…”) è un album inquieto ed inquietante. Sia dall'apertura di "The Nightmare Within", e successivamente fino a "Charonpenny" avverto anfratti ancestrali e malinconici, ritualistici, epici, con punte mai scontate di potenza creativa, girotondi suadenti di musica neo-classica: cosa ne pensate di queste mie sensazioni?
Archimed: Cosa posso dirti? Grande! Quando io lavoro sulla mia musica, non penso molto al possibile impatto che un brano potrà avere. Le mie canzoni sono proprio parte di me, sono un qualcosa di estremamente personale – proprio come un figlio. Ma vedere i propri figli crescere e contemporaneamente vedere come la gente reagisce al loro ascolto, è sempre affascinante…

Ma poi nel disco succede qualcosa: "The Funeral Of A Broken Doll", "Alice" e "Requiem" sembrano un'unica tragica composizione, forse si riferiscono ad una stessa Persona...
Kay Ozz: Vedo che ti appassiona ricercare possibili interpretazioni ;) Mi piace quando le persone iniziano a comprendere i nostri ‘racconti’ e a vederli dal loro punto di vista. Per cui a questa domanda non Ti risponderò né in negativo né in positivo, perché la Tua interpretazione non può essere sbagliata se è proprio l’immagine che hai tirato fuori da te stesso.

Al di là della Vostra indiscutibile bravura in tutto il disco, vorrei però approfondire "Alice", il brano che preferisco in assoluto, l'ho ascoltato e riascoltato senza sosta: ma qui c'è il problema di cui parlavo prima: di cosa parla esattamente il brano? Dal testo in generale e dai rumori di macchinari da sala di rianimazione, sembrerebbero gli ultimi momenti di vita di una giovane ragazza, forse la 'bambola infranta' a cui avete dedicato anche il DVD... E poi quel pianoforte, base essenziale capace di esprimere tutto il dolore possibile di quei momenti... Insomma, cosa è esattamente 'Alice'?
Archimed: Penso che sia il brano più tragico in tutto ‘Vanitas’. E forse anche il più criptico. Parla di una madre ed un padre, e la più terribile tragedia che un genitore debba affrontare: vedere la propria figlia Alice in coma, in un’asettica stanza di terapia intensiva. Non sembra esserci alcuna speranza, così i genitori, in un disperato tentativo, cercano di raggiungere la mente bloccata della loro bambina prima di arrivare a staccare le macchine che la tengono in vita. Ma ella è lontana anni luce, in qualche posto magico della sua infanzia. Non c’è padre, non c’è madre, solo un coniglio ed una regina. E le loro suppliche affinché Alice torni indietro prima che sia troppo tardi...

Ammetto di essermi commosso a più riprese ascoltando il brano, anche perché purtroppo nella mia vita ho avuto a che fare realmente con questi luoghi (per me stesso e per mia madre): ma sembra anche che VOI abbiate vissuto tutto questo come esperienza personale...
Archimed: E’ vero…

E se Vi dico che "Requiem" o "Schwester Im Spiegel" mi hanno ricordato la migliore Anna-Varney, Voi cosa mi rispondete? La stimate come artista e come 'persona', la rispettate reverenzialmente come me, tanto da aver accolto delle assonanze specialmente nel comporre ed arrangiare?
Amaya: Sentirlo dire è un gran complimento per noi. Per quanto mi riguarda, posso dire che l’ammiro veramente, lei sa creare della musica meravigliosa!

Il walzer di "Schwester..." è forse legato a quella "Caroline" della penultima traccia del cd? E chi è lei? Forse la bambola preferita di Alice, che muore quando muore la sua padroncina?
Amaya: Volevamo lasciare alcuni dettagli aperti alle proprie interpretazioni. In questo caso si potrebbe forse dire che la ragazza, Alice, che muore alla fine del brano, diventa la ragazza-fantasma Caroline, imprigionata nei propri incubi, chiedendosi perché è morta – l’eterna lotta fra il bene ed il male citata in 'Schwester im Spiegel' potrebbero essere rappresentate entrambe proprio da lei stessa.

In "Caroline" citate esplicitamente Freud e le sue teorie, che oggi però vengono da più parti confutate: penso che abbiate reso omaggio alla sua "Interpretazione dei Sogni", giusto? E a proposito, il tema del sogno è ricorrente nell'intero album: allora Vi chiedo cos'è quello "Spinning Dream" che lo chiude, che inizia con la (ri)evocazione di un luogo probabilmente immaginario, per poi concretizzarsi in una sorta di risveglio nel 'vero' mondo...
Amaya: Hai ragione. E’ l’interpretazione dei sogni, le paure più profonde ed il subcosciente - Freud una volta affermò che quando perdi qualcosa, subconsciamente significa che questo qualcosa non era fra le cose che ti premevano. Se c’è qualcosa di realmente importante per te, non lo perderesti – è un modo che ha il subconscio di sbarazzarti di qualcosa che non ti piace. Perciò la prima parte del brano include questo spoken-word – poiché la piccola ragazzina morta ‘ha perso la sua vita’. Mi piace veramente la tua interpretazione di ‘Spinning Dreams’. Effettivamente il brano descrive il suicidio di una giovane coppia – il ‘sogno’ che viene citato è l’ultimo viaggio che loro stanno per iniziare. Quindi all’inizio, il posto immaginario è la realtà in cui essi vivono – e il risveglio nel mondo ‘reale’ è l’atto della morte e la resurrezione nel mondo dei morti. Almeno è quello che ci vedo io.

Il secondo CD "... Lauert Der Tod" è sicuramente più immediato da comprendere, più orientato ad una sorta di sperimentazione elettronica; le 6 parti in cui è suddivisa "RoboterBlut" mi hanno fatto pensare che se il primo CD rappresenta un mondo interiore e senza tempo, il secondo sia una rappresentazione più fredda e futuristica del nostro essere umani...
Amaya: Hai completamente ragione. Il primo cd è molto più malinconico ed affronta temi di sentimenti profondi e di sogni, paure e speranze. Il secondo CD è molto più ‘freddo’, mostra un altro lato dell’umanità; ‘Missed Calls’ tuttavia crea un legame con il primo album. I due cd sono come i due lati della stessa medaglia, o in altri termini i due lati dell’Essere umano.

Una curiosità: dato che anche nel secondo CD c'è una versione 'di lui' di "Funeral of a broken doll", chi è questo 'lui', e come compensazione, chi è la 'lei' che ha creato la versione dello stesso brano nel 1° CD? O si tratta di una scelta diciamo 'schizofrenica' di sdoppiamento della stessa persona?
Kay Ozz: La Storia di “Funeral of a broken Doll” è suddivisa in “Her Version” e “His Version”, ma sono in pratica due diversi personaggi. “Her Version” racconta la storia dal punto di vista della ragazza, “His Version” da quello della Morte. Il lato ‘femminile’ è fragile e leggero, ecco perché compare sul primo cd; “His version” è più duro e aggressivo e quindi doveva essere sul secondo CD.

Gli ultimi brani sono prettamente di trama ethereal/synthpop: se ciò corrisponde al vero, si è trattato di un modo per stemperare e sdrammatizzare un pochino la malinconia che requisisce la generalità delle Vostre composizioni, o è solamente un altro volto dei 'M.F.S.'?
Archimed: Penso siano stati i brani più divertenti da scrivere. Ricordo tutte quelle infinite notti al mare. Il vino rosso circolava nelle tue vene, accendevi la tua sigaretta e ti appoggiavi all’anima che più amavi o a quella dei tuoi più cari amici Ed aspettavi i primi bagliori del mattino, sapendo che questo momento non sarebbe potuto essere migliore. E pensavo che questo poteva essere il modo migliore per lasciare questo mondo. Nessuna rabbia, depressione, nessuna ferita aperta – semplicemente andarsene. Se dovessi scegliere il modo di andarmene – di certo assolutamente sarebbe questo.

Amo moltissimo "Chérie" molto anni '80/'90, periodo cui sono indubbiamente molto legato per motivi anagrafici...
Amaya: Grazie di cuore. “Chérie” è uno dei brani che anch’io preferisco – credo che la musica si sposi benissimo con il testo e mi piace il modo un pò nostalgico che puoi avvertire. La voce di Kay Ozz ha poi dato al brano una vera anima. Penso che il brano sarebbe stato giusto per quel periodo.

Adesso Vi dico una cosa vera: nella nostra webzine "Rosa Selvaggia" io mi occupo prevalentemente di suoni neoclassici, eterei, darkwave, neofolk, insomma diciamo che sono il più 'lagnoso' dei Collaboratori: adesso capirete che preferisco il primo CD al secondo, perché è molto, ma molto più consimile ai miei reali gusti e sentimenti... e da qui capirete perché ho amato da subito 'M.F.S.'...
Kay Ozz: Il più ‘lagnoso’ dei collaboratori – questa è veramente simpatica! :D Beh, con questo background capisco benissimo che tu preferisca il primo cd. Ma è proprio questo che mi piace di ‘Vanitas’: alcuni preferiscono il primo cd, altri il secondo, ed altri ancora non hanno particolari preferenze: e questo crea diverse reazioni in chi li ascolta. E, cosa non ultima, non vogliamo essere inseriti in nessun ‘contenitore’, vogliamo essere liberi di fare ciò che vogliamo. Perciò è veramente una grande cosa vedere le diverse reazioni positive sui dischi.

Per l'album di remix e versioni alternative, lascio invece la parola a Voi per un commento diretto: ovviamente capisco la presenza dei Das Ich (anche se, avendo sempre avuto letteralmente 'paura' della loro violenza musicale...., ho invece apprezzato moltissimo il loro remix), che cosa mi dite in particolare delle altre collaborazioni, specie con William Faith che stimo moltissimo?
Kay Ozz: Ci piacciono tutti i gruppi che hanno remixato per noi, quindi siamo contenti di queste collaborazioni a “Vanitas” che hanno contribuito con la loro arte al nostro album.

Il booklet: già, quel libriccino reale capolavoro di attrazione e coinvolgimento emotivo: prima di tutto, i disegni sono assolutamente emozionanti, parlano da soli, ed accompagnano alla perfezione ciascun brano: non ho però capito se sono tutti di Amaya come citate in copertina? Ve lo chiedo perché ancora una volta li trovo assai variegati, passando dal tipico stile gotico a quello cyber (ed ecco che emerge ancora il concetto di 'personalità multiple' tanto amato da Bleuer (e in parte da Adler e Freud stesso)...
Amaya: Sono felice che i miei disegni ti piacciano – e ti confermo che tutti sono stati create da me. Ho cercato di combinare stili differenti per catturare le singole atmosfere di ciascun brano – alcuni di essi richiedevano un’immagine più gotica, altri come ‘RoboterBlut’ avevano bisogno di qualcosa di maggiormente futuristico. Sono orgogliosa di essere riuscita a realizzare le mie intenzioni.

Sono un appassionato di manga ed anime, quindi non posso esimermi dal chiedere ad Amaya e agli altri se li amate anche Voi, considerato il fatto che molti tratti distintivi dei disegni del libretto mi rimandano ai migliori lavori giapponesi e coreani...
Amaya: Ti dirò un piccolo segreto – Io sono una drogata di manga ed anime! La mia collezione sta facendo scoppiare la mia libreria, e sono certa che continuerà a crescere sempre più…

Una domanda anche sul lungo videoclip di “Funeral Of A Broken Doll”: è un vero e proprio racconto sempre in bilico fra dura realtà ed atmosfere immaginarie ed oniriche: come lo avete realizzato? Alcuni degli attori siete Voi stessi (se me lo potete rivelare)? A rivederlo oggi, vi emozionate sempre come quando lo avete creato, con la stessa inquietudine che vi traspare, o lo avete ormai ‘metabolizzato’? Io personalmente, ogni volta che lo rivedo, scopro qualche particolare, anche piccolo, sempre differente…
Archimed: Quando girammo il videoclip, fu importante per me che ciascun pezzo del puzzle avesse il proprio peculiare significato. Non c’era mai stata l’intenzione di mostrare il video in televisione e quindi dover ‘competere’ con gli attuali linguaggi con cui la musica può essere visualizzata. E’ una storia intenzionalmente tranquilla e lenta, e si è molto riflettuto sul girare il video, perché esistono di fatto ben rare occasioni dove puoi avere pieno controllo sia sulla musica che allo stesso tempo sulle immagini Si è potuto girare con ogni singolo dettaglio, strumento ed accessorio, in modo da costruirsi il proprio linguaggio espressivo. Abbiamo avuto alcuni attori veramente bravi – prima fra tutti Simone per la sua perfetta rappresentazione della ragazza. Non volevamo girare il classico videoclip dove gli artisti sono i soli protagonisti: così siamo comparsi solamente in alcuni cammei. A parte Kay Ozz, che ha recitato la parte della Morte.

Ed ora per ultime domande, ma non per importanza: le ho lasciate alla fine perché magari a forza di sentirVele fare, vi sarete stancati di rispondere... LE MASCHERE. Sono italiano come sapete, quindi è ovvio che avete tratto ispirazione dal Carnevale di Venezia, che, inutile dirlo, amo incondizionatamente, ma non nei giorni culmine, quanto in quelli immediatamente precedenti e seguenti, quando Ti capita di vagare per le calle, girare un angolo ed imbatterti in queste imperturbabili e atemporali figure: perché proprio questa scelta artistica? Come del resto i costumi, anche le maschere li avete disegnati personalmente? E soprattutto: servono per 'nascondervi' ed essere quindi sempre Voi stessi, sono un modo per mantenere un certo 'distacco' da chi vi ascolta, Vi serve per 'proteggervi' dal mondo di oggi? Non credo assolutamente ad una mera questione estetica, il vostro aspetto è troppo affascinante e ricco di significati occulti per essere solo frutto di estetismi modaioli...
Kay Ozz: Non abbiamo creato noi stessi le maschere, sono originali di Venezia. Le abbiamo scelte sulla base di quanto ciascuna di esse potesse rappresentarci al meglio. Ed è vero, al momento ci stiamo celando al mondo esterno, ma chi oggi non indossa maschere? Guardati attorno… e guarda dentro di te… Solo che noi vogliamo la gente con la realtà e non con l’apparenza.

Mi sembra che ciascun costume rappresenti ciascuno di Voi, oppure li avete scelti proprio in base alle maschere, come completamento di una identità anche esteriore?
Archimed: I costumi e le maschere sono la rappresentazione del nostro io più profondo. Assieme al nostro vissuto, essi dicono molto più di qualsiasi altra cosa sulle nostre emozioni e sulla nostra visione del mondo. Se cominci con questa intenzione, allora devi crescere all’interno del tuo costume, poiché è la tua seconda pelle. Noi vediamo le cose attraverso di loro. Perciò è ovvio che ciascun costume è influenzato dalle nostre personalità. Quindi è ovvio che i disegni di ogni costume siano in buona parte influenzati da noi stessi.

Gli occhi... dalle maschere emergono soprattutto i soli occhi... dalle foto sembrano perdersi al di là delle spalle di chi vi guarda, fissando un punto immaginario lontano...
Kay Ozz: Noi tutti siamo sognatori, noi guardiamo sempre distante, lontano…

Farete dei concerti anche qui in Italia? Da noi la scena è desolatamente poco viva per certe proposte difficili come la Vostra (e Vi parla di chi ha preso parte viva nell'organizzazione del concerto dei “Jack or Jive”, per dire un nome...): dal vivo dovreste essere uno spettacolo per l'anima ed il cuore, una serata onirica... almeno per quel poco che gira sulla Rete...
Archimed: La situazione dei live è effettivamente un pò più complessa, perché noi vogliamo essere sicuri che i concerti trasferiscano le visioni che avevamo in mente per ‘Vanitas’, nel mondo reale. Abbiamo avuto questa possibilità al Wave Gotik Treffen 2010 a Lipsia ed è stato veramente un evento ispirato. Ma come per ogni idea ‘fuori dal comune’ hai sempre bisogno di pazienza, tempo, e costanza. Ma questo ripagherà chi ci segue – promesso!

E un intero DVD live? Oppure, meglio, con un video per ciascuna delle Vostre affascinanti canzoni? Ne avete mai parlato, oppure l'avete scartato a priori visti che al solito si tratterebbe di costi troppo ingenti?
Kay Ozz: La creazione di un DVD live o la produzione di altri videoclip sono sicuramente nella nostra lista di cose prioritarie da realizzare. Ma abbiamo centinaia di idee e ci vuole tempo per realizzare tutto…

Bene, mi sembra di averVi chiesto tutto, a Voi concludere come faccio sempre, con un piccolo personale pensiero... o magari una domanda che avreste voluto sentirVi fare…
Amaya: Grazie mille per questa fantastica intervista! E’ raro trovare qualcuno che capisca l’essenza delle nostre composizioni fino a questo punto.

Spero che un giorno potremo incontrarci ad un concerto :)
Grazie del tempo che mi avete concesso, auguri per la Vostra carriera, a risentirci!

Siti Web:
www.myspace.com/myfriendskeleton
www.my-friend-skeleton.com

 

 

Interview by Anialf

I thought I had seen and heard it quite all, in my longstanding commitment in the so-called gothic scene: never be conceited, theres always something new to learn (and I hope there will be forever). And people who had the excellent and worrying idea to coming closed to “My Friend Skeleton”, my guests on this interview, and to their last work “Vanitas”, will give me right. Stop now, lets start with my questions, never enough for me... even because this is not only a simple interview, but also a review of “Vanitas” at the same time…

First of all, thank you in advance for this chat. As I already wrote in the Intro, Id never have believed to find something really original and, most importantly, really involving and emotional. So then, my very first question is also the most trivial: who (or what) are “My Friend Skeleton”? How did your start and what particular reasons and perspectives did you looked for? Where do you came from, both physically and visionary?
Archimed: Ok, I think I start with the easy one. We are or were creatures from Earth, third planet of the solar system near Proxima Centauri :-) Seriously - the roots of all members of the skeleton family diverge largely. We are all European but are not limited to it. That's one of the reasons why we are wearing masks: We don't want the people to focus on our background or origins - we want to communicate through our art. As soon as we have established this line of communication we will reveal more of our background.
The founding members of the skeleton family met some years ago. We wanted to create an artistic family where the bounds were related more by common sense of art than by blood. We started with Amaya, Kay Ozz, Serena, Violetta and me. And for every artistic family it's a very active arrival and departure - Serena and Violetta stayed during Vanitas, Leontes visited us for a short time, Asuveideto is currently playing the drums and there are even more members who will be revealed in the upcoming projects. And therefore there is always a source for so many different projects: My Friend Skeleton and My Skeleton Friend - obviously the most prominent ones - are only the first ones in a hopefully long list of follow-up collaborations: Sometimes it's a family trip, sometimes it's a more private project just with a brother or sister.

Id have to be honest: I opened your special-box, sensing immediately its arcane contents, but I never expected to find a similar masterpiece, a visual and acoustic joy/torment. Then I saw the “Danse Macabre” label and I thought << Bruno Kramm, who else? >> And I read his introduction in the first page of the book: tell me, how Bruno acted with his lucid creative madness in the album? Does he help directly to realize Vanitas or he was only your producer? Did he also discovered you, since that it wouldnt be the first time that his musical instinct leads him for the better, and finally how did you contact him?
Kay Ozz: We realized and produced the album by ourselves. But from the beginning of our collaboration Bruno really supported our ideas. It was great to see that our ideas fell on a fertile ground. And so it happened that Bruno wrote the introduction of our book. We are really happy about that because we appreciate him very much and are very happy about his support.

Reading your amazing booklet (to whom Ill talk later) It seems that, although you appear as a real band, Archimed is the main person behind 'M.F.S.', when the other components have contributed with their basilar help: am I right, or anyway “Vanitas” has been a fairly equal work?
Archimed: I wouldn't call myself the main person behind My Friend Skeleton but due to the natural split of work I may have the most influencing part. Being a musician and composer since I can remember my share of work was to build and decorate the stages for all the incredible stories Amaya wanted to tell. And without the fabulous voice talents of Kay Ozz and his different approach to music My Skeleton Friend (our alter egos at the second half of Vanitas) wouldn't have been possible.
As far as writing music for Vanitas is concerned I always need my space and time for building the landscapes for the stories. Writing music has much in common with writing for films or books. First of all you need a haunting story. Then you have to come up with an interesting stage, you need to find the protagonists (in my case the instruments and sounds) and you have to pull them all together. Personally every instrument, every sound and every note has it's own meaning to me.

The box contains even 3 cds of original songs, 1 cd of remixes of yourselves and other bands, and especially the astonishing long videoclip of "Funeral of a broken doll" song: the entire work is called 'Vanitas': why? What do you mean with this word, to be taken or not literally?
Kay Ozz: The album is called Vanitas because it describes the deeper sense that connects the storys with each other. All the storys show the momentariness of life. They present a point of view on the death from different positions.

Before that music, lets talk a bit about lyrics, very opened to different interpretations and feelings, never trivial or assumptive: but… why in some cases did you used the German language? Some of my questions were born just for my failure to understand your language, and Im sorry of that. Maybe it was better English (or French) as a language of easier interpretation for the kind of music you create? Or maybe (as other bands told me in these years) those songs could not do without being expressed with the typical hard and often little musical of German language?
Amaya: Most of our lyrics are written in English, but as you metioned, some songs just ask for other languages. The sound of the language, the intonation and the stream of speech, especially in the bridge of 'Alice' gives an extra expression of the feeling of the story that is told. The words that the rabbit says to Alice sound harder and more hectic in German, just as it was intended - the refrain a little more melancholic. But even beyond that we want to try to make our songs different from each other - including different languages. It's just a way to express our stories in even more different ways.

Now lets talk about the main cds. The first „Hinter Der Maske Der Schonheit...“ is a very anxious, tormented and worrying. Right from opening "The Nightmare Within", and up to "Charonpenny" I feel ancestral, mirthless, ritualistic and epical gorges, with never assumpted signs and movements of creative force, and suasive circles of neo-classical: what do you think about all of these personal feelings?
Archimed: All I can say: WOW. When I work on music I don't spend much thoughts on the possible impact a song may have. For me songs are part of me and something very personal - like children. But to watch the children grow up and to see how people react on them it's always fascinating.

But then, in the album, something happens: "The Funeral Of A Broken Doll", "Alice" and "Requiem" remind me of a single tragically composition: perhaps they refer to the same Person…
Kay Ozz: I see, you are a fan of interpretations ;) I like it when people start to grab the story and see them through their own point of view. So I won't give you an answer about right or wrong because your interpretation can't be wrong if it is the statement you draw out for yourself.

Beyond your undeniable talent in the entire work, Id like to deepen the track "Alice", my absolute favorite song, I listened and listened it relentlessly: but heres the problem of the German lyrics: exactly, what is it talking about? Reading the text at large, and from the noises of typical intensive-room machineries, it would seem the last moments of a young girls life, maybe the broken doll to which you have dedicated the DVD, too… And then that piano, essential background able to express all the possible pain of those moments… In short, what is exactly Alice?
Archimed: I think that's the most tragic song on Vanitas. And maybe the most cryptic. It's about a father and a mother and the most terrible tragedy parents have to face: To see their daughter Alice in coma at the intensive care station. There seems no coming back so the parents try in a desperate attempt to reach their daughter's locked mind before they have to pull the plug of the life support. But the daughter is light years away in some magical place from her childhood. There is no father, there is no mother, just a rabbit and a queen. And their pleadings for Alice to go back because time is running out...

I have to admit that I moved several times listening to this song, also because unfortunately in my life I really had to do with these places (for myself and for my mother): but it seems that ma even you have lived a sort of these things as personal experience Archimed: That's true.

And if I tell you that "Requiem" or "Schwester Im Spiegel" remind me of the best Anna-Varney, what is your opinion about? I admire her both as artist and person, is the same for you, so by accepting some assonances especially in the way of composing and arranging your music?
Amaya: Hearing this is really a big compliment for us. As for me I can say that I really admire her as well. She makes amazing music!

The waltz of "Schwester..." is maybe related to that “Caroline of the homonymous song? And who is she? Maybe is she the preferred Alice doll, that dies at the same time Alice dies?
Amaya: We wanted to leave some details open for personal interpretation. In this case you could perhaps say that the girl, Alice, who dies in the end of the song becomes the ghost girl Caroline, imprisoned in her own nightmare, wondering why she died - the internal fight between the good and the bad side mentioned in 'Schwester im Spiegel' could be the same girl as well.

In "Caroline" you explicitly quote Freud and his theories, which nowadays are refuted by several analysts: I think that you have especially his "The Interpretation of Dreams", am I right? And by the way, dream is a returning theme in your songs, so I wonder what is that “Spinning Dream” that close the album; its a song that begins with a recalling of an imaginary place (maybe…) and at the end takes the form of a sort of awakening in the real world…
Amaya: You are right. It is the interpretation of dreams, inner fears and the subconsiousness - Freud once stated that when you lose something, it subconciously means you didn't want to have it in the first place. If it really was precious to you, you wouldn't have lost it - it was just a subconcious way to get rid of something you didn't like. So the first part of the song includes this kind of word-play - because the little dead girl 'lost her life'. I really like your interpretation of 'Spinning Dreams'. Actually it describes the suicide of a loving couple - the mentioned 'dream' is the last journey they are about to start. So in the beginning, the imaginary place would be the reality in which we are living - and the awakening in the 'real' world would be the act of dying and the rebirth in the world of death. I really like this thought.

The second CD "... Lauert Der Tod" is surely more understandable and comprehendible, more oriented to a sort of electric/electronic experimentation; the six parts of "RoboterBlut" made me think: if the first cd could represent an inner and timeless world, the second one is a colder and futuristic representation of our being human…
Amaya: You are totally right. The first cd is much more melancholic and handles themes of inner feelings and dreams, fears and hopes. The seconds cd is much colder. It shows another side of the human race. 'Missed Calls' however links back to the first cd. The two cds are like two sides of a medal, or two sides of a human being.

A curiosity: since in the second cd, too, theres a him version of “Funeral of a broken doll”, who is him? And as a sort of balancing, who is the her that created the own version of this song in the first cd? Or maybe is a 'schizophrenic' kind of splitting of the same person?
Kay Ozz: The Story of “Funeral of a broken Doll” is splitted up into “Her Version” and “His Version”. But this are really two characters. “Her Version” tells the story from the point of view of the girl, “His Version” from the point of view of the death. The female side is fragile and soft; that's why it appears on CD 1. His version is harder and rougher and is on CD 2.

The last songs have a strictly ethereal/synthpop sound: if you agree with me, it was a way to soften and defuse the lonesomeness that seize mostly of your compositions, or is it just another face of “M.F.S.”?
Archimed: I think this was the song I had most fun to write. I remembered all the endless nights at the sea. Red wine circulates through your blood, you light your cigarette and lean against the soul you love or dear friends. And you wait for the first signs of the morning and you know that this moment can't get any better. And I think this would be the best way to leave earth. No anger, no depression, no open wounds - you just let go. If I had to choose the way how to leave - that's would definitely be it.

I love to death “Chérie”, very eighteen/nineteen style, a period which Im linking a lot for my age…
Amaya: Thank you very much. Chérie is one of my favourite songs as well - I think the composition fits really well to the lyrics and I like the way it sounds a little nostalgic. The way Kay Ozz' voice fits into the song gave the lyrics a soul. I think the song would have fit perfectly into this period of time.

Now I want to reveal you one thing: in our webzine “Rosa Selvaggia” Im usually attending to neoclassical, ethereal, darkwave, neofolk… in short you can refer me as the most whining collaborator hehehe. Now you can understand that I prefer your first cd to the second, because more similar to my real taste and feelings… and finally youll understand why I love immediately “M.F.S.”!
Kay Ozz: The most whining collaborator - that's really cool :D
Yes, with this background I can totally understand that you prefer CD 1. But this is a fact that I like about Vanitas. Some people prefer CD 1, some people prefer CD 2 and some are equal. That brings a lot of different reactions. And last but not least we don't want to be put in a drawer, we want to do whatever we want. So it is really great to see the positiv reaction on that.

For the remixes and alternative versions album, I give the word to you for a direct comment: naturally I understand the presence of Das Ich (even if, having scared of their musical violence hehehe… on the contrary I really appreciated their remix very much), but what about the other collaborations, especially with William Faith that I appreciate a lot?
Kay Ozz: We appreciate all the bands that remixed us. So we are really happy that they accompanied Vanitas and gave us a masterpiece of art to round our album up.

The book: yes, that little real masterpiece book, full of attraction and emotional involvement: above all, the drawings speak for themselves, and matching each song perfectly: nevertheless I couldnt understand if they were all created by AMAYA SAKINAH as you quoted in the cover? I ask you this, because I found them very varied, moving from traditional gothic style to a more oriented cyber (and that emerges here again the concept of “multiple personalities”, so loved by Bleuer (and partly by Adler and the Freud himself)...
Amaya: I'm really happy you liked my drawings - and yes, all of the included pictures are made by me. I tried to combine different styles to catch the unique atmosphere of each song - some songs required an image that is more gothic, others like 'Roboterblut' were way more futuristic. I'm really glad I accomplished this intention.

Im an avid reader of anime and manga, so then I cant avoid asking AMAYA and all of you, if you still love it, considering the fact that many hallmarks of the book remind me of the best Japanese and Korean works…
Amaya: To tell you a little secret - I really am a manga and anime addict. My collections bursts my shelves and I'm sure it will continue growing^^

One question about the long video clip of “Funeral Of A Broken Doll”: to me, it seems a true story, always somewhere in between hard reality and imaginary atmospheres: how did you make it? Some of the actors are you (if you can reveal me)? To see it over time, are you still excited as when you shoot it, with the same anxiety, or by now you metabolize it? Personally, each time I see it, I found some little new peculiarities always different…
Archimed: When shooting this clip it was important to me that all the little pieces of the puzzle have their own meaning. There was never the intention of the movie to be played in television and compete against the current language of music visualization. It's an intentional quiet and slow story. And it was very deliberating to shoot this video. Because there are only some rare occasions where you have control over music and images at the same time. You can play with all little details and connect instruments and accessories and build on top of that some sort of own language. We had some really good actors - first of all Simone to mention for her perfect representation of the girl. We didn't want to shoot a typical band video where the artists takes all the screen time so we did just short cameos. Except Kay Ozz - who played the part of the Death.

And now for the latest questions, but not in order of importance: THE MASKS. As you know Im Italian, so its natural for me thinking that you found inspiration from Venice Carnival, that, obviously, I absolutely love it. But not in the highlight days, but rather immediately before and after, when you happen to wander the typical venetian streets, turning a corner, and bumping in one of these phlegmatical and atemporal figures: why precisely this artistic choice? As for the costumes, you personally created your own masks? And, what is most important, masks are used for 'hiding' yourselves, therefore for always being yourselves at any time, are a way to maintain a certain aloofness from your listeners, are a way for 'protect' yourselves from nowadays world (sort of self-barrier)? I absolutely dont think that your clothes are a mere question of aesthetics, your look is too much attractive and rich of cryptical meanings, to be the result of fashion choices…
Kay Ozz: We didn't create these masks ourselves. They are truely venecian. But we choose those masks that express ourselves most.
Yes, at the moment we are hiding ourselves from the world outside. But isn't everybody wearing masks? Look around. And look at yourself. We just confront people with the reality. I think that each costume represents each of you, or you have chosen it according to the masks, as a completion of an exterior identity?

Archimed: The costume and masks are the representations of our inner self. Together with our biography they tell much more about our emotions and visions than anything else. If you start with this intention of course you have to grow into your costume because it's your second skin. And it's our personal way of seeing things. So it's obvious that each design of costume is personally influenced by a large extent.

The eyes… from the masks they emerge above all… from your images it seems that theyre loosing just above the shoulders of those who are watching you, staring on an imaginary point away…
Kay Ozz: We are dreamers. We always look into the distance.

Are you planning some live performance in Italy, too? In my Country goth scene is unfortunately not alive as in Germany, at least for certain difficult proposal as your music (and I took part in the past to the organization of a Jack or Jive concert, to name one…): on stage you should be a continue emotion for the soul and the heart, an oniric night… al least for what little I saw on Internet…
Archimed: The live situation is currently a little bit complicated because we want to ensure that concerts transfer the visions we had in mind for Vanitas to the real world. We had this chance for the Wave Gotik Treffen 2010 in Leipzig and it really was some inspired event. But for extravagant concepts you always need patience, time and tenacity. But it will pay out - promised!

And what about the idea of an entire live DVD? Or, better, with a videoclip for each of your charming songs? Have you never spoken about it, or do you have discarded this idea for budget problems?
Kay Ozz: Making a live DVD and producing more videoclips are thigs that are definitely on our to-do list. But we have hundreds of ideas and it takes time to realize all of them...
Well, I think I asked you everything… Close this interview the way you wish, with a little thought or maybe with a question I missed…

Amaya: Thank you very much for this amazing interview! It is rare to find someone who understood the essence of our songs in such a way. I hope one day we will meat each other on a concert :)

Thank you again and again for the time you reserved to me, best wishes for your success and career, see you soon!

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