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LADYTRON

Playgirl, why are you sleeping in tomorrow’s world?
Hey, playgirl
Playgirl, why are you dancing when you could be alone?
Hey, playgirl
(Playgirl, 2000)

di Matteo “Pinhead” Chamey

 

Con queste parole i Ladytron avviano il naturale processo di eclissi solare a favore di una più consona e rarefatta atmosfera da calore lunare. A bordo della loro navicella spaziale, muniti di attrezzature electro vintage, solcano i ghiacci cucendosi sulla pelle un look retro-futuristico impossibile da rimuovere. E’ l’inizio di una storia che ha portato Brian Molko dei Placebo ad affermare che la band è formata da un quartetto di “autentici geni”.
Siamo nel 1999, fervono i preparativi per entrare nel nuovo millennio e una nuova ondata di musica elettronica sta varcando i confini europei. La chiamano “electroclash” e farà parlare di sé per lungo tempo. Vediamo syntheticamente di cosa si tratta..
Il genere è una fresca rivisitazione di house e synthpop dai connotati new wave, electro, dance, acid house e italo disco anni '80. Le drum machines e i sintetizzatori tornano ad essere prim’attori e principali fautori della composizione musicale, fredda ed elegante. Un ossimoro che trova la migliore condizione per esprimersi nella glaciale perdizione del caldo suono elettronico. Il look risente fortemente della scena artistica della seconda metà degli anni '70 (da Vivienne Westwood a Andy Warhol, Kraftwerk e Downtown dei primi anni '80 per citare qualche esempio) e più in generale si affida teneramente alle “maglie” della nostalgia pur diffondendosi come “new best fashion style”.
Ma cosa accende la miccia?
E’ la fine del secolo scorso e su tutte le labels primeggia la International DeeJay Gigolo, etichetta fondata a Berlino dal “lussuoso” Dj Hell, artefice del filone electroclash grazie ad una geniale sintesi di electro, house, techno, 80's pop e italo disco. Artisti come Dave Clarke, Jeff Mills, David Carretta, Miss Kittin & The Hacker, Kiko & Gino S., Dj Naughty, The Advent, Dopplereffekt, Terrence Fixmer, Japanese Telecom, Fischerspooner, Tiga, Belgian Dj Valium, Princess Superstar e Vitalic diventano in poco tempo il punto di riferimento di una estesa gamma di electro-maniaci sparsi per tutto il pianeta. (ci provò anche Gigi D’Agostino ma poi il progetto di espansione nella bubblegum-dance fallì)
Da questa fusione naturale di anime, corpi e musica, nel pieno della rinascita elettronica si fa largo a Liverpool il quartetto “modello”. Un Korg MS-10 e un MS-20, un Roland SH-2 e quattro MS-2000B sono le “armi” del gruppo digital-vintage volte ad abbattere le nuove frontiere della musica.
In poco tempo tra djset e sessions live di estrema raffinatezza, la band sbaraglia la concorrenza e si autocertifica come punto di riferimento della scena.

604 (2001)

Light & Magic (2002)

Witching Hour (2005)

Velocifero (2008)

Gravity the Seducer (2011)

Helen Marnie (Glasgow, Scozia), Mira Aroyo (Sofia, Bulgaria), Daniel Hunt e Reuben Wu (Liverpool, Inghilterra), scombinano i piani dell’evoluzione musicale elettronica, dirottata negli anni ’90 a favore di una frenetica “alternativa” techno. Torna la linearità del “piano sonico”. Il sentimentalismo emotivo vibrazionale sonoro sostituisce la schizofrenia, la calma apparente rinfresca i cuori e la consapevolezza prende il sopravvento. Una maggiore intelligenza creativa e compositiva, una serietà di approccio unita a delicate ma potenti magie melodiche, il tutto shakerato come se fosse una rivelazione cosmica!
E’ la rivoluzione dei sensi applicata alla musica. Ascoltare “Soft Power” da “Witching Hour” è come cavalcare all’indietro pur lasciando scorrere il tempo in avanti.
Questa non è un’autobiografia ragionata, un manuale di statistiche, elenchi e recensioni synthetiche, semplicemente una porta aperta verso i confini di una realtà attualissima ed in eterna mutazione.
Troverete sul web tutte le informazioni di cui vorrete disporre per quanto riguarda i singoli album e la mutazione sonora del tempo. Comprate e ascoltate questi dischi, non è mai troppo tardi.
A breve uscirà il quinto album, occasione ghiotta per scambiare due parole con Danny, una delle menti portanti, personaggio simpaticissimo innamorato dell’Italia e di Milano in particolare.
Ma non poteva mancare di certo il “The Best…”

 

INTERVISTA

Ecco il vostro Best of 00-10, il modo migliore per mettere i tutti pezzi al loro posto..
Abbiamo voluto pubblicare questa collezione per riflettere sul lavoro di una decade e anche per tracciare una linea nella sabbia oltre la quale c’è il nostro futuro, sia come gruppo che individualmente, musicalmente e non. Le nostre ambizioni creative non si limitano alla musica.
Inoltre, credo che sia qualcosa di essenzialmente nuovo per quegli ascoltatori che ci hanno scoperto solo l'anno scorso o giù di lì.

Tutti i brani sono stati realizzati con cura maniacale, tutti potenziali singoli. Come si fa a generare nuove idee? Come è la vostra session di registrazione ideale dopo tutti questi anni?
Non c'è mai stata una formula, è una domanda difficile a cui rispondere, forse addirittura impossibile, è come descrivere il nucleo di ogni forma di creatività. In termini di registrazione, ognuno è stato diverso, però direi che la registrazione di Gravity the Seducer è stata la più divertente. “Se suona bene è perfetto”, o forse anche “se non fa male non funziona” potrebbero essere i motti ideali per il nostro approccio al writing.

Per il Best of Remixes, che selezione avete seguito per la scelta dei remix?
La selezione si è basata su quello che ritenevamo il mix più prezioso di ogni singola traccia, ove è stato possibile. Di per sé sono tutti molto geniali, soprattutto in termini di mixaggio spicca il periodo 2000-2002 all’interno di un movimento musicale molto interessante a quel tempo.

Il nuovo singolo Ace of Hz sembra proprio il ponte perfetto tra passato e futuro. Un suono lungo e stratificato..
La base è stata creata nel 2003/2004, ma è stata completata solo nel 2010. E’ ideale averla inclusa in questa raccolta in quanto risente molto del lavoro di questo decennio. Musicalmente un ponte tra dove eravamo e dove siamo. Il nuovo album è molto più di un salto sonoro rispetto a quello precedente, ma siamo ancora ben riconoscibili.

Ci sarà un tour dopo l'uscita del disco? Pensate ad una tappa italica?
Ci sarà qualcosa.

Data pubblicazione: 30 Maggio 2011