IKON
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U-BAHN ENFANT,
15 giugno 2003, Milano (Transilvania Live).
Gli
Ikon sono certamente una delle più popolari band di "dark"
tradizionale o "dark-wave" degli anni '90. Spesso considerati
come i veri eredi dei Joy Division, hanno subìto una svolta
nel 1997, quando due fondatori, il cantante Michael Aliani
e il bassista Dino Molinaro, lasciarono il gruppo per dare
vita al progetto Chiron. Le parti vocali furono così prese
e mantenute dal chitarrista Chris McCarter, mentre Molinaro
ritornò all'ovile dopo un certo periodo. Con la formazione
rimaneggiata il quartetto australiano ha continuato a pubblicare
dischi di buon livello, contaminando il dark/gothic originario
con soluzioni elettroniche e sonorità acustiche. Per la data
di questa sera aprono i milanesi U-Bahn Enfant, che propongono
una sorta di rock'n'roll suonato con attitudine punk. Sono
bravi e fanno il loro dovere dignitosamente, anche se i loro
brani non mi dicono assolutamente nulla e c'entrano poco con
gli head-liner. Peccato però che li abbiano fatti iniziare
troppo presto, in un Transilvania ancora semi-deserto. Quando
iniziano gli Ikon il locale si è riempito un poco, ma non
abbastanza se consideriamo il peso del gruppo, comunque non
starò a ripetere i soliti discorsi che faccio alla fine di
ogni recensione. I quattro
eseguono soprattutto il materiale più recente, quello tratto
dagli album "This Quiet Earth" e "On The Edge Of Forever",
in parte raccolto nell'antologia "From Angel To Ashes 1997-2003"
appena uscita, ma vengono suonati anche alcuni vecchi brani,
come "Fall Apart" dei Death In June, "Reality Is Lost" e "Dreaming".
Chi conosce gli Ikon sa che il loro repertorio è composto
da ballate elettriche malinconiche e intimiste, si tratta
quindi di un concerto da ascoltare con attenzione, senza particolari
slanci di adrenalina, anche se loro sono tutti bravissimi
e assolutamente professionali (inoltre si sono dimostrati
piuttosto umani e disponibili prima dell'esibizione). La voce
di Chris, diversa da quella di Michael, è buona e si allinea
perfettamente alla musica, il suono che esce è pulito e compatto.
In alcuni brani Chris imbraccia la chitarra acustica, in altri
- pochi comunque - ci sono delle basi elettroniche che sul
momento mi fanno storcere il naso che ma in realtà danno un
tocco in più. Il concerto finisce molto presto, alle 23:30,
con il Transilvania ridotto ad una sauna... ma ne è valsa
la pena, finché ci sono in circolazione band come gli Ikon
nessuno potrà dire che la dark-wave è un genere defunto che
appartiene solo al passato...
(Testo by Fabio D./
photo by AIMA project: http://www.lafoto.it/aimaproject.html)
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