HIDDEN
PLACE
Intervista
di Oflorenz
Ciao
ragazzi, benvenuti sulle pagine oscure di ROSA SELVAGGIA!
HP:Ciao Oflorenz, innanzitutto grazie a te e a tutto
lo staff di Rosa Selvaggia per lo spazio che ci state concedendo.
Mi
piacerebbe partire dai miei primi ricordi legati al vostro
progetto, con il sorprendente demo WEATHER STATION che mi
inviaste appena uscito. Fu un esordio di brillante elettronica
fredda e sperimentale, che fece la gioia di tutti gli adepti
dei Kirlian Camera e che nello stesso tempo aveva un suo
ben definito carattere: come ricordate quel periodo? Avete
in mente una ristampa di quel cdr?
HP:
Il tutto e’ nato con una certa spontaneità e un certo
interesse verso dei suoni che da sempre hanno caratterizzato
il nostro background musicale. L’idea iniziale era quella
di creare qualcosa che unisse l’ elettronica europea, fredda
e minimale, a melodie semplici e malinconiche anche se poi
tutto questo si è evoluto aggiungendo elementi nuovi
al nostro sound e lavorando ancora di più sulle melodie.
Quel periodo é stato molto importante per noi in
quanto, provenendo da esperienze diverse, é stata
la nostra prima occasione che ci ha portato a confrontarci
con suoni nuovi notando pero che il tutto proseguiva con
molta naturalezza e i risultati ci piacevano molto. Ricordiamo
con molto piacere i giorni passati nel nostro piccolo Zenith
Studio a sperimentare e registrare i nostri primi brani
tant’ é che poi sono stati tutti inseriti nel demo
”Weather Station”. Questo lavoro é stato recensito
da varie magazine e webzine e, nonostante la resa audio
non fosse una delle migliori, ha avuto un ottimo riscontro.
Proprio in questi giorni abbiamo riferito a Gabriel della
Twilight Records l’idea di ristampare il demo e lui ha subito
accettato senza problemi. Quindi la ristampa uscirà
su Twilight Records e a breve inizieremo con l’aiuto di
Diego Banchero i lavori di rimasterizzazione del demo.
Dall’autoproduzione
di WEATHER STATION all’esordio con FANTASIA MECCANICA su
Hellektroempire trascorrono due anni, ed il vostro sound
subisce un’evoluzione verso atmosfere più marcatamente
cold-wave, maggiormente ballabili e dai tratti meno sperimentali
dell’esordio…tendenza che si completa e perfeziona nell’ultimo
PUNTO LUCE. E’ dunque quella attuale la vera essenza di
Hp?
HP:
Nell’arco di cinque anni il nostro sound é cambiato
molto. Siamo partiti da atmosfere molto fredde, e statiche
a tratti quasi industriali fino ad arrivare a suoni e arrangiamenti
più ricercati, robotici con melodie semplici e coinvolgenti.
Stiamo insistendo molto di più sull’elettronica lo
dimostra anche il fatto che nell’ultimo album ”Punto Luce”
abbiamo tralasciato l’uso di basso e chitarre tanto da rendere
l’idea di un”Synth-Album”, di un qualcosa di molto retrò
ma allo stesso tempo anche abbastanza moderno. Abbiamo aggiunto
anche suoni molto più ambientali (“Illusioni Ottiche”
e ”Synthetic Light” ne sono una prova) e vorremmo dirigerci
in tale direzione e amalgamare il nostro sound con queste
atmosfere. La vera essenza di Hp potrebbe essere quella
dell’ evoluzione e di rendere ogni lavoro diverso dall’altro
senza mai cadere nel ripetitivo. Questo é il nostro
obiettivo, cercheremo di raggiungerlo o almeno ci proveremo.
PUNTO
LUCE mi ha incuriosito e colpito anche per grafica fredda
e minimale, e per i titoli dei brani che paiono tracciare
un concept sul mondo della luce, del colore e della percezione
che l’occhio umano ha di questi fenomeni : mi sembra quasi
un tema di futuristica memoria, mi sbaglio? Siete interessati
alle avanguardie artistiche di inizio secolo?
SaraLux : Si, concordo: c'è un certo
amore nei confronti del futurismo. Punto Luce come in un'opera
futurista è alla ricerca di un certo dinamismo
elettronico e vuole essere un lavoro dove ci sia quel famoso
concetto di "simultaneità": la musica e i contrasti
dati dalla mia voce femminile e dal vocoder, che , come
in un quadro di quel periodo, vuole invogliare lo
spettatore (l'ascoltatore) a non guardare passivamente l’oggetto
statico, ma ad esserne avvolto. A rafforzare questo
concetto, la grafica del disco realizzata da Max (Max Sobrero
dei Big White Rabbit) va a sposarsi bene con il concept
di Punto Luce: le linee agiscono psicologicamente su noi
con significato direzionale, ed i colori viola e blu enfatizzano
molto questo concetto. Credo che Punto Luce sia uno di quei
dischi che debba essere ascoltato nella sua interezza: ogni
traccia ha una propria visione, veloce, luminosa e
racchiude in sé una fotografia dell'immagine
che Hidden Place vuole mostrare con dei "punti luce".
Il
disco è prodotto dal bravo Diego Banchero, che i
nostri lettori senz’altro ricorderanno per gli ottimi progetti
genovesi de Il Segno del Comando, Malombra e poi gli attuali
Recondita Stirpe ed Egida Aurea, tra le più fulgide
realtà dell’attuale panorama neo-folk italiano. Quali
rapporti vi legano a Diego ed ai progetti della scena genovese?
HP: Per la precisione Diego Banchero ha curato
la fase di editing e mastering dei nostri due album presentandoci
dei lavori molto soddisfacenti. Lo stimiamo molto sia come
persona che come artista e con il passar degli anni tra
di noi é nata una grande amicizia. Pensiamo che a
Genova negli ultimi anni siano nate delle ottime band come
Ianva, Egida Aurea, Recondita Stirpe che hanno riportato
in auge una certa italianità svanita da tempo. Si
tratta di band che si sono imposte con molta originalità
e sono andate oltre il calderone che ultimamente ha contraddistinto
il neofolk. Inoltre il grande Diego ci ha dato l’opportunità
di collaborare con loro nel prossimo disco di Egida Aurea
che s’intitolerà ”Memorie di Gesta”. Si tratta di
un album molto particolare, potente e di grande impatto!
Avete
partecipato a diverse compilation tra cui alcune per la
tedesca VAWS, ed in particolare vorrei ricordare quella
di elegante fattura che ripercorre alcuni aspetti riguardanti
l’ identità cristiana, CREDO IN UNUM DEUM, in compagnia
di alcuni progetti dell’area martial-industrial, neo folk
e sperimentale europea. Penso che la vostra “Euritmia del
Fulgore” sia uno dei pezzi più brillanti ed originali
del vostro repertorio, potrebbe tracciare una strada da
ri-percorrere anche per il futuro?
HP:
Questo é uno dei pochi brani cantati in italiano
e l’unico con certe atmosfere quasi orchestrali. Siamo stati
ispirati da una certa mistica europea d’altri tempi rendendo
bene l’idea del concept. Pensiamo di intraprendere in parte
certi suoni coniugandoli a facili melodie ma mantenendo
quella malinconia di fondo che ha sempre caratterizzato
i nostri brani. Inoltre nel prossimo lavoro i brani saranno
cantati tutti in italiano in modo da conferire un motivo
di vanto e di appartenenza. L'italiano è una lingua
molto importante, complessa oltre che bella. E, sempre attenendoci
a quello che era l'Italia del primo novecento, crediamo
sia un vanto dedicarci con interezza alla nostra bellissima
nazione. Forse è dalla musica che bisogna partire
per contribuire a diffondere la vera eleganza e la vera
cultura!
Facciamo
un tuffo indietro nel tempo, proiettandoci sul vostro seminale
progetto neo-folk LUPI GLADIUS. In principio fu neo-folk
insomma, quali furono (e magari sono tutt’ora) le anime
più vicine a quest’area in Hp? E per contro, quali
quelle maggiormente rivolte alla cold-electro che caratterizza
gli odierni Hp?
HP: All’epoca dei Lupi Gladius tutti eravamo
attratti da sonorità acustiche e apocalittico/tradizionali
scoprendo ogni giorno nuove bands oltre ai padri del neofolk,
quindi per noi era molto divertente comporre e provare per
poi arrivare alla registrazione del demo”Lucania”. Successivamente
poi Antonio sperimentando con campionatori e synths iniziò
a comporre i primi brani che andarono a finire nel primo
demo degli Hp ”Weather Station” aprendo la strada verso
una nuova avventura. Con il passar del tempo i brani sono
stati perfezionati e cosi sono nati gli Hp trovando la loro
stabilità nella formazione a quattro.
Vivete
divisi tra Matera e Firenze: come conciliate i problemi
logistici per provare e registrare? E a proposito di attività
live: possiamo sperare di vedervi on stage in un futuro?
HP: Sia per motivi di studio che di lavoro
purtroppo non viviamo nella stessa città anche se
per noi non é un problema dato che tale situazione
sussiste sin dal primo periodo della nascita della band.
Le volte in cui ci incontriamo tutti e quattro per noi sono
molto produttive in quanto impieghiamo molte ore sia in
fase di composizione che di registrazione. Capita anche
che mandiamo le basi a Sara e poi lei ci lavora sopra adattando
le parti vocali che ritiene opportune. Abbiamo avuto molte
proposte di suonare in Italia ma per noi é stato
sempre difficile accettare. Ultimamente ci stiamo preparando
per suonare dal vivo e cercheremo al più presto di
portare in giro la nostra musica.
L’ultimo
PUNTO LUCE, uscito per l’ottima label argentina Twilight,
è senza dubbio tra le migliori uscite nel suo genere
del 2009. State ottenendo dei buoni riscontri in italia?
Di recente molti progetti italiani mi hanno confermato una
maggiore ricettività del mercato estero, tedesco
in primis: è così anche per HP?
HP:
Nel nostro Paese il disco ”Punto Luce” sta avendo ottimi
riscontri e questo ci rende molto felici. Inoltre la cosa
che ci ha sorpreso é che il disco sta avendo un ottimo
seguito in America. Il famoso magazine ”Rolling Stones”
in Argentina l’ha inserito tra i migliori 50 dischi del
2009 insieme a bands come Editors, Client, Röyksopp
e Iggy Pop. Abbiamo anche scoperto che un grande distributore
americano, ” A Different drum”, ha segnalato il nostro disco
tra le migliori vendite delle ultime settimane. Tutto questo
ci soddisfa molto e per questo dobbiamo ringraziare anche
Gabriel della Twilight per il grande lavoro che sta portando
avanti.
Ed
a proposito della controversa situazione del mercato discografico
e musicale di oggigiorno: il download selvaggio ha ormai
soppiantato il caro vecchio “oggetto - disco” e ucciso la
sua valenza collezionistica e “feticistica”? Eppure oggi
molti cd della scena possiedono package attraenti, belli
da possedere. Siete collezionisti od avidi possessori di
hard disk colmi di mp3?
HP:Purtroppo
la teconologia e il progresso a volte portano a sminuire
anche il concetto stesso di arte nelle sue varie forme.
E il formato mp3 ne é un esempio. Partendo dall’idea
che la musica é arte e che in un album lo stesso
artwork é un ottimo elemento per far capire all’ascoltatore
ciò che l’artista vuole esprimere anche attraverso
immagini, testi, ecc. non riusciamo a concepire questa mania
incessante di scaricare migliaia di mp3 che alla fine sono
solo un’offesa agli artisti e sicuramente emozionano di
meno rispetto all’ascolto di un LP o un CD. Inoltre questo
continuo download va a discapito soprattutto di etichette
indipendenti che con il passar degli anni stanno chiudendo
e diminuendo le loro produzioni. Potremmo definirlo come
uno dei ”tumori” della musica dell’ultimo decennio. Essendo
dei collezionisti, continuiamo a comprare dischi, come abbiamo
sempre fatto, in quanto vogliamo un contatto diretto con
la musica e non certe “devianze” alla moda senza valore.
Il
periodo storico a cavallo tra ’70 e ’80 conosciuto come
post-punk, da cui scaturì la cosiddetta new wave
e l’ondata elettronico-sintetica, è il riferimento
della gran parte dei gruppi dell’odierna scena oscura, pur
essendoci – a ben vedere – delle radici ben più lontane
nei suoni proposti oggi soprattutto in campo elettronico-sperimentale:
pensiamo al kraut-rock, oggi citato spessissimo come influenza
imprescindibile da più di un gruppo. Vi sentite figli
puri del post punk, o qualche goccia dei vecchi ‘70 scorre
nelle vostre vene? Quali sono i vostri ascolti durante il
tempo libero…
HP: Non possiamo negare che il 1977 é
stato una vera e propria rivoluzione musicale e non solo.
La logica punk del ”tutti possono farlo” ha dato l’opportunità
a molti artisti di dire ciò che volevano e di rompere
con certi schemi del passato con molta istintività
e originalità. Abbiamo sempre ammirato quest’aspetto
rivoluzionario e avanguardistico del punk, quell’idea veramente
forte che poi ha cambiato anche il modo di intendere la
musica, anche se ci discostiamo da una certa deriva che
poi il movimento ha preso a livello sociale. Tale fenomeno
ha portato ad una continua evoluzione e sperimentazione
dando vita ad idee completamente nuove, come la new wave,
ma che devono molto all’ idea innovativa del punk. Forse
in quegli anni nell’aria c’era qualcosa di magico, espressione
di fermento di varie forme d’arte. Ci sentiamo legati sia
a gruppi come i Joy Divion che sono stati una delle massime
espressioni dell’evoluzione del punk, portando all’estreme
conseguenze rabbia e angoscia di quegli anni, sia ai Kraftwerk
sinonimo di avanguardia aristocratica dell’elettronica.
Questi ultimi sono stati lungimiranti e hanno posto le basi
per tutta la musica elettronica moderna e le loro melodie,
dopo trent’anni, vengono ancora copiate. Ascoltiamo ogni
giorno tantissima musica come ad esempio i primi gruppi
della Factory Records, esempio unico di musica post-punk,
oppure gruppi come The Chameleons, The Sound, And Also the
trees, Death in june, In the Nursery, Dernière Volonté,
Ultravox, John Foxx, Handful of Snowdrops, Pet shop boys,
VNV Nation, Patenbrigade:Wolff, Delerium, Asylum Party,
Slowdive, Misfists, the Damned, The Skids e molta new wave
italiana e ancora tantissime altre bands.
Malinconia
e lato oscuro dell’animo umano, ma anche freddo minimalismo
figlio dell’epoca post-industriale. In quale di queste due
definizioni vi sentite più a vostro agio…
HP:
Pensiamo che nel corso dei secoli un certo spirito europeo
sia stato caratterizzato da una forte vena malinconica e
in questo ci riscontriamo molto. Molte opere di artisti,
in senso lato, colpiscono per la loro elegante malinconia
e il loro profondo senso di riflessione basti pensare a
nomi che vanno da Omero e Aristotele a Leopardi, Foscolo,
Goethe, Wagner, D’Annunzio fino ad arrivare ad artisti che
oggi ascoltiamo e stimiamo tanto come Joy Division e Kirlian
Camera. Ad esempio un certo tipo di malinconia nella musica
e nella letteratura colpisce molto di più e arriva
direttamente all’anima rispetto ad una mediocre spensieratezza
di tante opere prive di spessore. Un gruppo di discepoli
di Aristotele un giorno si pose questa domanda: ”Perché
tutti gli uomini che hanno eccelso in filosofia, politica
e poesia o nelle arti sono malinconici?”
Sara,
tu vivi a Prato, e se non erro sei attiva nella scena dei
clubs della zona, come ad esempio il Siddharta. Vuoi raccontarci
qualcosa della tua personale attività al di fuori
del mondo HP come organizzatrice di eventi, promoter e modella?
SaraLux:
Organizzo Party electro e affini a cadenza mensile, questo
da che sono a Firenze, dal 2001. Ora è la volta di
"Electro Femina: The female future of music", una serata
con staff tutto al femminile, djs e performer. Un party
tutto nuovo e particolare! Non è solo nell'entroterra
fiorentino (attualmente eravamo al Next Nite di Firenze)
ma giriamo anche come staff, prossimamente avremo delle
trasferte in altri club italiani. ELECTRO FEMINA funziona
perché c'é una buona combinazione: le
mie colleghe dj sono belle e anche brave, ottimo binomio
per andare avanti in questo settore ormai molto competitivo.
ELECTRO FEMINA è glamour, iper-femminile e allo
stesso tempo non smette di essere "alternative".
Sito
Web: www.myspace.com/hiddenplaceitalia
Data
pubblicazione: 19 Agosto 2010
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HIDDEN
PLACE: UNA RETROSPETTIVA DISCOGRAFICA
A
cura di: Oflorenz e Nikita
Seguiamo
il progetto lucano fin dai suoi esordi, ci è sembrato così
simpatico riproporre in questa sede quelle che furono le nostre impressioni
ai tempi dell’uscita di ognuno dei loro tre lavori. Tutto ciò
con l’augurio di arricchire l’elenco, in futuro, con numerosi altri
capitoli firmati HP…!
Weather
station CDR-demo (autoprodotto) 2005
È bello vedere che escono nuove
valide bands italiane dedite ad un'elettronica che non sia becera tunza
senza arte né parte. Gli H.P. sono nati solo nel 2004 dalle ceneri
dei Lupi Gladius (i quali erano attivi con un solo demo, "Lucania"),
sono composti da Fabio Vitelli (keyboards,
programming), SaraLux Vitelli (voce femminile), Giampiero Di Barbaro
(voce maschile, chitarra) e Antonio Losenno (sampling, programming),
e
propongono un electro-dark oscuro che si ispira molto ai Kirlian Camera
di fine '80, quelli di "Eclipse - Das Schwarze Denkmal".
Essendo un demo, ci sono delle piccole pecche di registrazione, ma la
grande passione e l'amore che mettono nella loro musica prevalgono e
lasciano presagire, se saranno ben supportati da una label, ad un bel
futuro. Intanto sta a voi lettori di contattare al più presto
il gruppo per
ricevere il demo.
(Nikita)
Fantasia
Meccanica CD (HellektroEmpire) 2007
Seguo con passione il gruppo della bella
Sara Lux fin dall’esordio di “Weather Station”, album che aveva suscitato
ottime impressioni in tutti i seguaci dell’elettronica dalle tinte sperimentali
e “cold”. Rispetto all’esordio il gruppo basilisco compie un ottimo
passo avanti sotto l’aspetto della produzione, impeccabile in questo
nuovo lavoro che vede tra l’altro la partecipazione dei miei concittadini
Frozen Autumn nei due ottimi remix di “Spazio Zero”. E proprio nella
direzione dei vecchi, cari Frozen Autumn da un lato, e degli ultimi
grandi Kirlian Camera dall’altro, si muove anche FM, con una maggiore
attenzione all’aspetto melodico delle canzoni, senza comunque scadere
mai nel banale o nel commerciale. 10 tracce che sprigionano un’elettronica
elegante ed accattivante, negli episodi strumentali (si pensi a “Notturno
Italiano”) così come in brani quale ad esempio “Asimmetrie”,
uno dei miei favoriti. Molto curato, per finire, anche l’aspetto grafico,
con un packaging pienamente all’altezza del contenuto.Per chi scrive
una delle rivelazioni della scena “dark-elettro” italica degli ultimi
anni, insieme agli ormai sciolti Siderartica di Elena Fossi.
(Oflorenz)
Punto
Luce CD (Twilight) 2009
Nuova uscita di lusso per l’ottima label
argentina Twilight con questo terzo parto dei lucani Hidden Place. “Punto
luce” è un piccolo gioellino di fredda elettronica studiato con
cura sotto tutti gli aspetti, a partire dal package, che con le sue
tinte fredde ed i disegni geometrici
e minimali sembra quasi tradire ispirazioni di futurista memoria. Una
sorta di filo conduttore ideale lega i titoli dei brani, incentrati
nella quasi totalità sui concetti di Elettricità, Luce,
Colore ed Illusione ottica. L’elegante intro strumentale di “Teknicolor”
non può non proiettarmi indietro negli anni ai miei concittadini
Frozen Autumn, senz’altro tra le gemme della passata stagione cold-electro
italica; ma anche echi di Kirlian Camera fanno capolino qua e là,
in particolare per quella maniera stilosa di intendere la sperimentazione
in campo elettronico, che mai dimentica il lato melodico ed a tratti
danzabile dei brani. E proprio a proposito di quest’ultimo aspetto,
la freschezza delle greche Marsheaux risplende in episodi come “United”
o “London to Rome” , ove la voce della bella SaraLux si sposa ottimamente
con i tappeti elettronici cesellati dal fratello Fabio, da Giampiero
Di Barbaro ed Antonio Losenno. Produzione affidata alle sapienti mani
di Diego Banchero (di cui senz’altro vi ricorderete per gli ottimi progetti
genovesi Recondita Stirpe ed Egida Aurea), “Punto Luce” si candida tra
le migliori uscite italiane (e non solo) in campo “cold-electro” di
questo 2009 appena trascorso.
(Oflorenz)
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