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GRINDERMAN
6 Ottobre 2010, Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)

testo by Brian K

L’avete visto mai visto Nick Cave negli anni 80? Un tossico folle ed esagitato, un demone invasato e delirante che afferrava il microfono e vi ululava arcani incantesimi biblici appoggiando un piede sulla cassa spia, un essere inquietante fra l’ebbro (di chissà quale sostanza) e il messianico, titanico nella sua statura artistica (per quanto, per le anime belle, moralmente non edificante). E dietro Blixa Bargeld e Kid Congo Powers a torturare lancinate chitarre in un coacervo indistinto di feedback.
Sì, lui, Nick Cave! Ma dov’era finito? Dopo The Good Son sembrava essersi appannato. Dopo Murder Ballads sembrava definitivamente spento. L’ultima volta che l’ho visto a Milano, tournée di Dig Lazarus Dig!, stentavo a riconoscerlo: un uomo di mezza età contento di sé che gigioneggiava sul palco. Nemmeno l’anno prima mi aveva lasciato così perplesso, quando presentò al piano il suo repertorio in acustico all’Auditorium: era comunque una cosa più simile a una scommessa!
Per questo, quando ho finalmente trovato il Live di Trezzo, in mezzo a decine d’altri che si chiedevano “ma perché proprio qui?”, avevo ben poche illusioni (e speranze). Ma come descrivere il Nick Cave di oggi versione Grinderman? “Uno sconquasso sonico devastante” renderebbe l’idea?
Questi i Grinderman: da sinistra Martyn Casey, il bassista più flemmatico del mondo (che contrasto!), Jim Sclavunos, un batterista tanto preciso quanto selvaggio, e infine Warren Ellis, il violinista/chitarrista pazzo, aspetto da barbone esaurito, capace di torturare il suo strumento tanto da superare in distorsioni e dissonanze i poveri (al confronto sonico) Bargeld e Powers insieme!
E in mezzo... lui, zio Nick, che si agita epilettico e indemoniato, che declama invasato o ulula posseduto, che dalla chitarra emette un ronzio assordante e indistinto, che sale sull’organo Korg distruggendolo, delirante eppure intervallato di umorismo (“vorrei suonare ancora l’organo, ma qualcuno l’ha rotto”), madido di sudore, arringa la folla, addirittura arriva a interrompere la seconda canzone per cacciare il servizio d’ordine che impediva alla gente di avvicinarsi al palco, “fucking police!” Beh, e che dire di Ellis durante Evol? sdraiato sul palco per tirarsi su solo a ruggire il mefistofelico ritornello…
I brani comprendono l’intera sequenza di Grinderman 2, più due capolavori del primo disco: Get it on e When my Love Cames down, su cui il cantante si è raccomandato di avere un ascolto “like drifting” (come alla deriva). Sempre dal primo titolo sono stati tratti i 3 encore, di cui l’ultima, l’omonima Grinderman, ha esposto il cantante in tutto il suo titanismo epico, la lucida follia di un messia disincantato, la marzialità di un filosofo zombie prima della fucilazione.
Alla fine, le orecchie fischianti e i sensi confusi, mi sono ritrovato frastornato e felice.
Grazie zio Nick, ben tornato. Mi sei mancato, e tanto.