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BLUTHARSCH + DEUTSCH NEPAL + BAIN WOLFKIND + VARUNNA Testo e foto by Oflorenz Nell’attesa della seconda soirée di IN FOLK NOCTIS, Das Rummel ci propone questo aperitivo di lusso a base di massicce dosi di folk noir, industrial e psichedelia, con la data finale di un micidiale tour europeo che ha visto l’allegra banda austro-italo-svedese battere le più prestigiose piazze del vecchio continente. Come sempre il Granaio di Settimo Milanese si rivela ospitale ed originale anche nelle proposte a corredo della serata: per il 17, giorno di San Patrizio, degustiamo splendide birre artigianali irlandesi accompagnate da piatti a tema, che ci predispongono al meglio per il puntualissimo attacco secco di VARUNNA. “ Piombo 70“, ruvida e tagliente come sempre, apre il set di Alessio, che con voce roca e chitarra ci racconta storie e memorie d’ Italia e d’Europa. “Al vento”, “Nevio” e “La Rossa” tra i nuovi brani di “Ferro e ruggine”, ed ancora “Europa”, “Ichnusa” e “Cani Morti” tra gli storici cavalli di battaglia si susseguono rapidi e potenti, e noi riassaporiamo con piacere – a poche settimane dallo show parigino con Egida – i racconti musicati dell’autore di “Cantos”. Il breve set di Varunna scorre in un lampo, con il maledetto chansonnier BAIN WOLFKIND pronto a raccontarci ancora una volta vicende di vita vissuta on the road, tra abusi di alcol e sesso sfrenato. Il trash movie alla Russ Meyer (forse proprio un suo film?!) accompagna in maniera ideale le storie malate del gangster australiano, con le sue divertenti maggiorate biondo platino che ammiccano sorridenti per la gioia del pubblico maschile. L’ex “Novo Homo” risulta sempre accattivante grazie al suo blues post-moderno sanguigno e genuino, anche se in tutta franchezza canzoni del genere andrebbero suonate da una vera band, e poco si prestano ad una proposta tramite basi pre-registrate ed il solo cantato in diretta.
Il lungocrinito DER BLUTHARSCH versione psych-seventies, supportato da un inesauribile Varunna al basso, appare on stage in coloratissima camicia perfetto Sgt.Peppers-style, ed il mantra della “Infinite Church of the lending hand” ha inizio immediatamente. Albin, Marthynna, Alessio, Bain (assente Jorg, sostituito da altro chitarrista) si trasformano in paladini di un’epoca e di un sound lisergico ed acido che ci piace assai, e poco importa la netta svolta stilistica rispetto al revival martial-industrial che rese celebre il progetto viennese anni fa’. Perché in fondo, tutto sommato, come diceva una celebre band viva e vegeta ancor oggi, “that’s only rock’n roll but I like it !!”.
Tenuto conto della contemporaneità con altri importanti eventi di area, le presenze alla serata sono state di ottimo livello; a questo punto non ci resta che attendere il succulento In Folk Noctis Act. II, restate sintonizzati ne varrà la pena!
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