ZDDNTR
/ MARIA PAOLA ZEDDA E ANDREANA NOTARO
H10
- H11 BIRTHDAY PARTY
TWO
PALE FIGURES
Bologna,
8 Settembre 2010
testo
e intervista by Gabrydark
foto by Giancarlo Donatini
Puntuale
come ogni anno a Settembre,
dall’1 all’11, si è tenuto a Bologna il Festival
Internazionale di Danza Urbana, il più interessante
evento di Bologna Estate, sia per le performance di danza
contemporanea che propone, sia per le location alternative
alle sale teatrali o accademiche dove queste avvengono, con
l’obiettivo di una crescita culturale non limitata agli appassionati
di quest’arte, ma ampliata anche ad altri, che ne vengono
a contatto per la prima volta in un contesto aperto e gratuito
iluoghi della città, piazze, sale di musei gallerie
d’arte, diventano i palchi dove gli artisti si esibiscono
a diretto contatto non solo con il pubblico di amatori che
si recano appositamente nelle zone cittadine segnalate, ma
anche un pubblico occasionale di passanti incuriositi, che
si fermano ad assistere:
nell’interazione degli uni con gli altri si costruiscono le
esibizioni che sempre hanno al loro centro l’uomo contemporaneo
immerso nell’ambiente urbano con le sue ansie, le fobie, i
progetti, le speranze.
E la musica è ovvio che costituisca un elemento essenziale
nella danza, spesso un sound industrial che richiama i suoni
disturbanti della città o repertori classici . Una
vera sorpresa è stata leggere nel programma come spiegazione
di una performance di ZDDNTR, MariaPaola Zedda e Andreana
Notaro, “H10-H11 BIRTHDAY PARTY”, le parole di un brano
dei Cure, “Funeral party “, dall’album Faith
:
“Two
pale figures ache in silence timeless
In
the quiet ground side by side in age and sadness”
Nel
pomeriggio dell’8 settembre mi sono recata al Mambo, museo
di arte moderna, il luogo dove si sarebbe tenuta l’esibizione
invitata dall’addetta stampa ad assistere alle prove ed avere
la possibilità di scambiare due parole con le performer
prima dello spettacolo vero e proprio. Nella penombra della
sala spiccavano due zone illuminate e ben distinte sulla parete;
parte la musica, una colonna sonora molto scura tratta da
Aborytm-Castle /01, Spk , Virgin Prunes che accompagnerà
tutta la performance . Le due danzatrici , al centro ognuna
di uno spazio illuminato, che le racchiudeva senza alcun contatto
tra loro, si esprimevano in azioni lente e circoscritte, movimenti
che in alcuni momenti apparivano bloccati in posizioni contorte
ed esasperate, come se l’anima, pur lottando, non riuscisse
ad uscire dalla materialità del corpo, dall’isolamento
in cui è costretta. Suggestioni di note cupe sottolineavano
la solitudine del vivere, la crescita di due donne, dall’adolescenza
all’età adulta che rimane esperienza individuale, nell’incapacità
di comunicare , sessualità vissuta come scoperta continua,
gesti incerti di una vanità femminile, che diventa
sfregio, il rossetto che macchia il volto come sangue, equilibri
instabili, vacillanti, il senso della morte e nel contempo
la voglia di vivere con leggerezza nella luce. In alcuni momenti
la plasticità delle posizioni in rapporto allo spazio
e alla luce mi sembravano quasi scultoree e mi rammentavano
le statue dei Prigioni di Michelangelo nella Tomba di Giulio
II per il loro significato che ho ritrovato nelle azioni della
performance: il corpo come bozzolo terreno da cui lo spirito
cerca di uscire per trovare la sua naturale origine divina.
E’ l’evoluzione di ogni essere umano nella sua crescita, lenta,
spesso segnata da momenti appena percettibili, come i gesti
lievi, i minimi cambiamenti dell’azione che si svolgeva. Un
lavoro sottilmente coinvolgente che ha suscitato emozione,
come se avesse scavato nel mio intimo per portare alla luce
le stesse sensazioni che le performer stavano rendendo visibili
nella loro azione.
Finite le prove e dopo un breve
intervallo Maria Paola Zedda e Andreana Notaro si sono rese
disponibili per una breve intervista:
_Vi ringrazio e vi chiedo subito
se vi siete ispirate ai Cure per la vostra coreografia, il
titolo del vostro lavoro Birthday Party è decisamente
in assonanza con Funeral party e le parole di Robert Smith
Andreana
e Paola: A dire il vero no, non avevamo pensato ai Cure,
anche se è ovvio che li conosciamo e la nostra cultura
viene dal dark. Lo
spettacolo era già pronto e la sua uscita per caso
ha coinciso con la presentazione del libro di Daniela Cascella
sui Cure. Quando abbiamo aperto quel libro ci siamo rese conto
che la traduzione di alcuni pezzi erano perfette per spiegare
il nostro lavoro e la ricerca che abbiamo svolto su di esso.
Le due pallide figure di Funeral party sono le due adolescenti
che abbiamo voluto rappresentare. Noi da adolescenti ascoltavamo
quella musica, ma non traducevamo i testi . La coincidenza
però della cosa ci ha colpito e così abbiamo
usato quelle parole per spiegare ciò che volevamo rappresentare.
-Avete
detto che la scelta della musica è dovuta ai vostri
interessi e assonanze con il mondo dark ; come avete proceduto
nell ‘abbinamento dei pezzi musicali con la performance
A
e P.- Il lavoro sulla musica è stato fatto in contemporanea
insieme ad amici musicisti: abbiamo approfondito con loro
alcuni generi e poi li abbiamo modificati per adattarli all’azione.
Abbiamo
voluto mettere in evidenza il rapporto che esiste tra adolescenti
e musica, per esempio il death metal è un sound molto
adolescenziale, angosciante ma vitale. Così l’adolescenza
ha una base di fragilità esposta e schiaffata in primo
piano, come quella musica.
-Il
vostro passato che si manifesta nel vostro lavoro. Ma strano
il titolo H.10-H.11 Birthday Party così simile ed inverso
a Funeral Party: è solo un caso ?
A.e
P. – in effetti parrebbe una cosa voluta, ma può
darsi che qualcosa delle nostre conoscenze sia inconsciamente
emersa. Tuttavia noi abbiamo scelto questo titolo sdrammatizzante
a confronto con la musica molto oscura per sottolineare la
leggerezza dell’adolescenza, il vivere le cose in modo non
superficiale, ma spontaneo. L’ambiguità dell’adolescenza
tra dolore e leggerezza si esprime attraverso la tensione
dei movimenti e la luce che fa da sfondo è come toccare
con mano la realtà.
-
E le “Two pale figure”?
A.eP.-
E le due pallide anime sono le adolescenti così vicine,
ma anche così lontane nel loro processo di crescita
che è individuale.
_
Molto piacere di avervi conosciute e complimenti per il vostro
lavoro e spero che continuiate su questa strada d’azione e
di musica .
A.e
P. _ Grazie a te.Ora ci prepariamo per lo spettacolo.
Mentre
le due artiste si dirigevano verso il camerino per concentrarsi
e dare inizio alla performance, la musica dei Virgin Prunes
di nuovo inondava l’ambiente, facendoci ripiombare nel mondo
evanescente e malinconico del dark.