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DESTINATION MORGUE VII

A cura di: Butcher’s House Prod. - Stahlwerk Radio

Roma, 3 e 4 genanio 2014 @Closer Club


Testo e foto by Oflorenz

Settima edizione per la kermesse industriale capitolina, con il Closer di Via Vacuna ormai nostra seconda casa nell’ ospitare l’unico vero festival di area presente negli ultimi anni in Italia.

Quest’anno la rassegna di cultura e musica industriale organizzata da Stahlwerk Radio e Butcher’s House offre un panorama quanto mai variegato sotto il profilo stilistico dei partecipanti, mentre geograficamente parlando da buon torinese non posso non rimarcare la vera parte del leone che Torino e il Piemonte faranno nel corso della prima serata, con ben tre progetti su quattro a rappresentare la nostra regione.

Ma andiamo per ordine, riportando le lancette a venerdi 3 gennaio, ore 22 circa.

IMAGO MECCANO
Tocca al progetto romano di Valerio - da buon padrone di casa – aprire le ostilità, con un set che si rivelerà certamente il più sperimentale e cerebrale dell’intera serata. Sulle immagini di un film francese anni ’30, Valerio improvvisa con il suo laptop una quarantina di minuti di layers abrasivi che sfiorano in parecchi frangenti la musica concreta, ricordandomi le bizzarre ambientazioni d’ispirazione dadaista di alcuni tra i primi lavori (forse i più ostici) di Nurse with Wound. Una partenza stimolante e soprattutto senza compromessi!

SANTAAGOSTINO
Ecco in azione il primo, ed il più giovane, dei due progetti sabaudi. Ricordavo la loro performance di qualche anno fa al Taurus di Ciriè, e se già allora il progetto di Andrea Provera attirò la nostra attenzione, qui al Closer abbiamo l’attesa conferma del notevole impatto live del gruppo di “Mokaraba Constellation”. I beats ipnotici e pesanti in stile Vatican Shadow del trio torinese rapiscono la audience del Closer in un mantra elettronico che scuote la mente ed anche il corpo, mentre la testa inquietante del manichino mascherato ci osserva dal palco attraverso i suoi neri occhiali da saldatore. Mood intenso per una gig impeccabile.

GERSTEIN
La creatura di Maurizio Pustianaz, altro torinese della soirée e personaggio storico della grey area nostrana, rivive questa sera dopo la bellezza di 30 anni dalla formazione originaria e a 5 anni dall’ultimo disco (una collaborazione con Gregorio Bardini). Nato nel lontano 1984 come progetto dalle coordinate piuttosto sperimentali, Gerstein risorge questa sera con nuova verve ed un approccio maggiormente “dark-wave”, senza dubbio influenzato dalla cifra stilistica di A New Life, l’attuale progetto di Maurizio dedito a sonorità marcatamente 80es e vicino ai primi, grandi lavori dei mai dimenticati Human League. Accompagnato da Francesco Mulassano ai synths ed alla chitarra elettrica, Maurizio festeggia il trentennale insieme a tutti noi dandoci un gustoso assaggio di questi novelli Gerstein “mark. II”, e proponendo per l’occasione una scaletta nuova di zecca accompagnata dalle suggestive immagini tratte da una visionaria produzione firmata Kenneth Anger. Il set più melodico ed a tratti ballabile della serata, e ci auguriamo questi brani ad oggi inediti trovino presto spazio su di un nuovo cd a nome Gerstein!

CORPOPARASSITA
Tocca al terzo progetto piemontese chiudere le danze di questa prima serata del settimo DM, per l’occasione in versione duo con i soli Guido “108” e Diego Cestino in azione, vista l’assenza del terzo “Parassita” Mehmet Frugis. I due alessandrini, attivi sin dai tempi (e organizzatori) dello storico Festivalbara di Cantalupa, ci assalgono con un’unica death-suite includente anche tracce dal loro recentissimo mini (destinato ad uscire definitivamente come split con This grey hates the sun per la friulana Finalmuzik). Bravissimi come sempre nella loro azione di vero e proprio killeraggio sonoro, accompagnano i mortiferi drones con alcune sequenze rigorosamente in bianco e nero di “Salomé” (il film esordì nel lontano 1953), chiudendo in maniera egregia il “day one” del festival romano.

 

Dopo una giornata di sonnolenti vagabondaggi in una Roma dall’inusuale clima grigio e piovoso, eccoci puntuali in Via Vacuna 98 per la seconda serata del DM, che complice probabilmente la presenza di The Sodality, “big name” di questa settima edizione, registrerà un numero di presenze leggermente superiore al venerdi.

CANDOR CHASMA
Il duo isolano é di quelli di peso, forte com’è di una coppia che non necessita di particolari presentazioni: Simon Balestrazzi prese parte ai grandi Kirlian Camera per quasi tutti gli anni ’90, oltre ad essere fondatore dei TAC (ma lo ricordiamo anche in Dream Weapon Ritual e Kino Glaz), mentre Corrado Altieri opera da tempo sotto i differenti moniker di Uncodified, TH26 e Monosonik. E che l’esperienza paghi, soprattutto se coniugata ad un parco macchine completamente analogico, ne abbiamo ben presto la conferma. Il set della storica coppia, sotto forma di traccia unica e “disturbato” da moleste frequenze visive incessantemente proiettate sullo schermo alle loro spalle, risulta per chi scrive tra i migliori dell’intero festival, con quel sapore old-school che raramente lascia indifferente il palato dei fans di vecchia data. Candor Chasma arriva tra l’altro da una recente speciale esibizione nella chiesa sconsacrata di Sant’ Agostino a Massafra, in provincia di Taranto, della quale ci accaparriamo la registrazione su nastro disponibile al banchetto del merchandise. Un set cattivo ed abrasivo al punto giusto, che scalda a dovere il già numeroso pubblico del Closer.

THE SODALITY
Re-union che profuma di storia, il mitico progetto di Andrea Cernotto (questa sera presente ma non sul palco, bensì solo in qualità di “nume tutelare”) conta per l’occasione nomi che han fatto la storia della grey area italiana e mondiale. Paolo P.NG5361 Bandera e l’altro membro originale Eraldo Bernocchi alle “macchine”, tutte rigorosamente analogiche, sono supportati alle vocals dal grande Mark Solotroff, mastermind di Bloodyminded e della Bloodlust! di Chicago, nonché loro collaboratore di vecchia data (chi tra voi possiede le 4 “distorted” tapes del ‘96 con SShe Retina Stimulants?!!). La formula Sigillum S + Bloodyminded è una vera macchina da guerra, con un elegantissimo Solotroff in total-black che corre da una parte all’altra del palco guidando l’entusiasmo del pubblico letteralmente annichilito da un attacco noise senza pari. I tre ripropongono per intero lo storico repertorio della band (uno solo il full lenght , l’esordio di “Beyond unknown pleasures”), inclusi i due brani del 12” “Orgies of crime” che viene ripresentato per l’occasione in una speciale ristampa del venticinquennale in tiratura limitata di 50 copie ed impreziosita dalla grafica violenta e disturbante di Richard. Total noise!

KHEM
Il progetto di Cosimo ZOS Mungheri fa il suo esordio live proprio in occasione dell’importante vetrina del DM, supportato dalla presenza del grande Devis G. di Teatro Satanico, co-autore peraltro dell’ultimo disco “The Cross”. Avevamo apprezzato l’esordio “Come Forth” di Khem per la label elvetica Show me your wounds, e se le coordinate di allora spaziavano con maestria nell’universo rituale di marca Coil, questa sera si nota decisamente l’influenza di Devis, sin dall’iniziale e ritmata “Daddy Kool”. Accompagnato all’elettronica da Mr. Teatro Satanico, Cosimo è libero di dedicarsi interamente al cantato e si rivela un ottimo animale da palco, ballando ed interpretando in maniera coinvolgente i nuovi mantra elettronici tratti in gran parte dal recente lavoro “The Cross”, licenziato da Old Europa Cafe e freschissimo di stampa. Con alcuni frangenti che nello stile del cantato mi rammentano addirittura i CSI di Lindo Ferretti, dopo questa esibizione siamo più che mai ansiosi di ascoltare i nuovi brani del duo ZOS-Devis su disco!

BATHORY LEGION
Bathory Legion, come Erszébet Bathory, la tristemente famosa contessa sanguinaria ungherese, o semplicemente come Bathory, lo storico combo black svedese di Quorthon che infuriò dalla gelida Scandinavia sin dal principio degli ’80. C’é più di un collegamento tra tutto ciò e la ragazza che fa da unica regista dietro il moniker di BL, la quale esordì proprio nel lontano 1995 come musicista black metal; abbandonate le lande black dopo qualche anno, BL si é evoluta ulteriormente in quella che sul palco del Closer è parsa come una diabolica creatura sonora, frutto evidente del mortifero background dei tempi che furono riattualizzato con bravura in un caleidoscopio che lambisce la ambient più oscura ed esoterica e la pesantezza tipica dell’area grigia post-industriale. Ottimo show, supportato tra l’altro da bellissimi visuals di arcaici paesaggi e favolose suggestioni della natura terrestre.

Come da tradizione, per gli acquirenti in prevendita del “two-days ticket” viene riservato un prezioso regalo: un cd, questa volta addirittura doppio, numerato e nominativo; inclusa una lunga serie di brani firmati - ma non solo – dai progetti coinvolti in questa settima edizione. Il sigillo finale per un evento che non mancheremo certamente di supportare anche negli anni a venire. Anche perché l’unica speranza di mantenerlo in vita, e di renderlo sempre più forte, è la nostra partecipazione.

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