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VI CONGRESSO POST INDUSTRIALE

@ Siddharta, Prato - 14 Febbraio 2009

 

Testo e foto by Oflorenz

Per un attimo, guardandomi intorno fra il set malatissimo di Wertham e quello cosmico e devastante di Inade, ho pensato di trovarmi a Berlino, o magari da qualche parte in Belgio, o in Inghilterra. Tutto filava alla perfezione, puntualità teutonica, massiccio afflusso di pubblico, e che pubblico! La migliore avanguardia italica della grey-area, e poi spagnoli, francesi, tedeschi, il fedele manipolo di svedesi al seguito di Nordvargr, il fornitissimo banco di Rvdolf Protti costantemente preso d’assalto (era da un po’ che non vedevo gente comprare tanti dischi ad un concerto in Italia!!), insomma: un sogno! Eppure è stato tutto vero, le 4 ore iniziate con le bordate di Deplano da “Memory from the Pigsty” sono state un vero EVENTO, di cui andar fieri e con il quale non sfigurare affatto con le scene d’oltralpe, come raramente capita sull’italico suolo. Geniale la proposta industrial-cabaret del nostro Wertham (foto a sinistra), la migliore a livello visuale per chi scrive: la povera Nicole di Die Weisse Rose seduta di fronte al pubblico, inguainata in una nera camicia di forza in pelle, maltrattata dal Depla, inerme ed inquietante bambola-oggetto catalizzatrice di sguardi e desideri inconfessabili, col suo gonnellino in tulle bianco ed i lucidi stivali tacco 12…ed intanto l’assalto noise-industrial di “Memories” ci piace non poco, bello questo esordio in cd del progetto comasco!
Sui tedeschi Inade (foto a destra) possiamo solo parlare di una scontata quanto gradita conferma: l’ambient cosmico del duo sassone si distingue nella scena dai primissimi anni 90, e la performance pratese non fa altro che aggiungere un ulteriore tassello a quel vero mosaico spaziale di trips ampiamente documentati nel favoloso box “Colliding Dimensions”, uscito per la Loki qualche anno fa. Il binomio musica / video di Inade è un vero melting-pot di devastante impatto, e ci fa intuire cosa poterono essere, nei lontani 70, le esibizioni di mitici ensemble kraut quali Tangerine Dream o Ash Ra Temple. Dovendo per forza scegliere, i numeri 1 di questo Congresso.

Il gigante svedese Henrik Björkk (foto a sinistra) , in arte Nordvargr (ma anche Pouppée Fabrikk, Folkstorm, Toroidh, MZ 412..) è il vero beniamino della serata, anche grazie al mini contingente di connazionali, dal nero basco, che si porta appresso. Due i set che ci regala per l’occasione. Il primo è il Nordvargr-set, doppiamente importante in quanto anche release-party per l’uscita del nuovissimo doppio “Evolution”, che qualcuno mormora sarà il sigillo finale dello svedese, per lo meno come Nordvargr. Non un classico “best of”, ma senza dubbio un viaggio tra sessions e materiale di varia natura concepito dal nostro Henrik nel corso dell’ultima decade, a spaziare tra la sua classica dark ambient nera come la pece ed aspetti maggiormente elettronici e ritmici. Ma il vero “rhytmic-noise” il caro Henrikk ce lo vomita addosso pochi minuti dopo come Folkstorm (foto a destra), coadiuvato dai due fedeli “martellatori” alle sue spalle che maltrattano consolles, tastiere e macchine agitandosi come ossessi. "Folkstorm è il suono della guerra e della follia umana filtrato da un distorsore." dichiarò lo svedese tempo fa, e così è stato al Siddharta: assalto sonico senza tregua, con chitarre martoriate dal trapano, fatte in pezzi e poi regalate al pubblico. A proposito, date un occhio alla gallery, troverete qualcosa di interessante a questo proposito!!
Ma ora il tempo è venuto di dar giusto spazio ai campioni della serata, alla cult band che forse più di ogni altra rappresenta l’immaginario più radicale ed oltranzista per i seguaci di sonorità
estreme: signore e signori, da Mannheim, Genocide Organ! (foto a sinistra) Wilhelm Herich e soci ci sorprendono con un set più riflessivo di quanto ci attendessimo, con maggior spazio al suono e meno all’aspetto “visual”, demandato semplicemente ad alcuni video, peraltro semplici e minimali, che scorrono alle loro spalle. Niente maschere quindi, né tantomeno bidoni e barre in metallo sul palco: loro 5, in nera tenuta griffata con logo GO, bastano e avanzano, ed il pubblico risponde con maniacale entusiasmo. Wilhelm H. ed il compagno di Anenzephalia B.Moloch declamano sinistri dispacci ed arringano il pubblico delle prime file, mentre alla macchine, nascoste dalla bandiera della città di Mannheim, D.A.X. e Doc M.Riot sembrano due folli ingenieri del suono alle prese con i loro ultimi ritrovati. Un vero riscatto, dopo lo sfortunato show vicentino di qualche anno fa rovinato dai troppi problemi tecnici.

Father Rvdolf Protti, soddisfatto per l’esito della serata, già ci fa sapere di tenerci pronti per il VII Congresso, a febbraio 2010. Buono a sapersi, io faccio già che prenotarmi la stanzetta nella mia fedele pensioncina pratese.