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ALBIREON
@ Wolf, Bologna, 10 Marzo 2013

Testo by Gabrydark
Foto by Nicola Tenani

Il 10 di marzo gli Albireon , band neo -folk reggiana, hanno presentato al Wolf di Bologna il loro ultimo doppio album di prossima uscita Le fiabe dei ragni funamboli.
Il live, organizzato da Sound Behind The Corner nell'ambito di Mob (Molecole bolognesi), ha visto all'apertura i tre componenti della band esibirsi davanti ad un pubblico esiguo, ma amichevole e partecipe.

Davide Borghi, chitarra e voce , insieme ai suoi compagni Stefano Romagnoli, l'elettronico del gruppo, e Carlo Baja Guarienti , ha alternato brani in inglese ad altri in italiano ed alcuni in dialetto reggiano, introducendoci nel fiabesco mondo della cultura tradizionale come in La spusa de Strion, dove i lampi che illuminano la cima del Cusna, monte dell'Appennino reggiano, sono trasfigurati negli spiriti stregoneschi, che abitano quei luoghi. La band ha spaziato tra i suoi album da Il volo insonne, a Mr. Nightbird hates blueberries, a I passi di Liù, fino appunto all'ultimo Le fiabe dei ragni funamboli, dal titolo immaginifico.

La dolcezza del sound, accompagnato dal Synth e dal computer che imita echi di vento e di frasche vibranti alle sue folate, ammorbidisce l'asprezza delle parole, spesso malinconiche, frutto di eventi dolorosi o di drammatiche attese senza tempo come nel brano dedicato a Buzzati ed alla sua opera Il deserto dei tartari, il cui tema fondamentale è la paura di sprecare la propria vita nell'attesa di qualcosa che mai arriverà.

La band esplora le emozioni dell'animo umano dalla tenerezza di fronte alla nascita di un figlio , fino al dolore del vuoto immane lasciato dalla morte come ne I passi di Liù. Malinconia , meraviglia , immaginazione sbrigliata , tutti riverberi della vita che li circonda sono i soggetti delle canzoni degli Albireon, che mi hanno ricordato i ritmi cantautorali delle ballate di Fabrizio De Andrè, prima ancora di paragonarli a gruppi neo folk contemporanei come i Sol Invictus. Prima del buio, Ala di falena, The spiders corner sono sommessi momenti di ricerca di comunicazione dell'io più profondo e riflessivo dell'uomo.

Un concerto suggestivo che ha saputo smuovere emozioni nella serata di una sonnolenta domenica bolognese !