0.1 Screamin' Jay Hawkins

Jalacy Hawkins nacque il 18 luglio del 29 a Cleveland, nell'Ohio. Nero ed orfano, ma cresciuto da una tribù indiana, si dimostrò precocissimo talento musicale: a sei anni suonava già il piano. Fu inoltre campione di boxe a 14!
Diventato successivamente pianista professionista, suonò per artisti blues tra i più importanti della sua epoca: Gene Ammons, James Moody, Illinois Jaquet ed, occasionalmente, Count Basie. Poi si unì al gruppo musicale di Tiny Grimes (i Rocking Highlanders), sviluppando il suo celebre registro vocale baritonale ed incidendo il suo primo disco, rimasto purtroppo inedito, nel 1953. Lasciato Grimes, fece amicizia con lo shouter blues Wynonie Harris, che lo portò con sé a New York, raccomandandolo tra i suoi contatti. Cominciarono così le sue fortune discografiche culminate, nel 1956, con la sottoscrizione di un contratto con la Columbia (per la sussidiaria OKeh), l'assunzione definitiva del nome d'arte Screamin' Jay e l'incisione del suo brano più celebre e pazzesco: I Put a Spell on You. Immediatamente esaurito, il disco fu un successone anche per gli assurdi effetti che lui diede alla musica: furono definiti "suggestivi e cannibalisti", per non parlare della voce da ubriaco all'ultimo stadio.

Boicottato dalle stazioni radio, riuscì a venderne almeno un milione di copie, continuando con la OKeh fino al 1958 ed inanellando una serie di altri successini del rythm and blues: Little Demon e Person to Person, o altri classici semi-operistici come I Love Paris e Temptation. Inoltre si affermò anche con brani decisamente più bizzarri ed inclassificabili, come Hong Kong, Alligator Wine o There's Something Wrong with You.
Poi la sua carriera si divise tra insuccessi cinematografici ed ostilità dei media, con una produzione musicale via via più di maniera, fino ad una parziale rinascita artistica solo verso la fine degli anni 60.
Ora, in molti si chiederanno perché si perde del tempo descrivendo le gesta di uno shouter tra il soul ed il R&B? L'importanza imprescindibile ai fini di questo scritto sta tutta nel suo atteggiamento e nel suo assurdo spettacolo. In un'epoca di artisti non sempre neri ma sempre elegantissimi ed impeccabili (uno per tutti: Frank Sinatra) lui, consigliato dal DJ Alan Freed, cominciava i concerti facendo capolino da una bara e, con abiti leopardati e serpenti vivi, cantava maneggiando un teschio amichevolmente chiamato Henry.
Folle, provocatore, beone, iconoclasta in un'epoca di totale perbenismo, con i suoi costumi funerei ed i suoi atteggiamenti shoccanti rappresentò il primo surreale prototipo del rocker appariscente e glamourous.
Certo, il suo, confrontato con ciò che sappiamo avvenire gli anni dopo, era un atteggiamento superficiale, era giusto un modo di atteggiarsi ed abbigliarsi, che inaugurò anche una certa moda di "gotici della superficie". Però senza l'intuito ed il coraggio del genialoide Screamin' Jay Hawkins, senza il suo pacchianissimo lamé dorato o i suoi giochi pirotecnici (coi quali spesso finiva per sbruciacchiarsi) non sarebbero mai esistiti i travestimenti da palcoscenico e con essi tutto il glam rock. Non avremmo mai conosciuto i Grateful Dead e, dopo di loro, Ozzy Osbourne, David Bowie, Alice Cooper, i Kiss, i Christian Death, fino ai Marilyn Manson (per lo meno, non così come li sappiamo essere).
Per il suo travestitismo becero ed il suo shouting selvaggio e baritonale a Hawkins devono rendere omaggio i glam (che comprendono anche i T.Rex ed addirittura il primo Brian Eno); per il teschio Henry, i suoi serpenti e la bara/giaciglio dobbiamo essergli riconoscenti noi tutti.

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