ASHTORETH
Rites I&II CD
(Cyclic Law)
Dopo esser transitato per la nostrana Unexplained Sounds
Group con “Morana” il primo full length non
autoprodotto, il belga Peter Verwimp si accasa presso la
Cyclic Law con questo doppio rituale fatto di due lunghe
suite per un totale di circa 37 minuti di ambient/drone.
Peter ha alle spalle una lunga gavetta in numerosi
gruppi come Building Transmissions, Station Grey,
Stifled Cries e Maya, quest’ultimo collocato
temporalmente nei primi anni novanta, ed ha collaborato
con artisti del calibro di Carl Michael Von Hauswolff e
Douglas Park. Con questo progetto, Verwimp si
propone di rivelare il lato sciamanico della sua arte,
intraprendendo un viaggio verso l’ignoto accompagnato da
una musica che è il risultato di una coesione di
influenze e sperimentazioni che attraversano oltre due
decenni. Le due tracce che ne conseguono, due
differenti rituali, parlano di mondi lontani e
affascinanti, tratteggiati da echi e riverberi
inquietanti e dilatati, ma anche lievi e poetici, che
consentono all’ascoltatore di immergersi completamente
in una nuova dimensione.
Sito web:
http://www.ashtorethcult.com
(M/B’06)
|
LE COSE BIANCHE
Tutto il corpo è genitale
CD (Hellbone Records,
Spatter)
Giovanni Mori ritorna col suo progetto principale,
coinvolgendo per l’occasione alcuni dei suoi amici e
sodali, nomi di grande storia e spessore della scena
industrial, ossia Eraldo Bernocchi, Lunus e Wertham. Pur
incarnando in piena coerenza l’usuale stile declamato
unito ad un basso incalzante unito ovviamente ad una
buona dose di elettronica, questo lavoro ha delle
significative deviazioni verso lidi insoliti. Infatti,
dopo un primo brano con la chitarra di Dan PK unita
all’elettronica riflessiva e coinvolgente di Bernocchi,
prende il via il basso ed inizia la narrazione di Giò.
La successiva “La sindrome del tramonto” dà il via ad
un’elettronica ritmata guidata nuovamente dalla
chitarra. Il quarto brano “Lie” vede l’intervento di
Lunus, ossia Devis Granziera, che si occupa di voce e
synth. In “Mi fai proiettare dentro un tempo diverso”,
lo stesso beat elettronico che dava il tempo nel terzo
brano ritorna, dando questa volta un incedere quasi
epico, sempre attraversato dalla narrazione di Giovanni.
Su queste coordinate si dipanano le successive tracce
che danno vita ad una sorta di sabba a base di
industrial rock. Si vede finalmente Marco Deplano, aka
Wertham, con il penultimo pezzo, che sfocia nella
conclusiva “Quando il procedimento simbolico è la sola
compagnia che ti resta”, in cui a Deplano si uniscono
Bernocchi e Bruno Dorella alla batteria, per un pezzo di
sincera e lacerante power electronics.
Sito web:
http://lecosebianche.blogspot.com
(M/B’06)
|
CRONACA NERA
NoNConsensualViolence
CD (Old Europa Cafe; Luce Sia)
Dopo il debutto del 2001 che è ormai oggetto di culto
perché diede vita in parallelo a due progetti di snuff
electronics, ossia questo e Macelleria Mobile di
Mezzanotte, a
capo dei quali c’era la presenza costante
di Adriano Vincenti, Cronaca Nera è ritornato nel 2013
con l’acquisizione della mente malata di Giovanni Mori,
noto per i suoi due progetti “Le Cose Bianche” e
“Suction Melena”. Non molto tempo dopo il duo è
diventato un trio con l’innesto di Andrea Chiaravalli,
conosciuto per il suo progetto Iugula-Thor. Traendo
spunto dai fatti di cronaca nera ed in particolare dalla
vicenda del mostro di Firenze, il progetto si è in
parallelo evoluto dal punto di vista delle tematiche
fetish/sado-maso, senza mai abbandonare del tutto il
lato oscuro e violento legato ai serial killer,
assecondando l’altra grande passione di Adriano, già
ampiamente sfogata con l’etichetta Signora Ward Records,
creata e gestita dallo stesso Vincenti. Quest’ultimo
lavoro non fa eccezione, combinando ancora una volta
questi due temi, conditi dalla sapiente mano del trio e
di Francesco Perizzolo al mastering, un combo che
costituisce lo zoccolo duro della scena power
electronics italiana, graniticamente attaccata ai suoi
stilemi che rappresentarono un unicum nel panorama
estremo mondiale degli anni novanta e suscitarono un
tale interesse da portare il defunto Corbelli e quindi
gli Atrax Morgue ad una tournée in Giappone insieme ai
Teatro Satanico di Devis Granzera. Questi due nomi non a
caso ricompaiono nel quarto brano che è la cover dei
Necrofilia, loro collaborazione che prese forma in due
uscite tra il 1994 ed il 1997. È un album malato e
perverso, come è lecito attendersi, marcio ed
oscurissimo, sconsigliato a chi è debole di stomaco, e
quindi pienamente riuscito.
Sito web:
https://www.facebook.com/croncanera
(M/B’06)
|
DAVE-ID BUSARAS & GIANCARLO FERRARI
I Am, You Are CD (Easy Action)
Forse
maggiormente noto sotto l’alias di David Watson Jr.,
Busaras fu uno dei membri fondatori degli storici
dublinesi Virgin Prunes, nonché uno dei componenti
sempre attivi fino alla transizione nei successivi The
Prunes, in compagnia di Strongman e David Kelly. Eccolo
ora in veste individuale, o meglio in un inedito
sodalizio con il nostro Giancarlo Ferrari, tastierista
già autore di due lavori di darkwave sperimentale a suo
nome (‘Colder Than Death’ e ‘King of Darkness’) usciti
nel biennio 2016/2017. Gli undici episodi di ‘I Am, You
Are’ snocciolano una minimal-wave ‘synth-oriented’ la
cui struttura portante è delineata dalle trame
tastieristiche di Giancarlo, su cui si adagia a pennello
la voce assai particolare, a tratti bizzarra, di Dave,
dal timbro unico ed immediatamente riconoscibile. Le
melodie partorite dal duo, co-autore di tutti i brani,
sconfinano sovente in nenie ossessive ed incalzanti (‘Of
Life’s Things’, ma non è l’unica), portandosi dietro
qualche traccia memore dei vecchi Virgin Prunes, dei
quali Busaras fu - come si accennava poc’anzi -
componente storico sin dalla fondazione alla fine degli
anni ’70. Undici filastrocche elettroniche alienanti, a
tratti malvagie, certamente originali. Un disco da avere
per completisti dell’universo Prunes, ma non solo.
Info:
www.easyaction.co.uk (Oflorenz)
|
CARLO GROSSI
Synthetic dimension CDr (autoprodotto)
Dopo un trascorso in ambito grind ed una pausa di circa
quattro anni, Carlo Grossi debutta come solista con
questo cdr autoprodotto, limitato a100 copie, ispirato
ai capisaldi della musica industrial/noise mondiale e
soprattutto da quelli più disturbanti e malati come
Atrax Morgue o Archon Satani, ma anche Brighter Death
Now. È un disco low-fi, dissonante e ricco di
campionamenti vocali, che sicuramente centra l’obiettivo
di risultare indigesto e tutto sommato non scontato,
viste le premesse. Sicuramente è un debutto, c’è da
lavorare sul suono se si vuole pensare in grande, ma
rimane un prodotto tutto sommato discreto e sopra la
media, con molta varietà tra i singoli brani, che però
non perdono di coerenza tra di loro, oscillando tra
power electronics e ambient. Interessante anche
l’artwork ad opera sempre di Carlo, che ricorda molto lo
stile di Nueva Germania. Attendiamo fiduciosi le
prossime evoluzioni.
Sito web:
carlogrossinoise@gmail.com
(M/B’06)
|
I.R.L.
From Birth to Death MCD/Download (Autoprodotto. -
Distrokid)
Il giovane duo brianzolo nato nel 2017
e composto da Alessandro Ridolfo e Fabio D’Agostino si
era già fatto notare nell’ambito di una delle
compilation della serie ‘Zeitgeist’ di Cold
Transmission, cui aveva prestato la prima traccia del
mini a nostre mani, ‘I.R.L. #1 (Birth)’. ‘From Birth to
Death’ ci da dunque l’opportunità di chiudere il
cerchio, apprezzando l’intero concept su cui ruota
l’esordio del progetto, ovvero una lettura personale
delle varie fasi del percorso di vita di un individuo:
Nascita, Consapevolezza, Odio, Rassegnazione e Morte. Ad
ognuna di esse è associata una traccia del lavoro, che
stilisticamente esprime una dark-wave di elegante
fattura, memore della stagione d’oro di Xymox piuttosto
che And Also The Trees. I titoli dei cinque capitoli del
disco risultano di per sé esplicativi, fornendo
un’interpretazione alquanto pessimistica della nostra
esistenza, destinata a concludersi, dopo una fase di
rabbia, in un sentimento di rassegnazione che precede
ineluttabilmente la scomparsa. Le trame sonore tipiche
di una cold-wave d’antan stilosa e ben suonata risultano
ideali nel tradurre in musica il tema del disco,
disponibile in CD ed in download sulla pagina Bandcamp
del gruppo, dove troverete anche i due singoli ‘The
Presence’ e ‘Liquid Lover’. Info:
https://inrottenland.bandcamp.com
(Oflorenz)
|
LUNAIRES
If All the Ice Melted CD (Wave Records)
E’ di lunga data il percorso artistico del duo
meneghino che si muove dietro Lunaires: Patrizia
Tranchina e Danilo Carnevale sono membri fondatori degli
storici Jeunesse d’ Ivoire, tra gli attori della
primigenia scena post-punk nostrana che ritroviamo in
pressoché tutte le raccolte antologiche dedicate al
tema, dalla storica ‘Body Section’ dell’83 sino alle più
recenti ‘Milano New Wave 1980-83’ e ‘Milano After-Punk
1979-84’, per citarne solo alcune. Nel 2010 assistiamo
alla rinascita della coppia, che riattualizza il verbo
post-punk della prima formazione nei novelli Ivories,
autori di un Ep e di due full-lenght (uno dal vivo) nel
periodo 2013-2016, finestra temporale che si chiude con
l’ottimo ‘Light Years’ licenziato da Swiss Dark Nights.
Se Ivories riprendono sostanzialmente il discorso
abbandonato quasi tre decadi prima dai mitici JdI, pur
riattualizzandone il sound (eccezionalmente potenti le
loro esibizioni live!) e con una line up a trio che
include anche Francesco Sindaco, i nuovissimi Lunaires
si tingono di delicate venature elettroniche,
distanziandosi nel contempo dalle asprezze del
precedente progetto. In uscita sotto l’egida della
brasiliana Wave Records , ‘If All the Ice Melted’ si
svela, sin dall’iniziale ‘Unbound’, in un raffinato
caleidoscopio di atmosfere che spaziano tra wave e
‘dreampop’, il tutto ‘speziato’ da un calibrato utilizzo
dell’elettronica. In Lunaires é Danilo a guidare la
regia dell’intera sezione strumentale, con le vocals che
spettano come in passato a Patrizia, in tale nuovo
contesto più delicata ed a tratti ‘eterea’ (‘The Hidden
Word’); nell’ elegante ‘Nightfall’ emergono sprazzi dei
belgi Hooverphonic, mentre in ‘Spring Waiting Still’ (ma
non è l’unica) il mood e l’utilizzo della voce profumano
dei cari e mai dimenticati Cocteau Twins. Un lavoro che
si mantiene piacevole ed avvolgente in maniera costante
nel corso delle sue otto tracce, e che marca nettamente
un nuovo corso per il progetto milanese, a distanza di
tre anni dall’ultimo parto targato Ivories, e di oltre
tre decadi dai primi, storici passi di Jeunesse
d’Ivoire. Oltre che disponibile via Bandcamp sulla
pagina dell’etichetta, il disco esce in elegante
versione Cd digipak limitato a trecento copie, ma in
considerazione della magnifica grafica noi lo
consigliamo addirittura in uno dei duecento esemplari in
vinile, nero oppure ‘splatter’ multicolore.
Info:
https://waverecords.bandcamp.com
(Oflorenz)
|
THE
LUST SYNDICATE Capitalism is
Cannibalism LP / CD (Trisol)
Il mastermind
dei mitici Spiritual Front Simone Salvatori ed il
collaboratore di vecchia data Fabio Colucci (produttore
ed arrangiatore per SF sin dai primi anni 2000) si
uniscono nel nuovo sodalizio di The Lust Syndicate,
sfogando la propria rabbia nelle dodici tracce al
vetriolo di questo vero e proprio manifesto
anti-capitalista ed anti-modernista dal titolo di
‘Capitalism is Cannibalism’. Tiratura limitata a
cinquecento copie in elegante packaging Vinile bianco +
Cd, il lavoro nuovo di zecca del duo utilizza il verbo
elettro-industrial per sferrare un attacco diretto al
cosiddetto ‘New World Order’, moderna e subdola forma di
‘dittatura finanziaria’ banco-centrica che pare ormai
non avere rivali nel governare le sorti del nostro
pianeta. Un vero e proprio ‘concept’ dunque, con titoli
quali ‘Statement: The United States Of Slavery’,
‘Financial Aristocracy’ o ‘Capitalism As Religion’ che
non lasciano dubbi sugli obiettivi della coppia
capitolina. La breve intro di ‘Statement: Consenting
Victims’ recitata da Michael De Victor di While Angels
Watch ci catapulta immediatamente nel vivo del lavoro,
che si avvale di una folta platea di quotati ospiti
(tutti alle voci) tra i quali Sean Ragon (Cult of
Youth), Gary Carey (Joy of Life), Caroline Jago (Seventh
Armonic) ed Erin Powell (Awen). La cifra stilistica di
The Lust Syndicate si basa, come si diceva, su di un’
elettronica di taglio industriale mai sconfinante nel
rumorismo, le cui ritmiche possenti sono sporcate da una
giusta dose di ruvide venature ‘harsh’.
Non mancano
episodi quale ad esempio ‘Statement: Flattering Of
Humanity’, giocati sulla sovrapposizione tra recitato e
sottofondo industrial-ambient, mentre altrove le vocals
sono accompagnate da percussioni metalliche alla Test
Dept., ascoltate ‘Statement: Plurality Of Emptiness’.
In definitiva la velocità fine a sé stessa non prende
mai il sopravvento, in favore di soluzioni ritmiche di
maggior respiro e varietà che rendono ‘Capitalism is
Cannibalism’ un disco più da ascoltare che da ballare. I
toni forti della grafica alimentano ulteriormente il
messaggio dell’opera, soprattutto grazie al collage
della inner-sleeve, riportante i volti dei ‘Potenti
della Terra’ raffigurati con ghigni beffardi nelle vesti
di orribili tiranni. Un disco diretto e potente dal
messaggio quanto mai attuale. Info:
thelustsyndicate@gmail.com (Oflorenz)
|
meanwhile.in.texas
Technicolor Dreams Tape/Digital Download
(Purlieu Recordings)
Proseguiamo ad accompagnare
con estremo piacere le uscite di Angelo Guido,
sperimentatore brindisino classe 1982 attivo da qualche
anno sotto il moniker di meanwhile.in.texas. Il nuovo
lavoro (l’ultimo era stato ‘Requiem. A Journey to Alpha
Centauri’ del 2018) esce in trenta coloratissimi
esemplari su nastro per la svedese Purlieu, ed é
disponibile digitalmente anche sul sito Bandcamp
dell’artista. La costante ricerca nel campo dell’
universo ambient e dei filed-recordings trova massima
espressione negli otto liquidi episodi di ‘Technicolor
Dreams’, la cui valenza é particolarmente profonda in
quanto concepiti e registrati dall’autore nei luoghi a
lui più cari, quelli della propria infanzia. L’Isola di
Sant’Andrea, la Diga di Punta Riso ed il Parco Urbano di
Cillarese sono alcuni tra i magnifici scenari nei quali
Angelo ha dato vita ai novelli soundscapes, generati con
l’aiuto di chitarre elettriche filtrate attraverso
l’utilizzo di effetti e pedali spesso auto-costruiti.
L’approccio non convenzionale ad uno strumento come la
chitarra si fonde in maniera più che naturale con i
field-recordings catturati abilmente in loco con
l’ausilio di microfoni a contatto, per un risultato
finale che rende pieno merito al termine talvolta
utilizzato per identificare le menti che stanno dietro
l’opera di progetti come meanwhile.in.texas, vale a dire
quello di ‘sound-designer’. Suoni cesellati per
rilassare la mente e ‘viaggiare’ idealmente, nella
miglior tradizione degli acquerelli sonori di certi
Durutti Column piuttosto che delle avvolgenti
‘sound-installations’ di Eno. Musica per coltivare il
vostro spirito. Info:
https://purlieurecordings.bandcamp.com/album/technicolor-dreams
(Oflorenz)
|
MY RIGHT OF FROST
This Box Came Out of The Sky CD (Hellbones
Records)
Erano i primi anni ’90, e rammento
ancora le lunghe dissertazioni di Robert Fripp sui
bollettini della neonata Discipline Global Mobile circa
l’imprevedibilità del suono durante i live dei suoi King
Crimson, e le relative disquisizioni sul posizionamento
dei microfoni on stage al fine di governare, per quanto
possibile, il fenomeno. I genovesi My Right of Frost
citano a tal proposito il compositore e sound-designer
nipponico Toshimaru Nakamura, dedito inizialmente alla
manipolazione della chitarra, successivamente alla
musica elettronica d’avanguardia e alla ‘No-Input
Music’, dove il fenomeno del feedback e della mancanza
di controllo totale sul suono si trasformano in una vera
e propria sfida dell’uomo contro la macchina. Il trio
genovese, già autore di un Cdr nel 2012 e di una serie
di live sets rumorosissimi (famosa la supplica di uno
spettatore genovese: ‘Basta! Ci sono anche dei
bambini!’) ci regala finalmente un nuovo lavoro di
studio, che esce in formato CD per la romana Hellbones
Records e trae il titolo da un episodio risalente ai
tempi della guerra fredda: ‘This Box came Out of The
Sky’ era scritto sui gusci esterni dei sensori di alcune
sonde spia americane che vagarono nei cieli russi verso
la metà degli anni ’50, per terminare la propria
avventura addirittura al largo del Giappone. Proprio
echi di ‘cold-war’ risuonano tra le nove tracce
dell’opera, in particolare nelle onde corte di ‘German
Lady’, ove la Signorina in questione è impersonificata
dalla robotica voce femminile delle celeberrime 'Number
Stations', trasmissioni radio in codice utilizzate dalle
spie per comunicare informazioni oltre confine. Se
‘Killing Time’ ci soffoca con i suoi drones a basse
frequenze, ‘An Appeal to Reason’ mette in campo alcuni
degli ‘oggetti sonori’ distintivi di MROF, dal famoso
Oscillatore Bitonale all’immortale Theremin. Le onde
sinusoidali di ‘A Series of Unlikely Explanations’
generano stati di alterazione e tensione, che
raggiungono un picco ancor più elevato in ‘Alarm Zone’,
il titolo stesso non lascia dubbi. I ‘cut-up’ vocali
ispirati alla scrittrice statunitense Gertrude Stein in
‘An incomplete Portrait of Picasso’ ed alcuni estratti
dalle registrazioni degli ‘attacchi sonici’ utilizzati
dalle truppe Usa in Vietnam (‘Wandering Souls’) sono tra
gli spunti più interessanti che completano il nuovo opus
di MROF, che nei venticinque minuti della traccia di
coda propone un succoso estratto proveniente da una
delle esibizioni live nella chiesa di San Bernardino a
Genova, nel caso specifico quella con Epìsch Porzioni
del 2018. ‘Chance Meeting On A Dissecting Table Of A
Circuit Bending And A Theremin’! Info:
http://myrightoffrost.blogspot.it
(Oflorenz)
|
OFFICINE SCHWARTZ
L’opificio
CD (Again Records; Luce Sia; Fonoarte)
Dal lavoro congiunto delle etichette Again recordss,
Luce Sia e Fonoarte, nasce l’attesa ristampa del secondo
album delle Officine Schwartz, “L’opificio”, che integra
il 12” “Carica!”, rilasciato nel 1990, un anno prima de
“L’opificio”, oltre a tre bonus track ricavate da
altrettante raccolte pubblicate a cavallo tra fine anni
ottanta e primi novanta. Il collettivo capitanato da
Osvaldo Arioldi è stato una delle prime formazioni a
solcare la scena industrial italiana: col suo mix di
percussioni, canti popolari e inni dei lavoratori ha
rappresentato un unicum nel panorama mondiale ed ancor
oggi si distingue nettamente da tutti gli altri, nel
bene e nel male. L’humus che lo nutre è fortemente
politicizzato e mai c’è stata una sosta nell’evoluzione
stilistica che se ne è sempre infischiata di qualunque
approccio melodico o commerciale. I brani sono stati
sempre e comunque di rottura, mai incarnando soluzioni
musicali estreme, quanto piuttosto multidisciplinari ed
originali, forse troppo avanzate per essere capite
all’epoca, ma riscoperte negli ultimi anni, che
finalmente hanno reso giustizia alle Officine: questa
ristampa è un’ottima occasione per riscoprire Osvaldo &
Co. e ritrovare l’ideale colonna sonora delle lotte
operaie nella decadente società industriale dell’epoca.
Sito web:
https://www.facebook.com/OfficineSchwartz
(M/B’06)
|
|
O SAALA SAKRAAL
Etmaal
CD
(Cyclic Law)
Peter Johan N˙land, precedentemente in forze ai progetti
Hadewych e Distel, nonché molto attivo con altri
progetti di elettronica sperimentale, attualmente parte
dei Trepaneringsritualen, esordisce a capo del
collettivo che sta dietro a questo strano moniker, il
cui debutto si propone essere il primo di una serie di
esplorazioni volte a coniugare etereo e sotterraneo,
sacro e profano. Al fine di meglio inquadrare la
proposta musicale, va detto che il gruppo consta di ben
quattro percussionisti, Scramasax
(Volksweerbaarheid/Hadewych/Distel), René Aquarius (Dead
Neanderthals, Fantoom, Krishna), Patricia Manko
(Hadewych) e Donné Brok (Donné Et Desirée), mentre
N˙land manipola nastri e suona uno strumento a
percussione detto "draak", oltre alle normali
percussioni. E infatti il feeling che pervade queste due
lunghe tracce è di una sorta di rituale selvaggio, in
cui è il ritmo ed un non so che di primitivo e
primordiale a farla da padrone e ad entrare nella testa
dell’ascoltatore, stordita allo stesso tempo da
frequenze riverberate: è un incrocio balordo tra i
lavori più rituali degli Hybryds, tipo “Clavis” ed
atmosfere surreali nella loro maestosità, che danno il
meglio quando le percussioni tacciono. Lavoro unico e
interessante. Sito web:
https://www.facebook.com/osaalasakraal
(M/B’06)
|
OTAVAN VERET
II -
Syvys
Download (Cyclic Law)
Dopo il debutto omonimo nel
2014, ritorna questo progetto incentrato su una ricerca
e interpretazione delle pulsazioni che attraversano lo
spazio profondo in chiave dark ambient o deep ambient,
come lo definirebbero gli Inade, proprietari della Loki
Foundation, etichetta specializzata in questo tipo di
sonorità.
Questo genere è uno degli
estremi toccati dagli artisti del portafoglio Cyclic
Law, normalmente focalizzata su un ambient più
malinconico e “snello”: in questo caso l’etichetta ha
deciso di mettere sotto contrato fin dal debutto questo
gruppo molto interessante, sia perché la proposta in
parte ricalca le orme di giganti come Lustmord e primi
Inade, sia perché compie un ulteriore passo verso la
contemplazione della vastità del cosmo con un uso
sapiente e originale di fonti sonore e frequenze,
materializzando un vero e proprio viaggio mistico verso
l’ignoto in quattro fasi descritte da titoli in
finlandese che, per dare un’idea, sembrano l’equivalente
di quelli dei brani di Sshe Retina Stimulants, ossia
lunghe descrizioni di narranti avvenimenti dirompenti in
luoghi inimmaginabili.
Buon ascolto!
Sito web:
https://www.facebook.com/otavanveret
(M/B’06)
|
|
RAISON D’ÊTRE
Enthralled by the wind
of loneliness
LP
(Cyclic Law, Old
Europa Cafè)
La Cyclic Law continua nel suo percorso di ristampa di
album fondamentali della scena industriale svedese degli
anni novanta: questa volta è il turno di “Enthralled by
the wind of loneliness” dei Raison d’être, disponibile sia in vinile nero che in versione
splatter bianco e rosso, quest’ultima limitata a 200
copie. Entrambe includono anche le bonus track già
presenti nella versione redux del 2013 uscita sotto Old
Europa Café, eccezion fatta per Pharynx, probabilmente
sacrificata per ragioni di spazio. Come per “Prospectus
I”, anche questa ristampa è stata recuperata dal
materiale originale, riregistrata e ripristinata dallo
stesso Peter Andersson, con un mixaggio che ha avuto il
solo scopo di rendere al meglio, adattandolo al livello
tecnologico disponibile oggi, l’effetto delle scelte
sonore dell’originale del 1994. Non c’è molto da
aggiungere se non che questo è un album fondamentale che
ha scosso la scena dell’epoca per le sue atmosfere
fortemente evocative ed il suo effetto profondamente
malinconico e desolante, che raramente ha avuto eguali e
che trova oggi il supporto del vinile che farà felici
sia i nostalgici, sia coloro che amano la perfezione
sonora non fine a sé stessa, ma volta a gettare una
nuova luce sui capolavori del passato.
Sito web: https://raison-detre.info
(M/B’06)
|
TESTING VAULT
Amnesia Milk 2CDr (Looney-Tick Prod.)
Dopo il corposo box triplo ‘thebigghostanimal’
dell’anno passato, la fervida mente creativa del nostro
dANi/Alvo torna all’attacco con il nuovissimo ‘Amnesia
Milk’, il cui titolo curioso è connesso ad un sogno
ripetuto di Daniele, perfettamente tradotto nei suoni
visionari e nell’artwork oscuro del doppio cd in uscita
per la propria label indipendente Looney-Tick.
Influenzato dai grandi minimalisti americani come Angus
MacLise e Tony Conrad, il nuovo lavoro di Santagiuliana
dichiara anche la propria aperta ammirazione nei
confronti del ricercatore scozzese Alan Lamb (scienziato
specializzato in biomedica, ancor prima che musicista),
sin dall’iniziale ‘A Homage to Alan Lamb (Prelude)’, per
finire con la conclusiva ‘Contempt’. L’ambientazione
onirica di ‘Amnesia Milk’ si manifesta in una straniante
location, ove fluttuanti lampadine incastonate nel vetro
di bottiglie di latte illuminano la via del possibile
‘viaggiatore’; un luogo sinistro e visionario che
diventa - grazie alle sette tracce di ‘Amensia Milk’ –
alla portata di ogni ascoltatore. I primi quaranta
minuti del lavoro dipingono, nel corso delle sette
tracce, la colonna sonora della criptica visione di
Daniele: in un oscuro scenario ambientale emergono
frangenti di musica concreta, voci rallentate che
ricordano quelle della celebre ‘Loggia Nera’ di Twin
Peaks (‘Amnesia Milk’), e parentesi di minimalismo
assoluto dove anche il respiro, il sospiro od il
silenzio giocano la loro parte fondamentale (‘Digest’).
I tappeti soffusi di ‘A Friendly Light’ sembrano
ridonare un po’ di luce, seppur solo temporaneamente.
Gli spoken di ‘Blackout’ e la finale ‘Contempt’, nuovo
omaggio a Lamb, ci fanno sprofondare nuovamente in una
dimensione di ‘vuoto’ dove, per dirla con lo stesso
autore, traghettiamo la mente in un mondo di ‘quasi luce
bianca, quasi nera oscurità’. I quattro lunghi brani
del secondo dischetto ‘Amnesia Milk Coda’ sono intesi a
mo’ di chiusura del visionario concept dell’opera:
anziché agire ‘per sottrazione’ come nel disco
principale, Daniele alza qui i toni utilizzando loops e
drones di maggiore intensità, come nelle due ‘Coda I’ e
‘Coda II, che richiamano lo stile freddo ed incisivo di
alcuni lavori della ‘Glacial Movements’, o negli oltre
venti minuti della terminale ‘Fingers in The Hole’, un
lento crescendo di industrial-noise impreziosito dalla
collaborazione del mitico terrorista sonico Richard
Ramirez di Werewolf Jerusalem. Ricordiamo che ‘Amnesia
Milk Coda’ è disponibile esclusivamente nella release
fisica in doppio Cdr, opzione che a maggior ragione
merita ben più che il semplice download dal sito
bandcamp dell’artista. ”Almost white light, almost
black darkness”. Info:
https://testingvault.bandcamp.com/album/amnesia-milk
(Oflorenz)
|
VIVIANKRIST
Morgenrĝde
CD
(Cold Spring
Records)
Dopo la conclusione volontaria dell’avventura nel 2011
con i Gallhammer, gruppo black/doom metal di Tokio,
Vivian Slaughter, al secolo Eri Isaka, aveva deciso di
non imbracciare più alcun tipo di strumento ed
immergersi nella pace norvegese insieme al marito Sven
Erik Kristiansen, meglio noto come Maniac, ex cantante
dei leggendari Mayhem. Come per tutti gli artisti, tale
distacco è stato travagliato e non si è mai completato:
infatti l’incontro con un sintetizzatore ha fatto sì che
nascessero i Viviankrist nel 2018, progetto di
elettronica sperimentale che arriva oggi alla sua terza
uscita, la prima a non vedere altri contributori
all’infuori di Eri. L’album è un’interessante mescolanza
di noise e power electronics, intervallati da momenti
più riflessivi a base di minimal, breakbeat e ambient,
in un caleidoscopio di sonorità che a tratti disorienta
per la forte varietà, ma a lungo andare risulta
un’esplorazione piacevole e consapevolmente strutturata
del mondo noise e soprattutto japanoise.
Sito web:
https://viviankrist.localinfo.jp
(M/B’06)
THE VOICES WITH PIERLUIGI
“ARIES” AMMIRATA
La tua
mano dà, la tua mano prende Cdr (Masked Dead
Records)
The voices è il
progetto di Paolo Ferrante, che attinge alla rock opera
a piene mani, indugiando su varie tematiche dal sogno,
all’amore fino al grottesco. Tutti i suoi lavori hanno
trovato sfogo presso la Masked Dead Records, etichetta
originale che rilascia tutti i suoi prodotti solo su
mini cd, come se fossero tante piccole idee che non
hanno bisogno di lunghi discorsi per trovare la loro
giusta collocazione. Questa è solo l’ultima in ordine di
tempo: in collaborazione con Pierluigi Ammirata prende
vita un lavoro dai toni melodici, con pezzi parlati e
cori a cappella ed un uso riverberato della chitarra,
incentrato sul racconto biblico di Sansone e Dalila, il
primo illuso e tradito dalla seconda. Quattro tracce di
quella che si potrebbe definire una piccola drone opera,
che forse avrebbe bisogno di maggiore spazio per
esprimersi pienamente.
Sito web:
https://www.facebook.com/TheVoices-344132869254232
(M/B’06)
|
VV.AA. – Active noise area
CD (Unexplained Sounds
Group)
In uscita per la Unexplained Sounds solo in forma
liquida questa interessante compilation, che solca gli
agitati mari del noise più giovane a caccia di act poco
conosciuti, ma che hanno già molto da dire, senza porsi
confini o limiti di sorta. Diciotto brani spietati e
senza compromessi. Apre le danze l’ateniese Georgios
Karamanolakis con una lunga suite a base di HNW, un
viaggio su diversi piani di
frequenze roboanti e
distruttive; segue il progetto di Krister Bergman,
Vestige Of Early Remains (V.O.E.R.) con un interessante
pezzo dall’incedere minimal, a cavallo tra noise e power
electronics. Dopo i due laceranti debuttanti Lorena Grey
e Cupis, è la volta di Joel Gilardini, sperimentatore
svizzero, che si cimenta in un denso drone
chitarristico, che introduce l’abrasivo pezzo del
californiano Jason Crumer, il quale richiama alla mente
gli episodi più brutali di Prurient. Sonologyst, la
creatura di Raffaele Pezzella, mente a capo della
Unexplained Sounds, crea un break focalizzato sulle sue
ricerche sonore in questo caso incentrate su
comunicazioni radio russe. È la volta del freddo ambient
dello spagnolo Dal Verme, a cui seguono i ritmi
dissonanti di Nihil Impvlse ed il debutto di
Terretektorh. Il successivo brano è ad opera del
progetto Nyctalllz che fa capo al persiano Morego
Dimmer, uno dei pionieri del dark ambient iraniano col
progetto “Xerxes The Dark”, da tenere assolutamente
d’occhio. Una breve, ma intensa manipolazione di
frequenze ad opera del nostrano Mario Guida, precede
Synopsis, brano ad opera di Sarah Mega-Hertz, uno dei
migliori di questa raccolta, a metà tra Genocide Organ,
Muslimgauze e le colonne sonore dei gialli anni
settanta. Gli Scorched Earth Policy Lab creano un muro
di feedback che letteralmente soverchia l’ascoltatore,
mentre la successiva accoppiata “Knop + God Pussy” è
probabilmente la testimonianza più massacrante e
puramente noise di tutta la compilation. È il turno del
noise/drone di Jens Rosenfeld, col suo progetto
Circuitnoise a cui segue l’industrial dissonante del
ceco No NiTZ. Chiude un brano quieto e rilassante ad
opera di Nicola Locci, che in qualche modo lenisce le
ferite lasciate dai colleghi che lo hanno preceduto.
Sito web:
https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/active-noise-area
(M/B’06)
|
VV.AA. – Anthology of
contemporary music from Africa continent
Download (Unexplained Sounds
Group)
Continuano imperterrite le ricerche musicali in lidi
pressoché sconosciuti di Raffaele Pezzella, meglio noto
col suo progetto Sonologyst e per la sua etichetta
Unexplained Sounds Group, la quale va qui ad esplorare
il
misterioso continente africano. Ne nasce una raccolta
di brani sorprendenti, la maggior parte dei quali ad
opera di artisti debuttanti e sconosciuti. Si inizia con
FRKTL (fractal), ossia Sarah Badr, artista
egiziano/londinese che porta un brano di fredda e
delicata elettronica sperimentale. Segue Abdellah
Hassak, che qui compare con due brani fatti di
elettronica tribale e canti che arrivano direttamente
dal deserto, di retaggio
arabo/islamico. Viene il turno
di Ahmed Saleh, con un pezzo interessante in cui è uno
strumento a fiato, probabilmente il flauto di pan a
dominare il brano, insieme ad un interessante approccio
alla manipolazione delle frequenze. Il quarto pezzo
introduce un altro artista, Victor Gama, nato in Angola,
ma probabilmente di origine europea, si muove a cavallo
tra Lisbona, Luanda e Bogota, portando la sua musica
sperimentale su diversi livelli, da colonne sonore a
collaborazioni con orchestre rinomate come la Chicago
Symphony Orchestra. Il quinto brano è ad opera di Eryck
Abecassis: anche qui si tratta di un artista
multimediale con all’attivo lavori ed esibizioni in
festival internazionali, per la maggior parte in
Francia. Poche le informazioni biografiche su questo
artista che sembra avere una storia complementare a
Gama, ossia un’origine africana, ma una nascita europea.
Mehdi Halib dal Marocco, dà vita ad una elettronica
sognante e psichedelica, mentre In_o si muove su ritmi
sotterranei ed arcaici. È la volta di Nur, che propone
un pezzo glitch minimale. Chiude Amet con un bizzarro
collage sonoro incentrato sulla storia della Repubblica
Democratica del Congo.
Sito web:
https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/anthology-of-contemporary-music-from-africa-continent
(M/B’06)
|
|