Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

Label

Cerca tra le nostre pagine
facebook

ASHTORETH
Rites I&II
CD (Cyclic Law)

Dopo esser transitato per la nostrana Unexplained Sounds Group con “Morana” il primo full length non autoprodotto, il belga Peter Verwimp si accasa presso la Cyclic Law con questo doppio rituale fatto di due lunghe suite per un totale di circa 37 minuti di ambient/drone. Peter ha alle spalle una lunga gavetta in numerosi gruppi come Building Transmissions, Station Grey, Stifled Cries e Maya, quest’ultimo collocato temporalmente nei primi anni novanta, ed ha collaborato con artisti del calibro di Carl Michael Von Hauswolff e Douglas Park.
Con questo progetto, Verwimp si propone di rivelare il lato sciamanico della sua arte, intraprendendo un viaggio verso l’ignoto accompagnato da una musica che è il risultato di una coesione di influenze e sperimentazioni che attraversano oltre due decenni.
 Le due tracce che ne conseguono, due differenti rituali, parlano di mondi lontani e affascinanti, tratteggiati da echi e riverberi inquietanti e dilatati, ma anche lievi e poetici, che consentono all’ascoltatore di immergersi completamente in una nuova dimensione.
Sito web: http://www.ashtorethcult.com
(M/B’06)

LE COSE BIANCHE
Tutto il corpo è genitale
CD (Hellbone Records, Spatter)

Giovanni Mori ritorna col suo progetto principale, coinvolgendo per l’occasione alcuni dei suoi amici e sodali, nomi di grande storia e spessore della scena industrial, ossia Eraldo Bernocchi, Lunus e Wertham. Pur incarnando in piena coerenza l’usuale stile declamato unito ad un basso incalzante unito ovviamente ad una buona dose di elettronica, questo lavoro ha delle significative deviazioni verso lidi insoliti. Infatti, dopo un primo brano con la chitarra di Dan PK unita all’elettronica riflessiva e coinvolgente di Bernocchi, prende il via il basso ed inizia la narrazione di Giò. La successiva “La sindrome del tramonto” dà il via ad un’elettronica ritmata guidata nuovamente dalla chitarra. Il quarto brano “Lie” vede l’intervento di Lunus, ossia Devis Granziera, che si occupa di voce e synth. In “Mi fai proiettare dentro un tempo diverso”, lo stesso beat elettronico che dava il tempo nel terzo brano ritorna, dando questa volta un incedere quasi epico, sempre attraversato dalla narrazione di Giovanni. Su queste coordinate si dipanano le successive tracce che danno vita ad una sorta di sabba a base di industrial rock. Si vede finalmente Marco Deplano, aka Wertham, con il penultimo pezzo, che sfocia nella conclusiva “Quando il procedimento simbolico è la sola compagnia che ti resta”, in cui a Deplano si uniscono Bernocchi e Bruno Dorella alla batteria, per un pezzo di sincera e lacerante power electronics.
Sito web: http://lecosebianche.blogspot.com
(M/B’06)

CRONACA NERA ‎
NoNConsensualViolence
CD (Old Europa Cafe; Luce Sia)

Dopo il debutto del 2001 che è ormai oggetto di culto perché diede vita in parallelo a due progetti di snuff electronics, ossia questo e Macelleria Mobile di Mezzanotte, a capo dei quali c’era la presenza costante di Adriano Vincenti, Cronaca Nera è ritornato nel 2013 con l’acquisizione della mente malata di Giovanni Mori, noto per i suoi due progetti “Le Cose Bianche” e “Suction Melena”. Non molto tempo dopo il duo è diventato un trio con l’innesto di Andrea Chiaravalli, conosciuto per il suo progetto Iugula-Thor. Traendo spunto dai fatti di cronaca nera ed in particolare dalla vicenda del mostro di Firenze, il progetto si è in parallelo evoluto dal punto di vista delle tematiche fetish/sado-maso, senza mai abbandonare del tutto il lato oscuro e violento legato ai serial killer, assecondando l’altra grande passione di Adriano, già ampiamente sfogata con l’etichetta Signora Ward Records, creata e gestita dallo stesso Vincenti. Quest’ultimo lavoro non fa eccezione, combinando ancora una volta questi due temi, conditi dalla sapiente mano del trio e di Francesco Perizzolo al mastering, un combo che costituisce lo zoccolo duro della scena power electronics italiana, graniticamente attaccata ai suoi stilemi che rappresentarono un unicum nel panorama estremo mondiale degli anni novanta e suscitarono un tale interesse da portare il defunto Corbelli e quindi gli Atrax Morgue ad una tournée in Giappone insieme ai Teatro Satanico di Devis Granzera. Questi due nomi non a caso ricompaiono nel quarto brano che è la cover dei Necrofilia, loro collaborazione che prese forma in due uscite tra il 1994 ed il 1997. È un album malato e perverso, come è lecito attendersi, marcio ed oscurissimo, sconsigliato a chi è debole di stomaco, e quindi pienamente riuscito.
Sito web: https://www.facebook.com/croncanera
(M/B’06)

DAVE-ID BUSARAS & GIANCARLO FERRARI
I Am, You Are

CD (Easy Action)

Forse maggiormente noto sotto l’alias di David Watson Jr., Busaras fu uno dei membri fondatori degli storici dublinesi Virgin Prunes, nonché uno dei componenti sempre attivi fino alla transizione nei successivi The Prunes, in compagnia di Strongman e David Kelly. Eccolo ora in veste individuale, o meglio in un inedito sodalizio con il nostro Giancarlo Ferrari, tastierista già autore di due lavori di darkwave sperimentale a suo nome (‘Colder Than Death’ e ‘King of Darkness’) usciti nel biennio 2016/2017. Gli undici episodi di ‘I Am, You Are’ snocciolano una minimal-wave ‘synth-oriented’ la cui struttura portante è delineata dalle trame tastieristiche di Giancarlo, su cui si adagia a pennello la voce assai particolare, a tratti bizzarra, di Dave, dal timbro unico ed immediatamente riconoscibile. Le melodie partorite dal duo, co-autore di tutti i brani, sconfinano sovente in nenie ossessive ed incalzanti (‘Of Life’s Things’, ma non è l’unica), portandosi dietro qualche traccia memore dei vecchi Virgin Prunes, dei quali Busaras fu - come si accennava poc’anzi - componente storico sin dalla fondazione alla fine degli anni ’70. Undici filastrocche elettroniche alienanti, a tratti malvagie, certamente originali. Un disco da avere per completisti dell’universo Prunes, ma non solo.
Info: www.easyaction.co.uk
(Oflorenz)

CARLO GROSSI
Synthetic dimension
CDr (autoprodotto)

Dopo un trascorso in ambito grind ed una pausa di circa quattro anni, Carlo Grossi debutta come solista con questo cdr autoprodotto, limitato a100 copie, ispirato ai capisaldi della musica industrial/noise mondiale e soprattutto da quelli più disturbanti e malati come Atrax Morgue o Archon Satani, ma anche Brighter Death Now. È un disco low-fi, dissonante e ricco di campionamenti vocali, che sicuramente centra l’obiettivo di risultare indigesto e tutto sommato non scontato, viste le premesse. Sicuramente è un debutto, c’è da lavorare sul suono se si vuole pensare in grande, ma rimane un prodotto tutto sommato discreto e sopra la media, con molta varietà tra i singoli brani, che però non perdono di coerenza tra di loro, oscillando tra power electronics e ambient. Interessante anche l’artwork ad opera sempre di Carlo, che ricorda molto lo stile di Nueva Germania. Attendiamo fiduciosi le prossime evoluzioni.
Sito web: carlogrossinoise@gmail.com
(M/B’06)

I.R.L.
From Birth to Death

MCD/Download (Autoprodotto. - Distrokid)

Il giovane duo brianzolo nato nel 2017 e composto da Alessandro Ridolfo e Fabio D’Agostino si era già fatto notare nell’ambito di una delle compilation della serie ‘Zeitgeist’ di Cold Transmission, cui aveva prestato la prima traccia del mini a nostre mani, ‘I.R.L. #1 (Birth)’. ‘From Birth to Death’ ci da dunque l’opportunità di chiudere il cerchio, apprezzando l’intero concept su cui ruota l’esordio del progetto, ovvero una lettura personale delle varie fasi del percorso di vita di un individuo: Nascita, Consapevolezza, Odio, Rassegnazione e Morte. Ad ognuna di esse è associata una traccia del lavoro, che stilisticamente esprime una dark-wave di elegante fattura, memore della stagione d’oro di Xymox piuttosto che And Also The Trees. I titoli dei cinque capitoli del disco risultano di per sé esplicativi, fornendo un’interpretazione alquanto pessimistica della nostra esistenza, destinata a concludersi, dopo una fase di rabbia, in un sentimento di rassegnazione che precede ineluttabilmente la scomparsa. Le trame sonore tipiche di una cold-wave d’antan stilosa e ben suonata risultano ideali nel tradurre in musica il tema del disco, disponibile in CD ed in download sulla pagina Bandcamp del gruppo, dove troverete anche i due singoli ‘The Presence’ e ‘Liquid Lover’.
Info: https://inrottenland.bandcamp.com
(Oflorenz)

LUNAIRES
If All the Ice Melted
CD (Wave Records)

E’ di lunga data il percorso artistico del duo meneghino che si muove dietro Lunaires: Patrizia Tranchina e Danilo Carnevale sono membri fondatori degli storici Jeunesse d’ Ivoire, tra gli attori della primigenia scena post-punk nostrana che ritroviamo in pressoché tutte le raccolte antologiche dedicate al tema, dalla storica ‘Body Section’ dell’83 sino alle più recenti ‘Milano New Wave 1980-83’ e ‘Milano After-Punk 1979-84’, per citarne solo alcune. Nel 2010 assistiamo alla rinascita della coppia, che riattualizza il verbo post-punk della prima formazione nei novelli Ivories, autori di un Ep e di due full-lenght (uno dal vivo) nel periodo 2013-2016, finestra temporale che si chiude con l’ottimo ‘Light Years’ licenziato da Swiss Dark Nights. Se Ivories riprendono sostanzialmente il discorso abbandonato quasi tre decadi prima dai mitici JdI, pur riattualizzandone il sound (eccezionalmente potenti le loro esibizioni live!) e con una line up a trio che include anche Francesco Sindaco, i nuovissimi Lunaires si tingono di delicate venature elettroniche, distanziandosi nel contempo dalle asprezze del precedente progetto. In uscita sotto l’egida della brasiliana Wave Records , ‘If All the Ice Melted’ si svela, sin dall’iniziale ‘Unbound’, in un raffinato caleidoscopio di atmosfere che spaziano tra wave e ‘dreampop’, il tutto ‘speziato’ da un calibrato utilizzo dell’elettronica. In Lunaires é Danilo a guidare la regia dell’intera sezione strumentale, con le vocals che spettano come in passato a Patrizia, in tale nuovo contesto più delicata ed a tratti ‘eterea’ (‘The Hidden Word’); nell’ elegante ‘Nightfall’ emergono sprazzi dei belgi Hooverphonic, mentre in ‘Spring Waiting Still’ (ma non è l’unica) il mood e l’utilizzo della voce profumano dei cari e mai dimenticati Cocteau Twins. Un lavoro che si mantiene piacevole ed avvolgente in maniera costante nel corso delle sue otto tracce, e che marca nettamente un nuovo corso per il progetto milanese, a distanza di tre anni dall’ultimo parto targato Ivories, e di oltre tre decadi dai primi, storici passi di Jeunesse d’Ivoire. Oltre che disponibile via Bandcamp sulla pagina dell’etichetta, il disco esce in elegante versione Cd digipak limitato a trecento copie, ma in considerazione della magnifica grafica noi lo consigliamo addirittura in uno dei duecento esemplari in vinile, nero oppure ‘splatter’ multicolore.
Info: https://waverecords.bandcamp.com
(Oflorenz)

THE LUST SYNDICATE
Capitalism is Cannibalism
LP / CD (Trisol)

Il mastermind dei mitici Spiritual Front Simone Salvatori ed il collaboratore di vecchia data Fabio Colucci (produttore ed arrangiatore per SF sin dai primi anni 2000) si uniscono nel nuovo sodalizio di The Lust Syndicate, sfogando la propria rabbia nelle dodici tracce al vetriolo di questo vero e proprio manifesto anti-capitalista ed anti-modernista dal titolo di ‘Capitalism is Cannibalism’. Tiratura limitata a cinquecento copie in elegante packaging Vinile bianco + Cd, il lavoro nuovo di zecca del duo utilizza il verbo elettro-industrial per sferrare un attacco diretto al cosiddetto ‘New World Order’, moderna e subdola forma di ‘dittatura finanziaria’ banco-centrica che pare ormai non avere rivali nel governare le sorti del nostro pianeta. Un vero e proprio ‘concept’ dunque, con titoli quali ‘Statement: The United States Of Slavery’, ‘Financial Aristocracy’ o ‘Capitalism As Religion’ che non lasciano dubbi sugli obiettivi della coppia capitolina. La breve intro di ‘Statement: Consenting Victims’ recitata da Michael De Victor di While Angels Watch ci catapulta immediatamente nel vivo del lavoro, che si avvale di una folta platea di quotati ospiti (tutti alle voci) tra i quali Sean Ragon (Cult of Youth), Gary Carey (Joy of Life), Caroline Jago (Seventh Armonic) ed Erin Powell (Awen). La cifra stilistica di The Lust Syndicate si basa, come si diceva, su di un’ elettronica di taglio industriale mai sconfinante nel rumorismo, le cui ritmiche possenti sono sporcate da una giusta dose di ruvide venature ‘harsh’.
Non mancano episodi quale ad esempio ‘Statement: Flattering Of Humanity’, giocati sulla sovrapposizione tra recitato e sottofondo industrial-ambient, mentre altrove le vocals sono accompagnate da percussioni metalliche alla Test Dept., ascoltate ‘Statement: Plurality Of Emptiness’.
In definitiva la velocità fine a sé stessa non prende mai il sopravvento, in favore di soluzioni ritmiche di maggior respiro e varietà che rendono ‘Capitalism is Cannibalism’ un disco più da ascoltare che da ballare. I toni forti della grafica alimentano ulteriormente il messaggio dell’opera, soprattutto grazie al collage della inner-sleeve, riportante i volti dei ‘Potenti della Terra’ raffigurati con ghigni beffardi nelle vesti di orribili tiranni.
Un disco diretto e potente dal messaggio quanto mai attuale.
Info:  thelustsyndicate@gmail.com
(Oflorenz)

meanwhile.in.texas
Technicolor Dreams
Tape/Digital Download (Purlieu Recordings)

Proseguiamo ad accompagnare con estremo piacere le uscite di Angelo Guido, sperimentatore brindisino classe 1982 attivo da qualche anno sotto il moniker di meanwhile.in.texas. Il nuovo lavoro (l’ultimo era stato ‘Requiem. A Journey to Alpha Centauri’ del 2018) esce in trenta coloratissimi esemplari su nastro per la svedese Purlieu, ed é disponibile digitalmente anche sul sito Bandcamp dell’artista. La costante ricerca nel campo dell’ universo ambient e dei filed-recordings trova massima espressione negli otto liquidi episodi di ‘Technicolor Dreams’, la cui valenza é particolarmente profonda in quanto concepiti e registrati dall’autore nei luoghi a lui più cari, quelli della propria infanzia. L’Isola di Sant’Andrea, la Diga di Punta Riso ed il Parco Urbano di Cillarese sono alcuni tra i magnifici scenari nei quali Angelo ha dato vita ai novelli soundscapes, generati con l’aiuto di chitarre elettriche filtrate attraverso l’utilizzo di effetti e pedali spesso auto-costruiti. L’approccio non convenzionale ad uno strumento come la chitarra si fonde in maniera più che naturale con i field-recordings catturati abilmente in loco con l’ausilio di microfoni a contatto, per un risultato finale che rende pieno merito al termine talvolta utilizzato per identificare le menti che stanno dietro l’opera di progetti come meanwhile.in.texas, vale a dire quello di ‘sound-designer’. Suoni cesellati per rilassare la mente e ‘viaggiare’ idealmente, nella miglior tradizione degli acquerelli sonori di certi Durutti Column piuttosto che delle avvolgenti ‘sound-installations’ di Eno.
Musica per coltivare il vostro spirito.
Info: https://purlieurecordings.bandcamp.com/album/technicolor-dreams
(Oflorenz)

MY RIGHT OF FROST
This Box Came Out of The Sky

CD (Hellbones Records)

Erano i primi anni ’90, e rammento ancora le lunghe dissertazioni di Robert Fripp sui bollettini della neonata Discipline Global Mobile circa l’imprevedibilità del suono durante i live dei suoi King Crimson, e le relative disquisizioni sul posizionamento dei microfoni on stage al fine di governare, per quanto possibile, il fenomeno. I genovesi My Right of Frost citano a tal proposito il compositore e sound-designer nipponico Toshimaru Nakamura, dedito inizialmente alla manipolazione della chitarra, successivamente alla musica elettronica d’avanguardia e alla ‘No-Input Music’, dove il fenomeno del feedback e della mancanza di controllo totale sul suono si trasformano in una vera e propria sfida dell’uomo contro la macchina. Il trio genovese, già autore di un Cdr nel 2012 e di una serie di live sets rumorosissimi (famosa la supplica di uno spettatore genovese: ‘Basta! Ci sono anche dei bambini!’) ci regala finalmente un nuovo lavoro di studio, che esce in formato CD per la romana Hellbones Records e trae il titolo da un episodio risalente ai tempi della guerra fredda: ‘This Box came Out of The Sky’ era scritto sui gusci esterni dei sensori di alcune sonde spia americane che vagarono nei cieli russi verso la metà degli anni ’50, per terminare la propria avventura addirittura al largo del Giappone.
Proprio echi di ‘cold-war’ risuonano tra le nove tracce dell’opera, in particolare nelle onde corte di ‘German Lady’, ove la Signorina in questione è impersonificata dalla robotica voce femminile delle celeberrime 'Number Stations', trasmissioni radio in codice utilizzate dalle spie per comunicare informazioni oltre confine. Se ‘Killing Time’ ci soffoca con i suoi drones a basse frequenze, ‘An Appeal to Reason’ mette in campo alcuni degli ‘oggetti sonori’ distintivi di MROF, dal famoso Oscillatore Bitonale all’immortale Theremin. Le onde sinusoidali di ‘A Series of Unlikely Explanations’ generano stati di alterazione e tensione, che raggiungono un picco ancor più elevato in ‘Alarm Zone’, il titolo stesso non lascia dubbi.
I ‘cut-up’ vocali ispirati alla scrittrice statunitense Gertrude Stein in ‘An incomplete Portrait of Picasso’ ed alcuni estratti dalle registrazioni degli ‘attacchi sonici’ utilizzati dalle truppe Usa in Vietnam (‘Wandering Souls’) sono tra gli spunti più interessanti che completano il nuovo opus di MROF, che nei venticinque minuti della traccia di coda propone un succoso estratto proveniente da una delle esibizioni live nella chiesa di San Bernardino a Genova, nel caso specifico quella con Epìsch Porzioni del 2018.
‘Chance Meeting On A Dissecting Table Of A Circuit Bending And A Theremin’!
Info: http://myrightoffrost.blogspot.it
(Oflorenz)

OFFICINE SCHWARTZ
L’opificio
CD (Again Records; Luce Sia; Fonoarte)

Dal lavoro congiunto delle etichette Again recordss, Luce Sia e Fonoarte, nasce l’attesa ristampa del secondo album delle Officine Schwartz, “L’opificio”, che integra il 12” “Carica!”, rilasciato nel 1990, un anno prima de “L’opificio”, oltre a tre bonus track ricavate da altrettante raccolte pubblicate a cavallo tra fine anni ottanta e primi novanta. Il collettivo capitanato da Osvaldo Arioldi è stato una delle prime formazioni a solcare la scena industrial italiana: col suo mix di percussioni, canti popolari e inni dei lavoratori ha rappresentato un unicum nel panorama mondiale ed ancor oggi si distingue nettamente da tutti gli altri, nel bene e nel male. L’humus che lo nutre è fortemente politicizzato e mai c’è stata una sosta nell’evoluzione stilistica che se ne è sempre infischiata di qualunque approccio melodico o commerciale. I brani sono stati sempre e comunque di rottura, mai incarnando soluzioni musicali estreme, quanto piuttosto multidisciplinari ed originali, forse troppo avanzate per essere capite all’epoca, ma riscoperte negli ultimi anni, che finalmente hanno reso giustizia alle Officine: questa ristampa è un’ottima occasione per riscoprire Osvaldo & Co. e ritrovare l’ideale colonna sonora delle lotte operaie nella decadente società industriale dell’epoca.
Sito web: https://www.facebook.com/OfficineSchwartz
(M/B’06)

 

O SAALA SAKRAAL
Etmaal
CD (Cyclic Law)

Peter Johan N˙land, precedentemente in forze ai progetti Hadewych e Distel, nonché molto attivo con altri progetti di elettronica sperimentale, attualmente parte dei Trepaneringsritualen, esordisce a capo del collettivo che sta dietro a questo strano moniker, il cui debutto si propone essere il primo di una serie di esplorazioni volte a coniugare etereo e sotterraneo, sacro e profano.
Al fine di meglio inquadrare la proposta musicale, va detto che il gruppo consta di ben quattro percussionisti, Scramasax (Volksweerbaarheid/Hadewych/Distel), René Aquarius (Dead Neanderthals, Fantoom, Krishna), Patricia Manko (Hadewych) e Donné Brok (Donné Et Desirée), mentre N˙land manipola nastri e suona uno strumento a percussione detto "draak", oltre alle normali percussioni. E infatti il feeling che pervade queste due lunghe tracce è di una sorta di rituale selvaggio, in cui è il ritmo ed un non so che di primitivo e primordiale a farla da padrone e ad entrare nella testa dell’ascoltatore, stordita allo stesso tempo da frequenze riverberate: è un incrocio balordo tra i lavori più rituali degli Hybryds, tipo “Clavis” ed atmosfere surreali nella loro maestosità, che danno il meglio quando le percussioni tacciono. Lavoro unico e interessante.
Sito web:
https://www.facebook.com/osaalasakraal
(M/B’06)

OTAVAN VERET
II - Syvys
Download (Cyclic Law)

Dopo il debutto omonimo nel 2014, ritorna questo progetto incentrato su una ricerca e interpretazione delle pulsazioni che attraversano lo spazio profondo in chiave dark ambient o deep ambient, come lo definirebbero gli Inade, proprietari della Loki Foundation, etichetta specializzata in questo tipo di sonorità.
Questo genere è uno degli estremi toccati dagli artisti del portafoglio Cyclic Law, normalmente focalizzata su un ambient più malinconico e “snello”: in questo caso l’etichetta ha deciso di mettere sotto contrato fin dal debutto questo gruppo molto interessante, sia perché la proposta in parte ricalca le orme di giganti come Lustmord e primi Inade, sia perché compie un ulteriore passo verso la contemplazione della vastità del cosmo con un uso sapiente e originale di fonti sonore e frequenze, materializzando un vero e proprio viaggio mistico verso l’ignoto in quattro fasi descritte da titoli in finlandese che, per dare un’idea, sembrano l’equivalente di quelli dei brani di Sshe Retina Stimulants, ossia lunghe descrizioni di narranti avvenimenti dirompenti in luoghi inimmaginabili.
Buon ascolto!
Sito web: https://www.facebook.com/otavanveret
(M/B’06)

 

RAISON D’ÊTRE
Enthralled by the wind of loneliness
LP (Cyclic Law, Old Europa Cafè)

La Cyclic Law continua nel suo percorso di ristampa di album fondamentali della scena industriale svedese degli anni novanta: questa volta è il turno di “Enthralled by the wind of loneliness” dei Raison d’être, disponibile sia in vinile nero che in versione splatter bianco e rosso, quest’ultima limitata a 200 copie.
Entrambe includono anche le bonus track già presenti nella versione redux del 2013 uscita sotto Old Europa Café, eccezion fatta per Pharynx, probabilmente sacrificata per ragioni di spazio. Come per “Prospectus I”, anche questa ristampa è stata recuperata dal materiale originale, riregistrata e ripristinata dallo stesso Peter Andersson, con un mixaggio che ha avuto il solo scopo di rendere al meglio, adattandolo al livello tecnologico disponibile oggi, l’effetto delle scelte sonore dell’originale del 1994. Non c’è molto da aggiungere se non che questo è un album fondamentale che ha scosso la scena dell’epoca per le sue atmosfere fortemente evocative ed il suo effetto profondamente malinconico e desolante, che raramente ha avuto eguali e che trova oggi il supporto del vinile che farà felici sia i nostalgici, sia coloro che amano la perfezione sonora non fine a sé stessa, ma volta a gettare una nuova luce sui capolavori del passato.
Sito web: https://raison-detre.info
(M/B’06)

TESTING VAULT
Amnesia Milk
2CDr (Looney-Tick Prod.)

Dopo il corposo box triplo ‘thebigghostanimal’ dell’anno passato, la fervida mente creativa del nostro dANi/Alvo torna all’attacco con il nuovissimo ‘Amnesia Milk’, il cui titolo curioso è connesso ad un sogno ripetuto di Daniele, perfettamente tradotto nei suoni visionari e nell’artwork oscuro del doppio cd in uscita per la propria label indipendente Looney-Tick. Influenzato dai grandi minimalisti americani come Angus MacLise e Tony Conrad, il nuovo lavoro di Santagiuliana dichiara anche la propria aperta ammirazione nei confronti del ricercatore scozzese Alan Lamb (scienziato specializzato in biomedica, ancor prima che musicista), sin dall’iniziale ‘A Homage to Alan Lamb (Prelude)’, per finire con la conclusiva ‘Contempt’. L’ambientazione onirica di ‘Amnesia Milk’ si manifesta in una straniante location, ove fluttuanti lampadine incastonate nel vetro di bottiglie di latte illuminano la via del possibile ‘viaggiatore’; un luogo sinistro e visionario che diventa - grazie alle sette tracce di ‘Amensia Milk’ – alla portata di ogni ascoltatore. I primi quaranta minuti del lavoro dipingono, nel corso delle sette tracce, la colonna sonora della criptica visione di Daniele: in un oscuro scenario ambientale emergono frangenti di musica concreta, voci rallentate che ricordano quelle della celebre ‘Loggia Nera’ di Twin Peaks (‘Amnesia Milk’), e parentesi di minimalismo assoluto dove anche il respiro, il sospiro od il silenzio giocano la loro parte fondamentale (‘Digest’). I tappeti soffusi di ‘A Friendly Light’ sembrano ridonare un po’ di luce, seppur solo temporaneamente. Gli spoken di ‘Blackout’ e la finale ‘Contempt’, nuovo omaggio a Lamb, ci fanno sprofondare nuovamente in una dimensione di ‘vuoto’ dove, per dirla con lo stesso autore, traghettiamo la mente in un mondo di ‘quasi luce bianca, quasi nera oscurità’.
I quattro lunghi brani del secondo dischetto ‘Amnesia Milk Coda’ sono intesi a mo’ di chiusura del visionario concept dell’opera: anziché agire ‘per sottrazione’ come nel disco principale, Daniele alza qui i toni utilizzando loops e drones di maggiore intensità, come nelle due ‘Coda I’ e ‘Coda II, che richiamano lo stile freddo ed incisivo di alcuni lavori della ‘Glacial Movements’, o negli oltre venti minuti della terminale ‘Fingers in The Hole’, un lento crescendo di industrial-noise impreziosito dalla collaborazione del mitico terrorista sonico Richard Ramirez di Werewolf Jerusalem. Ricordiamo che ‘Amnesia Milk Coda’ è disponibile esclusivamente nella release fisica in doppio Cdr, opzione che a maggior ragione merita ben più che il semplice download dal sito bandcamp dell’artista.
”Almost white light, almost black darkness”.
Info: https://testingvault.bandcamp.com/album/amnesia-milk
(Oflorenz)

VIVIANKRIST  
Morgenrĝde
CD  (Cold Spring Records)

Dopo la conclusione volontaria dell’avventura nel 2011 con i Gallhammer, gruppo black/doom metal di Tokio, Vivian Slaughter, al secolo Eri Isaka, aveva deciso di non imbracciare più alcun tipo di strumento ed immergersi nella pace norvegese insieme al marito Sven Erik Kristiansen, meglio noto come Maniac, ex cantante dei leggendari Mayhem.
Come per tutti gli artisti, tale distacco è stato travagliato e non si è mai completato: infatti l’incontro con un sintetizzatore ha fatto sì che nascessero i Viviankrist nel 2018, progetto di elettronica sperimentale che arriva oggi alla sua terza uscita, la prima a non vedere altri contributori all’infuori di Eri.
L’album è un’interessante mescolanza di noise e power electronics, intervallati da momenti più riflessivi a base di minimal, breakbeat e ambient, in un caleidoscopio di sonorità che a tratti disorienta per la forte varietà, ma a lungo andare risulta un’esplorazione piacevole e consapevolmente strutturata del mondo noise e soprattutto japanoise.
Sito web: https://viviankrist.localinfo.jp
(M/B’06)

THE VOICES WITH PIERLUIGI “ARIES” AMMIRATA
La tua mano dà, la tua mano prende
Cdr (Masked Dead Records)

The voices è il progetto di Paolo Ferrante, che attinge alla rock opera a piene mani, indugiando su varie tematiche dal sogno, all’amore fino al grottesco. Tutti i suoi lavori hanno trovato sfogo presso la Masked Dead Records, etichetta originale che rilascia tutti i suoi prodotti solo su mini cd, come se fossero tante piccole idee che non hanno bisogno di lunghi discorsi per trovare la loro giusta collocazione. Questa è solo l’ultima in ordine di tempo: in collaborazione con Pierluigi Ammirata prende vita un lavoro dai toni melodici, con pezzi parlati e cori a cappella ed un uso riverberato della chitarra, incentrato sul racconto biblico di Sansone e Dalila, il primo illuso e tradito dalla seconda. Quattro tracce di quella che si potrebbe definire una piccola drone opera, che forse avrebbe bisogno di maggiore spazio per esprimersi pienamente.
Sito web: https://www.facebook.com/TheVoices-344132869254232
(M/B’06)

VV.AA. – Active noise area
CD (Unexplained Sounds Group)

In uscita per la Unexplained Sounds solo in forma liquida questa interessante compilation, che solca gli agitati mari del noise più giovane a caccia di act poco conosciuti, ma che hanno già molto da dire, senza porsi confini o limiti di sorta. Diciotto brani spietati e senza compromessi. Apre le danze l’ateniese Georgios Karamanolakis con una lunga suite a base di HNW, un viaggio su diversi piani di frequenze roboanti e distruttive; segue il progetto di Krister Bergman, Vestige Of Early Remains (V.O.E.R.) con un interessante pezzo dall’incedere minimal, a cavallo tra noise e power electronics. Dopo i due laceranti debuttanti Lorena Grey e Cupis, è la volta di Joel Gilardini, sperimentatore svizzero, che si cimenta in un denso drone chitarristico, che introduce l’abrasivo pezzo del californiano Jason Crumer, il quale richiama alla mente gli episodi più brutali di Prurient. Sonologyst, la creatura di Raffaele Pezzella, mente a capo della Unexplained Sounds, crea un break focalizzato sulle sue ricerche sonore in questo caso incentrate su comunicazioni radio russe. È la volta del freddo ambient dello spagnolo Dal Verme, a cui seguono i ritmi dissonanti di Nihil Impvlse ed il debutto di Terretektorh. Il successivo brano è ad opera del progetto Nyctalllz che fa capo al persiano Morego Dimmer, uno dei pionieri del dark ambient iraniano col progetto “Xerxes The Dark”, da tenere assolutamente d’occhio. Una breve, ma intensa manipolazione di frequenze ad opera del nostrano Mario Guida, precede Synopsis, brano ad opera di Sarah Mega-Hertz, uno dei migliori di questa raccolta, a metà tra Genocide Organ, Muslimgauze e le colonne sonore dei gialli anni settanta. Gli Scorched Earth Policy Lab creano un muro di feedback che letteralmente soverchia l’ascoltatore, mentre la successiva accoppiata “Knop + God Pussy” è probabilmente la testimonianza più massacrante e puramente noise di tutta la compilation. È il turno del noise/drone di Jens Rosenfeld, col suo progetto Circuitnoise a cui segue l’industrial dissonante del ceco No NiTZ. Chiude un brano quieto e rilassante ad opera di Nicola Locci, che in qualche modo lenisce le ferite lasciate dai colleghi che lo hanno preceduto.
Sito web: https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/active-noise-area
(M/B’06)

VV.AA. – Anthology of contemporary music from Africa continent
Download (Unexplained Sounds Group)

Continuano imperterrite le ricerche musicali in lidi pressoché sconosciuti di Raffaele Pezzella, meglio noto col suo progetto Sonologyst e per la sua etichetta Unexplained Sounds Group, la quale va qui ad esplorare il misterioso continente africano. Ne nasce una raccolta di brani sorprendenti, la maggior parte dei quali ad opera di artisti debuttanti e sconosciuti. Si inizia con FRKTL (fractal), ossia Sarah Badr, artista egiziano/londinese che porta un brano di fredda e delicata elettronica sperimentale. Segue Abdellah Hassak, che qui compare con due brani fatti di elettronica tribale e canti che arrivano direttamente dal deserto, di retaggio arabo/islamico. Viene il turno di Ahmed Saleh, con un pezzo interessante in cui è uno strumento a fiato, probabilmente il flauto di pan a dominare il brano, insieme ad un interessante approccio alla manipolazione delle frequenze. Il quarto pezzo introduce un altro artista, Victor Gama, nato in Angola, ma probabilmente di origine europea, si muove a cavallo tra Lisbona, Luanda e Bogota, portando la sua musica sperimentale su diversi livelli, da colonne sonore a collaborazioni con orchestre rinomate come la Chicago Symphony Orchestra. Il quinto brano è ad opera di Eryck Abecassis: anche qui si tratta di un artista multimediale con all’attivo lavori ed esibizioni in festival internazionali, per la maggior parte in Francia. Poche le informazioni biografiche su questo artista che sembra avere una storia complementare a Gama, ossia un’origine africana, ma una nascita europea. Mehdi Halib dal Marocco, dà vita ad una elettronica sognante e psichedelica, mentre In_o si muove su ritmi sotterranei ed arcaici. È la volta di Nur, che propone un pezzo glitch minimale. Chiude Amet con un bizzarro collage sonoro incentrato sulla storia della Repubblica Democratica del Congo.
Sito web: https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/anthology-of-contemporary-music-from-africa-continent
(M/B’06)