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XXVI WAVE GOTIK TREFFEN
LEIPZIG (D) 2 / 5 GIUGNO 2017

Gli anni sembrano volare, ne sono trascorsi ben 26 da quel 1991 in cui il WGT fece timidamente il suo esordio, per diventare negli anni la principale kermesse gotica a livello mondiale. Il Treffen ha accompagnato e rispecchiato fedelmente quella che è stata l'evoluzione dell'area oscura nel corso del tempo, e se in principio ci furono quasi esclusivamente gruppi propriamente 'dark', oggi il festival propone un'offerta quanto mai variegata ed adatta a tutti i palati. Noi stessi in occasione di questa ventiseiesima edizione abbiamo spaziato tra vecchia Ebm, dark-ambient, martial sinfonico, noise-techno, industrial e metal ! Insomma, non ci siamo fatti mancare davvero nulla.


Venerdì 2 giugno


Volkspalast-Kuppelhalle: DER BLAUE REITER (E/S)
Nonostante l'ora inusuale del venerdì pomeriggio, le 15,30, il pubblico affolla già abbastanza numeroso il magnifico Volkspalast per i Der Blaue Reiter di Sergio Sathorys e Cecilia Bjärgö, supportati alle percussioni dalle due Seventh Harmonic Caroline Jago e Lesley Malone. Progetto catalano fondato originariamente nel 2006 dall'ex Narsilion ed Ordo Funebris Sathorys insieme a Lady Nott, oggi Der Blaue Reiter si propone come una band catalano-svedese, con l'allontanamento dalle scene di Lady Nott e l'ingresso a fianco di Sergio da parte di Cecilia, peraltro già attivissima con Arcana e Sophia insieme al marito Peter. Il quartetto snocciola un'ora di sinfonie dai tratti marzialissimi accompagnate da visuals di grande impatto, regalandoci alcune gemme della discografia storica con maggior attenzione verso i recenti 'Le Paradis Funèbre II: L' Adieu Du Silence' e 'Fragments Of Life, Love & War'. Sinfonie apocalittiche per la fine del mondo.
(Oflorenz)




Agra Messe:
POUPPÉE FABRIKK (S)
Lord Norvargr è probabilmente più famoso per i suoi storici progetti in area dark-ambient e death-industrial, colonne portanti del genere e della mitica scuola scandinava da almeno 4 lustri: Nordvargr, Folkstorm, Toroidh e MZ412 non necessitano di presentazioni, solo per citare i principali. Ma il gigante svedese ha importanti trascorsi metal ed anche una seria attività in ambito di old-school EBM, ed è proprio quest'ultima che è tornata prepotentemente in auge con la reunion del 2013 e le massicce esibizioni sui palchi europei di Pouppée Fabrikk. Noi ci godiamo l'assalto elettronico del trio scandinavo in un Agra gremito e piuttosto 'caldo', che sin dalle prime battute si scatena in danze alquanto maschie presto degeneranti nel pogo. Henrik Björkk 'Nordvargr' da autentico trascinatore quale è incita la folla saltando giù dal palco ed affrontando il pubblico delle prime file, per la gioia dei muscolosissimi fans fasciati in nere canotte marchiate 'Kommando Erste' o 'Electronic Body Music' che ricambiano con adrenaliniche e sudatissime ammucchiate. Performance potente e 'muscolare', il venerdi di apertura e di benvenuti non poteva chiudersi meglio.
(Oflorenz)



Volkspalast Kantine: EMPUSAE (B)
Nicolas Van Meirhaeghe, polistrumentista al servizio di molti progetti tra i quali In Slaughter Natives, Sophia, Ah-Cama Sotz ed Ordo Rosarius Equilibrio, presenta in occasione del WGT il suo nuovo lavoro a nome Lueur, nella eccellente e perfetta per lo scopo location del Volkspalast, per la precisione nella Kantine, luogo adatto ad ospitare performance ambient di alto livello. Il nuovo lavoro, prendendo le mosse da quanto mostrato in precedenza si concentra più su sonorità ambient à la Lustmord utilizzando vocals stratificate, con sprazzi di drone e momenti più marziali che ricordano vagamente gli In Slaughter Natives.
(M/B'06)



Agra:UMBRA ET IMAGO (D)
Chi va a vedere gli Umbra Et Imago, pur riconoscendone il valore come band e il carisma e la simpatia dell'istrionico Mozart, non può evitare di avere più di un pensiero per quello che si può definire l'interesse principale e metamusicale di questo gruppo, dedito a performance BSDM durante i loro show live ad opera principalmente della backing vocalist Madeleine LeRoy, nonché dominatrice della ragazza che di tanto in tanto compare sul palco per farsi carico della parte dolorosa di queste azioni, cosa che non ci viene fatta mancare nemmeno in questa occasione. Musicalmente gli esordi come act electro-wave sono ormai un ricordo, avendo Mozart abbracciato ormai il goth metal e la Neue Deutsche Härtze, generi sicuramente di più ampia audience che hanno consentito ai nostri di raggiungere un notevole successo, come dimostrano i fan intervenuti per l'occasione.
(M/B'06)



Schauspielhaus
: IN GOWAN RING (USA)
L'americano Bobin Eirth, meglio noto come B'eirth o B'ee, mastermind dietro questo progetto che di volta in volta riunisce musicisti provenienti da tutto il mondo, sbarca in Germania nella location per lui prediletta ossia la Schauspielhaus. Nato come progetto neo-folk come deriva dal folk apocalittico sdoganato negli anni 80 dai Death In June, tanto da esserne riconosciuto come uno dei padri fondatori, il gruppo è ormai mutato in un collettivo che suona un genere a cavallo tra folk e world music, con strumenti come viola, e flauto. Lo spettacolo è sicuramente piacevole, non sorprende né delude, B'ee inframmezza i singoli brani con i suoi racconti su come sono nate le canzoni e sui suoi paciosi percorsi di vita inevitabilmente intrecciati con la musica. Il tempo vola.
(M/B'06)




Volkspalast Kuppelhalle
: : ORDO ROSARIUS EQUILIBRIO (S)
Sono passati oltre vent'anni da quando questo gruppo, nato col nome di Ordo Equilibrio come progetto solista di Tomas Petterson esordì col suo originalissimo misto di neo-folk, industrial e ambient malato e perverso, con l'esigenza di dare sfogo alle sue velleità estetiche e creative per poi lasciare indietro il lato neo-folk e mutare il moniker in quello attuale. Petterson, che nel 1991 aveva dato il via con Mikael Stravöstrand all'oscurissimo progetto ritual ambient Archon Satani per poi abbandonarlo nel 1993, mantiene col nuovo progetto quell'alone di oscurità che negli anni vira verso ambientazioni coinvolgneti e marziali scandite dalla sua voce e da quella della sua compagna sul palco e nella vita, Rose-Marie Larsen. Il concerto alla Kuppelhalle ha fatto il pieno, provocando la commozione di Rose-Marie e sancendo il grande successo della band, che ha invitato sul palco anche Simone Salvatori degli Spiritual Front per il brano finale.
(M/B'06)

Sabato 3 giugno

Schauspielhaus: PETER BJÄRGÖ(S)
Dopo l'esibizione in coppia con l'Inade Knut Enderlein nel pomeriggio negli studi Loki, l'attivissimo mastermind di Arcana e Sophia replica nella sontuosa cornice della Schaulpielhaus, teatro lirico di Bosestr. e location tra le più grandiose dell'interno festival. Accompagnato da una magnifica band che include la moglie Cecilia al canto, Sathorys di Der Blau Reiter (ormai un membro aggiunto della gran famiglia svedese) alle tastiere, e le due Seventh Armonics alle percussioni, Peter ci regalar un'ora di autentica magia dove i magnifici visuals di taglio naturalistico si sposano alla perfezione con le atmosfere oniriche degli estratti dal recente 'Animus Renitentia' e da alcuni dei lavori passati; il nostro iniziò infatti una produzione solistica a suo nome sin dal 2005, anno di uscita dell'esordio condiviso con Gustaf Hildebrand. Il teatro, gremito in buona parte, ascolta in religioso silenzio, rapito da un aura che non può non ricordare, almeno a tratti, i 'padri' Dead Can Dance.
(Oflorenz)



Schauspielhaus: HAMFERÐ (FO)
Sestetto doom-metal proveniente nientedimeno che dalle Isole Faer Øer, Hamferð contano un mini ed un album nel carnet della loro produzione, usciti del 2010 e nel 2013 per l'unica label discografica esistente a Tórshavn, la Tutl. Già fattisi onore al prestigioso metal festival di Wacken, i sei biondissimi vichinghi incantano il pubblico della Schauspielhaus suonando pressoché per intero l' unico full-lenght 'Evst': il loro doom lento e sinfonico rivela la loro compattezza monolitica e la fantastica voce del cantante Jon Aldarà, capace di passare dal classico growl ad un timbro lirico di notevole spessore, mentre i riff granitici delle due chitarre sono supportati in background dai dilatati tappeti sinfonici delle tastiere.
Non lo nascondo: da amante di quei luoghi sono orgoglioso di Hamferð, la bandiera bianco-crociata di Tórshavn sventola più alta che mai!
(Oflorenz)


Kohlrabizirkus: :IN THE WOODS … (N)
Gli In The Woods… rappresentano uno dei gruppi avant-garde della scena black metal norvegese anni novanta più interessanti, anche se meno conosciuti rispetto ad Arcturus o Ulver. Dopo il full length di esordio col capolavoro di black metal atmosferico "Heart of the ages", la band sterzò improvvisamente con "Omnio" verso un misto di prog e psychedelic rock, stabilizzatosi col successivo "Strange in stereo" per poi sciogliersi nel 2000. Nel 2014 si riformò e venne dato alle stampe nel 2016 il nuovo "Pure" che ritrovò le vocals black metal e le rinforzò con il contributo dei blast beat di batteria, pur mantenendo gli elementi prog rock del passato. Il concerto al Kohlrabizirkus ripercorre la storia musicale della band, proprio partendo con la magica "Yearning The Seeds Of A New Dimension", prima traccia di Heart of the ages. Segue un altro brano sempre tratto da quest'album per poi arrivare alla prima traccia di Omnio, altro pezzo di svolta epocale, visto che eravamo nel 1997. Dopo i dovuti omaggi agli esordi gloriosi, i norvegesi passano ai brani più recenti che riempiono di fatto tutta la seconda parte del concerto, sfociando in sfuriate black metal ben condotte dalla voce del nuovo cantante britannico James Fogarty, lasciando un po' di nostalgia per le vette epiche raggiunte nel passato, ma anche conforto per lo stato di salute dei nostri.
(M/B'06)



Kohlrabizirkus:ROTTING CHRIST (GR)
Noti a tutti per le radicali trasformazioni stilistiche che li hanno accompagnati in quasi vent'anni di carriera, i Rotting Christ hanno ormai raggiunto il successo adagiandosi su lidi più standard rispetto al passato, proponendo un black/death metal di ottimo livello che può in un certo senso ricordare gli ultimi Behemoth, e sfoderando ottimi live act, come in questo caso. Va detto che il suono è davvero monolitico e potente, e tutte le canzoni vecchie e nuove che vengono proposte ne subiscono ovviamente l'influenza risultando molto più uniformi ed omologate di quanto fossero in origine e questo è davvero un peccato per un gruppo che ha fatto della varietà e dell'originalità il suo marchio di fabbrica.
(M/B'06)



Kohlrabizirkus: AMORPHIS (FIN)
I finlandesi Amorphis, nati nel lontano 1992 come band death metal sono evoluti nel giro di pochissimi anni in un suono a metà tra alternative/prog rock e death metal, con quest'ultima componente che sopravvive tutt'ora nella voce del cantante Tomi Joutsen, ultima traccia di estremismo in una band che ormai è di fatto assolutamente mainstream, pur proponendo musica di ottimo livello anche se non incisiva ed ispirata come in passato, e questo lo si nota immediatamente quando vengono riproposte vecchie hit come "My Kantele" o pezzi dal precedente "Tales From The Thousand Lakes", nettamente superiori alla produzione attuale, come è appunto successo al Kohlrabizirkus.
(M/B'06)

Domenica 4 giugno

Täubchental: AH CAMA-SOTZ (B)
Un indiavolato Herman Klapholz trascina la gremitissima Täubchental in ipnotiche danze al ritmo del suo set tarato, per l'occasione, sulle modulazioni di marca maggiormente 'techno-trance' delle ultime sue produzioni licenziate dalla mitica Hands di Uno Wiessmann. L'act belga, che festeggia quest'anno le due decadi di attività, si dimostra quantomai poliedrico alternando lavori in studio e live set di taglio ambient-industrial ad esibizioni come questa, inserita in un rooster piuttosto muscolare che vede Izoloscope, Noisuf X e This Morn'Omina tra gli altri protagonisti. Ancora una volta emerge la grandezza della scuola elettronica belga, seconda a nessuno e soprattutto abile del modularsi e ri-modularsi in varie, interessanti metamorfosi di suono spazianti tra il tribale, la trance ed il ritual-ambient di cui proprio Ah Cama-Sotz, insieme ad Hybrids, sono tra i più famosi portabandiera. Seppur insuperabile in occasione del set 'dark-ambient' di qualche anno fa, ACS si dimostra un carro armato anche quando si tratta di far ballare le folle, e la Täubchental risponde con sudore ed entusiasmo alle stelle.
(Oflorenz)



Loki & Deep Audio: IN SLAUGHTER NATIVES (S) - (LOKI In-Store events)
Jouni Havoukainen è un personaggio molto pacato e sorridente fino al momento in cui non sale sul palco e porta il suo messaggio di totale oscurità e distruzione coi suoi In Slaughter Natives, progetto originale che si richiama alla scena svedese dei Sophia e degli Ordo Rosarius Equilibrio, pur dicendo qualcosa di diverso. Nell'occasione del live alla Loki dove lo spazio è limitato e l'artista si esibisce solitamente seduto a tavolino a maneggiare la sua strumentazione elettronica, come infatti è successo, abbiamo assistito ad una trasformazione della proposta musicale ma soprattuto live del progetto, di cui abbiamo già visto gli effetti nelle prossime uscite. Infatti le vocals agghiaccianti e le atmosfere symphonic/industrial malate e marziali lasciano posto ad un dark ambient/drone di cui abbiamo già assaporato gli embrioni in Cannula Coma Legio.
(M/B'06)



Felsenkeller: ARCTURUS (N)
Altro gruppo simbolo della frangia avant-garde del black metal norvegese, gli Arcturus, diversamente dagli Ulver, non hanno mai abbandonato la componente rock in favore dell'elettronica. La line-up è cambiata negli anni, contando tra le sue fila agli inizi nomi di spicco della scena come il cantante Garm (Ulver), il chitarrista Samoth (Emperor) ed il batterista Hellhammer (Mayhem), quest'ultimo tutt'ora parte fondamentale del gruppo, sostituiti da ottimi elementi che hanno saputo mantenere alto il livello della band senza snaturarlo, fatto salvo il cantante ICS Vortex che, per la specificità della sua voce ha cambiato notevolmente il volto dei nuovi brani. L'esibizione live è stata come al solito ottima, piacevole e coinvolgente, regalando una perla sul finire, ossia l'esecuzione di "To thou who dwellest in the night", brano symphonic black metal tra i più belli mai realizzati.
(M/B'06)



Lunedì 5 giugno


Volkspalast Kuppelhalle: CABARET VOLTAIRE (UK)
Senza dubbio tra i nomi più attesi dell'intero WGT, che ad onor del vero quest'anno presentava un carnet un po' sottotono rispetto a passate edizioni. Headliner della serata finale di lunedì al Volkspalast, i Cabs sono in realtà il solo Richard Kirk, che ha resuscitato il prestigioso moniker in occasione dell'Atonal Berlin del 2014, riscuotendo ad onor del vero numerosi consensi. Proprio questa scelta, per chi scrive invece discutibile, contribuirà ad un personale giudizio non proprio eccelso della gig di Lipsia, che vede un distaccato Kirk sciorinare un set tra techno (peraltro di ottima fattura) e qualche sporadico intervento analogico, il tutto supportato da un triplo mega-schermo che trasmette senza soluzione di continuità disturbate immagini tratte da reports e documentari di attualità storico-politica. Al di là dell'atteggiamento di Kirk, tra i pochi ad iniziare in ritardo e apparentemente disinteressato al contesto circostante (l'ottima cornice di pubblico avrebbe meritato almeno un cenno di saluto), la scelta di operare sotto il nome CV pare sinceramente un'opzione puramente commerciale, dal momento che non un solo minuto di materiale dello storico gruppo di Sheffield é fuoriuscito dagli speaker della Kuppelhalle. Come dire…un dignitoso live di Richard H.Kirk, i Cabs ce li andiamo a riascoltare su disco.
(Oflorenz)


Volkspalast Kantine
: MAGADAN (CZ)
Sorprendente questa coppia di cechi che non si inventa niente, ma sa creare la giusta musica e combinarla con un'atmosfera adeguata. Ad accogliere l'audience si trovano Guldur con il passamontagna ai synth e MK Vermin (Magdalena Kisela) con gli occhi coperti da una garza, un cappuccio calato in testa e microfono in mano: a separarli dal pubblico, filo spinato. Immediatamente si viene calati nei gironi infernali che sono pervasi da violenta power electronics in pieno stile Genocide Organ, con filmati sullo sfondo tratti dal repertorio della polacca Wytwornia Filmow Dokumentalnych e dalla TV Folha brasiliana, fatti degli orrori quotidiani che ci narrano i telegiornali. MK Vermin tiene il palco con grande autorità e sfodera tutta la sua grinta per poi lasciare il posto alle urla di Guldur nei momenti finali del live. Nei saluti finali, i due scoprono il volto e ci rivelano essere dei bravi (forse) ragazzi con bel sorriso. Amen.
(M/B'06)


Volkspalast Kuppelhalle: SÜTCLIGGE JUGEND (UK)
Degno finale per questa manifestazione sono stati i Sutcliffe Jügend che, dopo essersi esibiti al Treffen quattro anni fa all'Anker insieme a Con-Dom e IRM, questa volta vengono giustamente invitati nel salotto buono del festival. I loro ultimi lavori hanno dimostrato che non hanno dalla loro solo il fatto di essere un pezzo di storia della power electronics, ma anche di aver saputo negli anni evolversi senza perdere un grammo della loro ferocia e della fedeltà alle loro radici musicali. Ed anche in questo caso non si fanno per nulla intimorire: Paul Taylor e Kevin Tomkins, sulla scena dal 1982 coi SJ e quest'ultimo da ancor prima, avendo preso parte alle performance live dei Whitehouse, creano il caos più totale, scaldando la platea con frequenze oltranziste ed una grinta da ragazzini, fino a scatenare un pogo selvaggio nel momento in cui Tomkins si getta tra il pubblico, ricevendo in contropartita quello che andava cercando, tanto da tornare sul palco a fatica, tra il giubilo dei partecipanti. Difficile trovare uno show power electronics più coinvolgente e divertente. Meraviglioso.
(M/B'06)



LOKI FOUNDATION In-Store Live gigs (3/4/5 Giugno)

Come ormai da tradizione in occasione delle ultime tre edizioni tre WGT, la storica label di Lipsia organizza una serie di eventi pomeridiani presso la propria base di Dufourstrasse, un vero e proprio 'bunker' interrato che accoglie gli studi di registrazione ed il magazzino con un vasto campionario di materiale proprio ed in distribuzione. Il sabato vede aprire le ostilità un inedito duo germanico/scandinavo, formato da Knut Enderlein di Inade e Peter Bjärgö (Arcana,Sohia), atteso qualche ora dopo anche alla Schauspielhaus per la performance a proprio nome. Woven Clouds, questo il loro moniker, ci regalano una trentina di minuti di ottima ambient oscura ben nutrita dalla pluriennale esperienza dei due nei rispettivi main-projects; non ci è dato di sapere se trattasi di solo live-project o se qualcosa di più bolle in pentola, come si dice in questi casi…stay tuned!
Per il pomeriggio della domenica un nome storico della scena impreziosisce l'evento di casa Loki: In Slaughter Natives, nella persona del solo Jouni Havukainen (la compagna presidierà il piccolo banchetto del marchandise), ipnotizza il foltissimo pubblico stipato nei piccoli studi degli Inade con una bella mezz'ora di demoniaco set di taglio esclusivamente strumentale. Il campione della Cold Meat (il suo esordio targato '88 fu preceduto solo da una raccolta e dai titoli di Karmanik a nome 'Lille Roger' e 'Bomb the day nursery'), illuminato di sola luce rossa, diffonde le sue spirali malvagie tra le basse volte di Dufourstr., registrando il record di presenze dei Loki-shows e costringendo non pochi ritardatari e rimanere fuori dalla location.
Herr 'Thorofon' Anton Knilpert chiude in grande la kermesse della Loki nella giornata di lunedi, continuando a dar linfa vitale a Kommando, suo storico progetto pre-Thorofon autore di un paio di nastri verso la fine degli anni '90, poi resuscitato nel 2007 fino al recentissimo 'Live at Maschinenfest' dell'anno passato. Maschera bianca senza occhi e finta dentatura in argento, Knilpert incarna un'essenza di malvagità inaudita, sibilando vocalizzi distorti all'inverosimile su di un substrato industrial-noise al vetriolo. Ancora una volta la label sassone si supera nell'organizzare un triplo evento che regala per di più l'occasione a fans provenienti da tutta Europa di reincontrarsi ogni anno sotto il vessillo della comune passione per la migliore 'Deep Electronics', come in una piccola, grande famiglia.
(Oflorenz)